Alcamo ricorda Falcone…ma gli alcamesi?

ALCAMO – In tutta Italia si sono svolte ieri le celebrazioni in memoria delle vittime di mafia ed in particolare di Falcone e Borsellino: piazze piene e migliaia di persone unite per ricordare i grandi uomini e donne che hanno perso la loro vita per contrastare il fenomeno mafioso. Anche Alcamo non è stata ferma dinanzi a tale giornata commemorativa ed ha organizzato diverse manifestazioni. Tra queste, “Siamo…Capaci”, organizzata da un’insieme di associazioni, diventate per l’occasione un tutt’uno, e con la fattiva collaborazione del Comune.

Manifestazione ben riuscita da un punto di vista organizzativo, che ha avuto tra i momenti più toccanti la testimonianza di Bommarito, figlio dell’appuntato dei carabinieri ucciso in un attentato, insieme al collega Pietro Morici, anch’egli di scorta al capitano Mario D’Aleo, e quella di Placido Rizzotto, nipote dell’omonimo sindacalista, ucciso per il suo impegno a favore del movimento contadino per l’occupazione delle terre. Bravi anche i gruppi musicali che si sono susseguiti sul palco.

Insomma una serata  ottima per cogliere alcuni spunti dai quali partire per alcune riflessioni. Prima fra tutte, perchè se questa manifestazione è stata fatta per gli alcamesi, gli alcamesi sono rimasti a casa?

Solo un centinaio di persone ha infatti partecipato al corteo che da piazza Falcone Borsellino è arrivato in piazza Ciullo e un atrio del Collegio dei Gesuiti con poca gente. Forse le condizioni climatiche non sono state clementi ma affrontare un pò di fresco è un atto dovuto a tutta la gente morta per dare un futuro migliore a tutti noi.

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Eva Calvaruso, classe 1984, vive ad Alcamo, spirito da ventenne e laurea in Economia. Animo hippie e fan sfegatata di Guccini. Curiosità, passione e una continua ricerca della verità l’hanno spinta a diventare una giornalista.