Pino Maniaci sull’ennesimo atto intimidatorio: “E’ una bravata, non mi fermo e le prossime inchieste toccheranno anche l’antimafia”

dscf1450_1024x768PARTINICO. Pino Maniaci, direttore di Telejato sdrammatizza sull’ennesimo atto intimidatorio nei suoi confronti. Nei giorni scorsi a Partinico è stata data alle fiamme la sua vecchia auto, ormai non più utilizzata dal giornalista. In un’intervista concessa al giornalista Fabio Barbera, con la sua solita ironia, sdrammatizza sull’accaduto: “E’ una bravata, non mi fermo e le prossime inchieste toccheranno anche l’antimafia”.

La piccola emittente “a conduzione familiare” di Telejato oggi è composta soprattutto da tanti giovani che quotidianamente con Pino e i suoi figli realizzano inchieste che riguardano il territorio, occupandosi principalmente di mafia e antimafia. Non si sono mai lasciati intimorire, neanche dopo le tante minacce ricevute.

Non è la prima volta che la stessa auto viene vandalizzata per fini intimidatori e, mentre i Carabinieri indagano analizzando le immagini di videosorveglianza che potrebbero avere ripreso movimenti sospetti nella zona, il direttore Pino Maniaci annuncia che non si fermerà e che continuerà per la sua strada.

Alla domanda del giornalista sull’ennesimo atto intimidatorio risponde con la sua solita ironia: “Diciamo che più che altro si tratta di un attacco di “scassapagghiaro”, così l’ho definito, visto che si tratta di una macchina già quasi demolita. Abbandonata sì, ma sempre una macchina storica di Telejato: quella automobile ha accompagnato in galera vari padrini, vari boss mafiosi, come i Lo Piccolo (padre e figlio), come Nicchi, come tanti altri che sono stati appunto accompagnati dalle telecamere con questa macchina all’interno del loro habitat naturale, cioè la galera. Quindi ci tenevo più che altro per questo, ma già era in disuso da qualche anno, messa nello spiazzale lì di fronte la sede di Telejato, dove l’avevano già danneggiata: a qualcuno che gli serviva qualche pezzo ha fatto spesa e se l’è pure portato, qualche altro che s’è divertito a rompere i fanali e adesso gli hanno fatto esalare l’ultimo respiro con l’accendino che ha messo fine a questa autovettura. Lo definisco più che altro un atto di vandalismo, più che un attacco alla mia persona!”

Pino Maniaci di “atti intimidatori” ne ha ricevuti davvero tanti, tanto da rendere necessaria una scorta dei carabinieri per continuare a fare il suo lavoro. Al giornalista che gli ha fatto la domanda risponde a modo suo: “Beh fino ad oggi sono tre le macchine che sono andate in fiamme, tanto che ci stiamo attrezzando per qualche macchina ignifuga. Vediamo se la stanno costruendo. Poi ovviamente danneggiamenti, vetri spaccati, lettere anonime, i freni tagliati, il tentato omicidio attraverso il nodo della mia cravatta da parte del figlio del boss mafioso.. non ci siamo fatti mancare nulla. Abbiamo un buon curriculum!”

Infine racconta l’attività del giornale e le nuove inchieste che sta portando avanti:“Partiamo dal fatto che per adesso ci stiamo occupando di un’inchiesta molto delicata, per cui qualcuno, anche qualche magistrato, ha detto che non mi ammazza la mafia ma l’antimafia: ci stiamo occupando di beni sequestrati e beni confiscati, di amministratori giudiziari, di giudici collusi e del perché una percentuale altissima di queste aziende vanno a finire in fallimento proprio perché queste persone, quasi parallelamente come una cosca mafiosa, ne succhiano le risorse e buttano in mezzo alla strada migliaia di persone, riconsegnando questi beni totalmente svuotati e falliti, mentre avvocati da quattro soldi si arricchiscono.”

Ringraziamo Fabio Barbera per la disponibilità e salutiamo con affetto il direttore di Telejato Pino Maniaci.

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Emanuel Butticè
Emanuel Butticè. Castellammarese classe 1991, giornalista pubblicista. Laureato in Scienze della Comunicazione per i Media e le Istituzioni all’Università degli Studi di Palermo con una tesi sul rapporto tra “mafia e Chiesa”. Ama viaggiare ma resta aggrappato alla Sicilia con le unghie e con i denti perché convinto che sia più coraggioso restare.