Arresti mafia ed estorsioni a Castellammare Del Golfo – Solidarieta’ e congratulazioni a Bongiorno

CASTELLAMMARE DEL GOLFO. Per un paio di anni non gli chiedono il “pizzo” per rispetto al fatto di avere la madre gravemente ammalata, poi ancora perché loro, gli estortori mafiosi, impossibilitati a presentarsi per riscuoterlo in quanto in carcere, la scorsa estate ai primi di agosto tornati liberi si presentano e chiedono il pagamento della “rata” 2013 e anche degli “arretrati”, in soldoni 60 mila euro. Si sa che la mafia talvolta è però più buona e comprensiva dello Stato, e così all’imprenditore taglieggiato gli si è fatta anche la proposta di pagare, ma subito, il 50 per cento. Le cose però sono finite, giustamente, male per i tre mafiosi, per gli esattori e il loro capo, tutti e tre stanotte arrestati dalla Squadra Mobile di Trapani in una operazione coordinata dalla Dda di Palermo. Scenario di tutto Castellammare del Golfo e l’Agesp dell’imprenditore Gregory Bongiorno, presidente di Confindustria Trapani. Proprio per questa carica Bongiorno discutendo con l’estortore gli ha fatto presente che “non avrebbe potuto acconsentire ora e poi mai alla richiesta di pizzo” per via della nota direttiva di Confindustria che vieta di pagare il pizzo e obbliga alla denuncia. Che è quello che ha fatto Bongiorno al quale il mafioso aveva chiesto per giunta un posto di lavoro dentro la sua impresa.

Il presidente degli industriali trapanesi si è presentato ai poliziotti della Mobile diretta dal vice questore Giovanni Leuci e raccontato quello che gli stava accadendo. Sono scattati accertamenti e intercettazioni e stanotte su ordine del gip Jannelli che ha accolto la richiesta dei pm Principato e Marzella sono scattate le manette. In carcere sono finiti i castellammaresi Gaspare Mulè e Fausto Pennolino, in cella l’ordine di cattura ha raggiunto il potente e temibile capo mafia Mariano Asaro che per adesso si trova a scontare una condanna a 15 anni ancora per mafia ed estorsioni. Nome pesante quello di Asaro, mafioso e massone, vicino al lattoniere stragista Gino Calabrò, il nome di asaro compare nelle più rilevanti indagini antimafia siciliane, dalle strage alle connessioni con servizi segreti deviati e massoneria. Quando fu arrestato anni addietro assieme al latitante Michele Mercadante, il suo cellulare scoprirono i carabinieri che lo presero, aveva registrate come effettuate alcune chiamate presso uffici dei servizi segreti. Un paio di anni addietro Asaro fu arrestato dalla Dia di Trapani assieme anche a Pennolino e Mulè nell’ambito dell’operazione Beton che aveva messo in luce la riorganizzazione della cosca di Castellammare del Golfo e l’intrecciarsi di rapporti con la mafia trapanese, comune denominatore il capo mafia latitante Matteo Messina Denaro. Pennolino e Mulè una volta scarcerati si sono presentati da Bongiorno chiedendo il pizzo. A chiedere il denaro è stato Mulè.

Bongiorno nella sua denuncia ha raccontato anche i contatti risalenti agli anni precedenti, quando Pennolino un giorno, Pasqua 2007, lo invitò a seguirlo portandolo al cospetto di Mariano Asaro, ancora libero, e Asaro disse a Bongiorno le regole che doveva rispettare per pagare il pizzo e Bongiorno allora pagò subito 5 mila euro. Oggi ha deciso di denunciare tutto. Il nuovo e le cose vecchie a partire dal 2005. Bongiorno agli investigatori ha anche rivelato il racconto che gli fece la madre, Girolama Ancona in punto di morte, la donna raccontò al figlio le traversie subite negli anni dall’azienda di famiglia per colpa della mafia. La Ancona rese anche confessione nell’ambito del procedimento Tempesta che vide condannato l’imprenditore Mariano Saracino. Nel 1989 l’originario titolare dell’impresa Agesp era Vincenzo Bongiorno, genitore dell’attuale presidente di Confindustria e quindi marito dell’Ancona. In quell’anno Vincenzo Bongiorno venne ucciso dalla mafia. La vedova mandò via da Castellammare i figli facendo loro completare gli studi a Varese e Roma. Non avrebbe voluto che i due, fratello e sorella , tornassero come invece è successo. I tre arrestati sono accusati dei reati di estorsione e tentata estorsione aggravate dalla modalità mafiosa. Per Asaro e Mulè, condotte aggravate perché commesse durante la sottoposizione alla Misura di Prevenzione della Sorveglianza Speciale di P.S. Bongiorno l’anno scorso è stato eletto presidente di Confindustria. Anni prima era stato presidente vicario ed ancora presidente del gruppo Giovani Industriali.

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Rino Giacalone
Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.