Il potere della mente

menteTi sei mai chiesto quanto del potenziale della tua mente riesci ad utilizzare? Ad oggi, anche se c’è ancora molto da scoprire circa i processi neuropsicologici che guidano i processi di pensiero della nostra mente, risultano tuttavia delle evidenze scientifiche che ci danno la possibilità di riflettere su quanto possa essere grande, anzi immenso, il potere della nostra mente. Degli studi neurofisiologici hanno calcolato che il nostro cervello è in grado di elaborare circa quaranta milioni di bit al secondo, una quantità enorme di informazioni.

Tuttavia, di questa enormità di informazioni, il cervello riesce a portare alla coscienza in un secondo soltanto quaranta bit. Sono attualmente in essere degli studi orientati all’estensione della consapevolezza della mente sui rimanenti 39.960 bit che tendono a rimanere in ombra. È innegabile che la nostra memoria di lavoro, quella che ci consente di utilizzare coscientemente gli elementi essenziali di tutte le nostre conoscenze mentre svolgiamo una qualsiasi attività, ha un’estensione limitata, quindi è costretta a scegliere talune informazioni ed a scartare tutte le altre. Infatti, se la memoria di lavoro dovesse portare costantemente alla coscienza tutte le sue conoscenze, anche quelle ritenute inutili, si intaserebbe invano, diventando improduttiva.

Tuttavia, siamo sicuri che durante la risoluzione di un problema o l’esecuzione di un compito la nostra memoria vada a pescare opportunamente gli elementi giusti? Spesso la nostra mente tende ad eseguire tale procedimento “in automatico”, basandosi sui programmi che essa stessa si è creata nel tempo. I neuroni del nostro cervello, tendo ad organizzarsi in reti, creando una sorta di mappa stradale a tante dimensioni, con milioni di incroci. Quando eseguiamo un compito, si attivano tali mappe e, tra queste, la mente effettua delle scelte, incanalandosi solo in alcune strade, fino a raggiungere la meta, e quindi, a farci eseguire un’azione. Nel tempo, la mente tende a crearsi delle strade di percorrenza privilegiate e ad abituarsi a tali percorsi. Orbene, la domanda da porsi è la seguente: “quando sto eseguendo un compito o sto cercando una soluzione ad un problema, le strade percorribili sono soltanto quelle che già conosco, oppure potrei provare a trovarne di altre?”

Se, infatti, proviamo a trovare delle soluzioni alternative ad un problema, ci accorgiamo con sorpresa che possiamo riuscirci, anzi, più ci esercitiamo in tal senso, più ci riusciamo e ci prendiamo gusto. Ciò dimostra che coscientemente possiamo uscire fuori dai programmi che la mente utilizza per abitudine e crearne di nuovi, sfruttando un potenziale nuovo. Il processo di attivazione di nuove strade neurali che ci consente di trovare delle soluzioni alternative, quindi creative, prende il nome di pensiero laterale, proprio perché riusciamo a percorrere delle strade laterali a quelle che la nostra mente è abituata usualmente a percorrere. Quando non riusciamo a risolvere un problema, spesso non stiamo usando il pensiero laterale. Tutti coloro che arrivano ad avere delle idee geniali, riescono a fare un uso fluido del proprio cervello, non dando per scontato che la realtà è da leggere solo in base al già noto, ma alle restanti infinite soluzioni possibili. Altra importante annotazione: le reti neurali del nostro cervello sono dotate di plasticità, ovvero sono in grado di riorganizzarsi in sempre nuove reti stradali. Spetta a noi esercitare il nostro cervello a tale plasticità, facendo esperienze nuove e quant’altro possa servire ad immettere dei nuovi input ed esercitandoci a cercare sempre delle soluzioni alternative su tutto ciò che facciamo o decidiamo nella nostra vita.

Dott. Fabio Settipani. Psicologo – Psicoterapeuta.

CONDIVIDI
Commenti Facebook
Articolo precedenteExpoBeach 2014 un mare di sapori, da oggi per tre giorni la sagra delle busiate
Articolo successivoEni, dopo aver sfruttato la Sicilia, scappa via. E i siciliani? Crocetta? Si ribellano anche Granata e Green Italia – Verdi Europei