“Corleone non dimentica” nuove minacce a Di Matteo.

PALERMO. Nuove minacce al pm che indaga sulla trattativa Stato-mafia Antonino Di Matteo. Le minacce arrivano sempre dal capo dei capi Totò Riina, che durante l’ora d’aria continua a sfogarsi con un mafioso della Sacra Corona Unita. “Questo Di Matteo non ce lo possiamo dimenticare. Corleone non dimentica.” Parole forti che il padrino avrebbe rivelato al mafioso pugliese lo scorso 14 novembre, il giorno dopo le prime minacce rivolte ai pm della trattativa. Poi il padrino di Corleone spiega al mafioso pugliese come avrebbe fatto in caso di trasferimento del pm in una località segreta. “Tanto sempre al processo deve venire.”

Dopo le nuove minacce il livello di allarme è salito al massimo. Rinforzata la scorta e si pensa a trasferire il pm Di Matteo in una località segreta. Intanto la sua scorta, come confermato dal vicepremier Angelino Alfano qualche giorno fa, è stata dotata del dispositivo “bomb Jammer” in grado di disattivare i telecomandi a distanza.

Intanto proprio ieri Riina e Di Matteo si sono trovati difronte al processo sulla trattativa Stato-mafia in corso presso l’aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo davanti la Corte d’Assise. Riina in collegamento dal carcere di Opera di Milano è rimasto silente ad ascoltare la deposizione del pentito Leonardo Messina. Durante l’udienza Messina ha anche parlato del suo rapporto con Paolo Borsellino: “Borsellino sapeva di dover morite. Quel giorno il dottore Borsellino era molto nervoso, fumava in continuazione. Accese un’altra sigaretta e prima di andare via mi disse: signor Messina, non ci vediamo più, è arrivata la mia ora. Non c’è più tempo, la saluto. Borsellino sapeva di dover morire, era consapevole.”

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Emanuel Butticè
Emanuel Butticè. Castellammarese classe 1991, giornalista pubblicista. Laureato in Scienze della Comunicazione per i Media e le Istituzioni all’Università degli Studi di Palermo con una tesi sul rapporto tra “mafia e Chiesa”. Ama viaggiare ma resta aggrappato alla Sicilia con le unghie e con i denti perché convinto che sia più coraggioso restare.