Scala sulla sentenza della Corte Costituzionale

ALCAMO. La sentenza della Corte Costituzionale n°219/2013 del luglio scorso ha rimesso in gioco i soldi bloccati dallo sforamento del patto di stabilità. Sulla sentenza si esprime l’ex Presidente dell’Anci Sicilia, Giacomo Scala.

Va riconosciuto – commenta Scala – per onestà intellettuale che non appena emanato il dlgs 149/2011 e alla luce di una precedente sentenza della medesima  Corte, l’ Anci Sicilia e l’allora assessore Regionale all’ Economia, Prof. Avv Armao si attivarono immediatmete ciascuno pe la propria competenza con il risultato che la Regione siciliana presento il ricorso avverso al Dlvo in parola. Una sentenza di tale portata giudica ritengo sommessamente che non va sottaciuta così come lo è stata sino ad ora.La stessa è portatrice di indubbie elementi di positività . E proprio per la valenza e la portata giudica che la stessa rappresenta stupisce e lascia perplessi, che l’attuale Governo non interviene sulla vicenda che ha indubbi  riflessi positivi per gli enti locali siciliani, basti pensare che a tutti gli Enti Locali che hanno sforato il patto di stabilità non verrà comminata alcuna sanzione e il Ministero dovrà restituire ai comuni quanto trattenuto con Decreto del Ministero dell’interno“.

Secondo Scala il governo regionale non può rimanere in silenzio di fronte ad una sentenza così importante per i comuni siciliani. Per l’ex Presidente dell’Anci Sicilia il governo regionale dovrebbe rivendicare la non applicabilità delle sanzioni e pressare il governo nazionale per la tutela dell’autonomia siciliana, restituendo i trasferimenti che lo stato ha indebitamente trattenuto.

Inoltre commenta Scala occorre: “Rivendicare il riconoscimento delle pregorative di specialità statutaria ancora una volte acclarate dalla Corte con questa Sentenza .Incalzare, in modo serio e significativo, il Governo Nazionale, per chiudere la trattativa con lo stato secondo quanto previsto dalla legge 42/2009 la cui mancata chiusura provoca guasti e danni al sistema delle autonomie locali e ai cittadini, per i motivi di cui sopra e altri che per sintesi si omettono“.
Questo dovrebbe fare un Governo serio e attento alle dinamche legislative – conclude Giacomo Scala – oltre ad attivare una serie di riforme nella nostra Sicilia, non più procrastinabili e assolutamente necessarie, ma che ad oggi non sono nemmeno accennate. Una su tutte la riforma del sistema delle autonomie locali a partire la funzioni fondamentali associate dei comuni. Di contro, quando ci si approccia a riforme che toccano i diritti quotidiani dei cittadini, (per esempio soppressioni delle province), riforme necessarie, delicate e sostanziali, che attengono anche alla sicurezza scolastica …( il  riferimento è agli istituti gestiti dalle Provincie, che accoglieranno, ad inizio di anno scolastico,  gli studenti senza che alle scuole è stato fatto il benchè minimo intervento manutentivo) occorre pondereare bene le scelte, eliminare ogni tratto di schizofrenia amministrativa e legislativa e di orgasmo mediatico e  fare un serio cronoprogramma di progressivo svuotamento di funzioni e competenze, per poi definire l’assetto finale della riforma degli enti intermedi. Tale nuovo sistema sarà vocato a erogare servizi e prestazioni ai cittadini e permetterà a questi ultimi, di potere avere ed esercitare i propri diritti, altrimenti anche le riforme come la soppressione delle Provincie, seppur condivisibile in linea di principio, diventano un boomerang per chi li fa contribuendo notevolmente ad abbassare la qualità della vita dei cittadini amministrati”.
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