Il 28 dicembre presidio antirazzista a Trapani in memoria delle vittime delle migrazioni

TRAPANI. Sarà ricordata giorno 28 dicembre 2013, alle ore 17.00, con un presidio antirazzista, che partirà dal centro storico, per ricordare le vittime del razzismo, della strage del Vulpitta, e dei migranti che ancora muoiono per attraversare il Mediterraneo. Il ricordo di queste vite resta vivo nella memoria e ogni anno si rinnova nel dolore e nella rabbia per le morti e le sofferenze che, ancora oggi, colpiscono gli immigrati nel nostro paese e in tutta Europa.

“Solo pochi mesi fa, anche se nessuno ne parla più, centinaia di donne, bambini e uomini sono morti affogati al largo di Lampedusa, nell’ennesima strage dell’immigrazione. Nelle campagne di Campobello di Mazara, un ragazzo senegalese è stato bruciato vivo dall’ esplosione di una bombola nella baracca allestita nel campo di lavoro dove gli immigrati lavorano la terra in condizioni infami, sottopagati da padroni italianissimi a cui poco o nulla importa dei diritti di questi nuovi schiavi.
Pochi giorni fa, un ragazzo eritreo di 21 anni si è impiccato nel Centro richiedenti asilo di Mineo, vicino a Catania, annichilito dall’attesa per un pezzo di carta che gli desse la libertà di andare per la sua strada”. Con queste parole il coordinamento per la pace parla dei problemi che riguardano il tema dei migranti e del rispetto dei diritti umani.

Inoltre, si muovono anche precise accuse verso l’Unione Europea , lo Stato italiano, i suoi governi, le loro leggi, defonendoli come responsabili morali e materiali di questi lutti: “Non abbiamo alcun timore nell’additare l’Unione europea, non ci stancheremo mai di ripetere che se le leggi sull’immigrazione non fossero così restrittive e assassine, le persone non sarebbero ritenute “clandestine”, non affronterebbero viaggi così pericolosi, e non morirebbero così. Se le leggi non fossero così irrazionali, i richiedenti asilo non sarebbero costretti ad aspettare mesi, in centri di “accoglienza” come quello di Salinagrande, per conoscere il loro destino. Se le leggi sull’immigrazione non fossero così classiste e razziste, gli immigrati potrebbero rivendicare i loro diritti sul lavoro, non sarebbero in balìa degli sfruttatori e dei trafficanti di uomini, e non sarebbero terrorizzati dalla detenzione amministrativa nei Centri di identificazione ed espulsione (CIE). In tutta Italia molte di queste prigioni per soli immigrati sono state chiuse, o perché troppo costose, o perché sistematicamente devastate dalle rivolte dei reclusi. A Trapani, il CIE di Milo è stato teatro – dalla sua apertura – di continue proteste, atti di autolesionismo, fughe di massa, perché le persone imprigionate sono stanche di vivere dietro le sbarre senza aver commesso alcun reato”.

La marcia del 28 dicembre, che partirà da Corso Vittorio Emanuele/Via Torrearsa – davanti Palazzo Cavarretta, ha il compito di ricordare e porre attenzione su alcuni argomenti specifici come ricordare Rabah, Nashreddine, Jamel, Ramsi, Lofti, Nasim, morti nel rogo del 1999 e di tutti i migranti vittime delle frontiere e del razzismo di stato, trattare il tema della chiusura del CIE di contrada Milo, e di tutti i CIE e dell’abolizione delle leggi razziste; l’eliminazione del legame obbligatorio tra contratto di lavoro e permesso di soggiorno, l’apertura delle frontiere, la libertà di movimento di tutte e tutti, in Italia e nel mondo, di una Sicilia smilitarizzata, terra di pace e di accoglienza, senza il Muos e le basi di guerra.

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