Oggi al Marconi “La revisione del PRG e i nodi principali”

ALCAMO. Questo pomeriggio alle ore 15,30 si terrà presso il Centro Congressi Marconi un incontro per affrontare il tema “La revisione del PRG e i nodi principali” insieme alla categoria dei tecnici presenti sul territorio alcamese, con l’obiettivo di raccogliere proposte concrete e osservazioni finalizzate alla stesura delle direttive generali per la revisione del PRG. L’invito è dunque rivolto a tutti i professionisti iscritti ai vari ordini professionali dei tecnici.

Di seguito, su gentile richiesta, la lettera integrale di partecipazione dell’assessore all’urbanistica Ferdinando Trapani.

“Invito di partecipazione alla consegna del documento tecnico dell’amministrazione al Consiglio Comunale (ai sensi dell’art.3 della l.r. n.15/1991), rivolto ai gruppi sociali, alle associazioni, agli enti pubblici e privati che sono a qualsiasi titolo portatori di interessi diffusi, interessati, direttamente e/o indirettamente, alla stesura del nuovo strumento urbanistico dimensionato per il ventennio 2013-2033.

Invito dell’assessore all’urbanistica: una premessa

Gli spazi della partecipazione nella stesura degli strumenti urbanistici secondo la normativa regionale sono risicati, angusti e insufficienti per una urbanistica contemporanea: Direttive Generali e poi le Osservazioni e le Opposizioni al piano quando il piano verrà adottato e pubblicato; sono poche ma ci sono. Pertanto è volontà di questa amministrazione di cogliere ogni occasione preziosa per preparare strutture istituzionali di ascolto finalizzate ad una stesura del nuovo strumento urbanistico geniale in modo condiviso. Si invita la cittadinanza a dare contributi scritti ritenuti a proprio giudizio meritevoli di essere presi in considerazione dal Consiglio Comunale per giungere, nel modo più democratico possibile, a costo zero e in tempi rapidi, a costruire una sorta di mappatura dei desideri delle forze cittadine e di cui tener conto per la stesura del nuovo PRG (ma non solo). Verranno ascoltate e incitate a produrre contributi le categorie dei portatori di interessi diffusi, sulla scorta di esperienze analoghe di altri comuni, siciliani e non. Queste assemblee civiche secondo un calendario (flessibile) avviato con determina sindacale e pubblicato e aggiornato sul portale web del comune, potranno costituire validi esercizi per la concertazione istituzionale previste e codificate dalla procedura VAS, oramai a regime nel territorio regionale e, come è noto, assolutamente inderogabile per la definizione di ogni piano e programma nelle regioni della UE.

Città motore dello sviluppo

Spero sia condiviso da più di qualche cittadino, che si può ancora intendere la città, questa città, la ‘nostra’ città, come motore della crescita e dello sviluppo, di quello proprio sicuramente , e, nel caso di Alcamo, di un territorio di area vasta. Compito di qualsisia tipo di strumento urbanistico, generale o attuativo, è quello di contribuire a declinare la crescita e lo sviluppo nelle città in modo auto-sostenibile, equilibrato e, se possibile, puntando all’armonia delle classi sociali che compongono sia l’urbs (il costruito), la civitas (il patto sociale) che la polis (il confronto democratico). Le città e le loro economie urbane non sono mai corrispondenti rispetto ai limiti del perimetro che limita i loro confini comunali. Le economie urbane si manifestano e sono più leggibili al di fuori dei limiti comunali, si estendono su territori ampi che fruiscono dei servizi realizzati all’interno dei corpi urbani, ma producono beni e servizi anche al fuori dai perimetri urbani.

Per altro verso, come sostengono Fabbro, Migliorini et al., le città, intese in senso tradizionale, “si trovano immerse dentro agglomerati insediativi discontinui e spesso dissestati ma parte integrante di più vaste economie urbane produttrici di servizi sia avanzati che tradizionali anche se spesso, come accade nel Mezzogiorno, ancora chiuse e poco comunicanti tra di loro”.

Queste città, non deputate alle scelte strategiche territoriali (per ora), hanno bisogno di un governo di tipo territoriale e ciò serve a loro per innalzare il tasso di innovazione di processo, di prodotto e anche (o forse soprattutto) in senso sociale. In sintesi le città esistono perché insistono nei (loro) territori, ma non ne costituiscono al contempo i perni della crescita e dello sviluppo che restano dislocati altrove, senza che nessun ente sia in grado di governarne il destino.

Il nuovo piano tende, si propone, in questa fase di ascolto propedeutico ad una sintesi politica decisiva che toccherà al Consiglio Comunale, ad un ricongiungimento della città ai suoi fattori della crescita e dello sviluppo. Questo obiettivo, che non è assimilabile al concetto di città-territorio (sovrapposizione di funzioni diverse in un unica agenzia di dominio pubblico), ma è semmai qui auspicato un modello di città in estensione (G. Samonà, 1980). Nel modello della città in estensione città e campagna compongono un paesaggio unitario e inteso in senso organico ossia un ecosistema antropico e naturale in cui le componenti infrastrutturali e sociali restano intrinsecamente integrate. Secondo questa visione, che è solo un contributo dell’Assessore, Alcamo è chiamata a regolare le azioni pubbliche e private della vita futura delle componenti dell’agricoltura, del settore manifatturiero e del terziario (in senso ampio) senza che gli aspetti della residenza e dei servizi annessi, siano in qualche modo prevalenti, dominanti o condizionanti tutti gli aspetti della vita dei cittadini alcamesi.

Qui di seguito si elencano alcune questioni che le assemblee civiche potrebbero aiutare a chiarire sia dal punto di vista analitico che da quello propositivo (anche di dettaglio operativo se lo si ritiene opportuno):

privilegiare la conferma delle zonizzazioni del PRG vigente, laddove vi sia condivisione;

previsione di nuove zone solo in casi eccezionali, escludendo la residenza e favorendo gli insediamenti produttivi e il turismo; ragionando in modo approfondito sulle questioni delle cubature e le riallocazioni nel settore commerciale;

ristudio totale della normativa del piano vigente a partire dai principali nodi critici, al fine di ottenere una lettura inequivoca dei modi regolazione degli usi del territorio comunale e per garantire una serena gestione delle trasformazioni del costruito e delle aree ancora libere e ritenute idonee per l’edificazione (laddove quest’ultima sia ritenuta necessaria);

revisione del regolamento edilizio in chiave di ripristino, conservazione e soprattutto per una guida nel riuso del patrimonio edilizio esistente: norme specifiche e generali da proporre nel quadro della definitiva messa a regime delle paretiche del buon costruire una città intelligente (smart), eco sostenibile (carryng capacity) e partecipata.

attivare processi di formazioni dentro e fuori l’AC sui temi della VAS e della Perequazione (Compensazione, Trasferimento dei diritti edificatori, nuove modalità di attribuzione dei valori immobiliari e fondiari in funzione della nuova fiscalità, ecc.), nel quadro dei più recenti provvedimenti legislativi comunitari, nazionali e regionali; attivare reti di scambio di esperienze e competenze a livello regionale, nazionale e comunitario in materia di trasformabilità concreta della città attuale avendo come obiettivo la realizzazione della Città Pubblica, (ecc.);

declinazione indicativa dei modi di rapporto di Alcamo e del territorio diarrea vasta anche nella prospettiva di un possibile ruolo di guida (leadership) nei confronti di comuni delle ex province di Trapani e di Palermo;

Mobilità, infrastrutture e competitività: il ruolo di Alcamo nella futura piattaforma logistica strategia della Sicilia Occidentale; il contributo del progetto MUSA; la eventuale revisione dei progetti viari del prg vigente alla luce del tendenziale assottigliamento delle risorse pubbliche spendibili.

ottenere la piena conoscenza del patrimonio fondiario ed immobiliare pubblico

attivare le politiche di Open Data per l’urbanistica e l’edilizia; attivare reti cooperative con il Ministero competente;

definire i rapporti del nuovo strumento in piena sinergia con le politiche a definirsi della programmazione comunitaria 2014-2020; riattualizzazione del Piano Strategico di Alcamo;

valorizzazione dei beni culturali politiche ambientali alla luce dei successi e delle criticità registrate nel settore nei periodi precedenti: impatto sulle NTA e sul RE

indicazione dei concorsi di idee per la valorizzazione e l’accensione delle luci tecnicoprofessionali di cui gode Alcamo;

interpretazione e valorizzazione di Alcamo Marina a partire dagli interventi di recupero ambientale e della messa in sicurezza del patrimonio residenziale rispetto ai pericoli per l’incolumità pubblica; recupero o creazione ex-nihilo dell’identità di questa parte urbana mediante pratiche partecipative disciplinate dal nuovo strumento urbanistico a garanzia della istituzionalizzazione dei nuovi processi identitari; concertazione a livello locale locale e sovralocale per identificare , promuovere e attivare le politiche di valorizzazione del patrimonio edilizio di Alcamo Marina in senso turistico e, possibilmente, relazionale integrato; concorso di idee per la definizione di una nuova forma urbana unitaria che sia attraente per i residenti e per i viaggiatori.

individuare i valloni come corridoi ecosistemici primari; a garanzia dei livelli di sostenibilità dei regimi idrogeologici minimi a difesa del futuro in termini di qualità ambientale di Alcamo;

inquadramento prospettico dei fabbisogni di suolo per il settore artigianale e per le PMI sia livello locale che sovralocale.

Questi sono solo alcuni dei numerosi aspetti che potrebbero essere trattati nelle assemblee cittadine.

Tutto quello che non è stato elencato potrebbe far parte del precedente documento delle direttive generali che resta un documento di fondamentale importanza da cui la cittadinanza tutta deve continuare, a mio avviso, a trarre utili spunti per sollevare le questioni e proporre soluzioni non solo correttive delle situazioni urbanistiche attuali ma soprattutto per creare le basi di una co-creatività diffusa a livello capillare tra tutti i soggetti che vogliono concretamente attivarsi per il Bene Comune di Alcamo. Aldi fuori di ogni intento retorico: qui c’é in gioco il futuro delle prossime generazioni. Bisogna rallentare e far cessare la fuga dei cervelli (di quelli ‘buoni’ ma anche di quelli meno buoni). Tutti, ma proprio tutti, possono dare un contributo.

Speriamo che la Regione ci dia il tempo di realizzare le assemblee tutte in modo sereno e compiuto senza inutili ed insane accelerazioni. Avremmo voluto fare molto di più. Ma siamo costretti a ‘fare le nozze coi fichi secchi’ e tanto ci deve bastare per andare avanti e uscire dall’attuale blocco dell’attività urbanistica ad Alcamo”.

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