“A Trapani i pericoli arrivano dalla massoneria”

FavaL’on. Claudio Fava (Sel) componente della commissione antimafia nazionale incontra magistrati, giudici e dirigenti sindacali. “Proporrò una missione trapanese per la commissione”

Claudio Fava conosce molto bene Trapani, da quando, giornalista de I Siciliani, fondato dal padre Pippo, ammazzato dalla mafia a Catania, il 5 gennaio del 1984, veniva spesso a Trapani per le inchieste su mafia e malaffare. Storica è rimasta la sua intervista a Mauro Rostagno fatta poco tempo prima dell’omicidio del sociologo che dirigeva, da giornalista, la tv privata Rtc. Un faccia a faccia che è entrato agli atti del processo per il delitto di Mauro Rostagno, dove Rostagno svelava tutte le contraddizioni della città, e come ogni giorno si trovava a raccontare di malapolitica, corruzione, infiltrazioni mafiose. Le “missioni” trapanesi dell’on. Fava sono proseguite nella veste di politico, oggi il suo ritorno in città quale componente della commissione antimafia nazionale, accompagnato dall’on. Erasmo Palazzotto, deputato siciliano di Sel. Un giro tra Procura, Tribunale, e sindacati, per parlare di quella che Sel definisce essere una vera e propria emergenza. Ossia il ripetersi di fenomeni gravi di infiltrazioni della mafia fin dentro gli apparati statali e istituzionali più delicati. Le intimidazioni ai magistrati, le difficoltà attorno alla gestione dei beni confiscati, per citare alcuni episodi, non sono altro che fatti “che hanno come comune denominatore la volontà di Cosa nostra di infiltrarsi, di interporsi sui percorsi di risanamento, di sapere ciò che fanno i magistrati, addirittura di gestire vicende processuali”. Lo schema non è nuovo, è vecchio di tanti anni, quando l’attività principale della famosa loggia massonica segreta Iside 2 (dove erano scritti mafiosi e professionisti, politici e dirigenti di banca, funzionari pubblici) era rivolta a condizionare il lavoro di magistrati e giudici. “Oggi – dice Fava all’uscita dal Palazzo di Giustizia dove ha incontrato il procuratore Marcello Viola, pm e giudici – ci sono tanti segnali che dimostrano come l’Iside 2 abbia trovato ulteriori eredi, è marcata la presenza della massoneria che vuole influenzare decisioni giudiziarie e l’attività delle amministrazioni pubbliche in generale. Siamo preoccupati e per questo proporrò alla commissione nazionale antimafia di venire in missione a Trapani. Ci sono tante cose da discutere a cominciare dal trasferimento a Napoli dell’ex capo della Mobile Giuseppe Linares, ma vogliamo anche comprendere che ruolo stanno svolgendo sindaci e amministratori pubblici, è recente la sentenza che prescrive e assolve il senatore D’Alì dalle accuse di mafia e però è paradossale scoprire ancora oggi che questa è una città i cui destini dipendono dalle volontà di questo politico con tutte le ombre che si porta addosso a proposito dei rapporti con i Messina Denaro, potenti mafiosi di Castelvetrano, rapporti che il giudice ha riconosciuto essere esistiti ma rispetto ai quali ha pronunciato una sentenza di prescrizione”.

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Rino Giacalone
Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.