ALCAMO – Lo scorso 4 Maggio si è tenuta presso la Sala Congressi Don Rizzo la conferenza dal titolo MAFIA: “A CU APPARTENI?” Incontro sulla cultura della legalità. L’evento è stato organizzato dall’Associazione MODi (Movimento Opinioni Differenti) e si inserisce tra i progetti a supporto dell’iniziativa “Piccoli Lettori Crescono”, la Raccolta Fondi per la Biblioteca Multimediale del Comune di Alcamo.
Ha aperto la conferenza il vicepresidente di MODi, la Dott.ssa Francesca Senia, la quale ha esposto il tema dell’incontro ossia la mafia vista sotto un’ottica diversa.
Successivamente la parola è passata all’Arch. Giusi Rausa che ha parlato brevemente della mafia come un particolare tipo di atteggiamento che probabilmente fa parte di noi. L’Arch. Rausa ha inoltre presentato i relatori: il Prof. Salvo Vitale, il Prof. Gaetano Porcasi, il Sign. Salvatore Bommarito, la Dott.ssa Francesca Bommarito, la Dott.ssa Antonella Vivona.
Il Prof. Salvo Vitale è un docente in pensione, autore di numerosi saggi, articoli, poesie e del libro “Il cuore dei coralli” (Peppino Impastato, una vita contro la mafia) dal quale è stata tratta la sceneggiatura del film “I cento passi”. Ha condiviso il percorso ideologico di Peppino Impastato ed oggi cerca di tenerne viva la memoria. Il Prof. Vitale ha presentato il libro, scritto insieme al Prof. Gaetano Porcasi, “Il tempo, i luoghi, gli uomini. Storie d’Italia”. Si tratta di un lunghissimo viaggio dentro la storia del nostro Paese con un occhio di riguardo alla Sicilia segnata dal sangue versato dai suoi figli migliori. Interessante l’intreccio tra linguaggi diversi, difatti il volume racchiude centinaia di immagini raffiguranti i quadri del pittore di Partinico Gaetano Porcasi. Il Prof. Vitale ha sottolineato come vengano fuori molti elementi a partire dai quali è possibile riscrivere l’intera storia d’Italia. Vitale ha anche parlato della cultura mafiosa come una cultura di accettazione citando un proverbio siciliano “Munnu è statu e munnu è”. Siamo generalmente portati ad accettare passivamente, tuttavia emergono delle esigenze di cambiamento; così si spiegano le azioni Antimafia e l’esigenza di un’educazione alla legalità.
Successivamente sono intervenuti Salvatore e Francesca Bommarito, figlio e sorella di Giuseppe Bommarito, coraggioso carabiniere ucciso dalla mafia. Salvatore Bommarito ha raccontato la storia del padre massacrato il 13 Giugno 1983 insieme al collega Pietro Morici e al capitano Mario D’Aleo. Quest’ultimo aveva continuato le indagini del capitano Emanuele Basile (con cui Giuseppe Bommarito aveva collaborato a stretto contatto) assassinato il 4 Maggio 1980 a Monreale durante la Festa del Crocifisso mentre era in compagnia della moglie e della loro bambina Barbara, che nel momento dell’uccisione teneva tra le braccia. D’Aleo aveva mantenuto la stessa grinta di Basile nella lotta contro la criminalità organizzata pertanto la Cupola Mafiosa aveva deciso di eliminarlo insieme ai coraggiosi uomini della sua scorta, Pietro Morici e Giuseppe Bommarito. Molto toccante l’intervento di Salvatore Bommarito il quale ha sottolineato il coraggio e la passione del padre che ha sempre considerato il suo mestiere una missione.
La Dott.ssa Francesca Bommarito, sorella di Giuseppe, ha raccontato lo stato d’animo del fratello nei giorni successivi alla morte di Basile; Bommarito aveva commentato:”Lo hanno lasciato solo”. Francesca Bommarito ha, inoltre, parlato della mafia come un problema mondiale, complesso e polimorfo poichè si intersecano vari elementi che lo rendono tale: cultura, società, etica, Stato, potere economico. La mafia attraversa la società in modo trasversale pertanto coinvolge ognuno di noi e sarebbe opportuno che ciascuno si impegnasse nella lotta per contrastare Cosa Nostra. E’ importante che la scuola mantenga viva la storia dei nostri eroi, i ragazzi devono conoscere i fatti concreti e considerare le Forze dell’Ordine non “sbirri” ma tutori dell’ordine.
La Dott.ssa Antonella Vivona, Vicequestore Aggiunto del Commissariato della Polizia di Alcamo, ha messo in evidenza l’interesse del Ministero dell’Interno nei confronti delle nuove generazioni; infatti le scuole sono invitate negli uffici della questura con il fine di avvicinare i giovani all’attività delle Forze dell’Ordine. La Dott.ssa Vivona ha anche parlato delle Misure di Prevenzione; si è soffermata in particolare sulle Misure di natura patrimoniale, che costituiscono un vero punto di forza poichè colpiscono il motore che muove il fenomeno mafioso: il potere economico. La società civile è costantemente impegnata nel contrasto alla criminalità organizzata, basti pensare alle svariate iniziative e manifestazioni che consentono ai cittadini di diventare attori positivi della collettività.
L’ultimo relatore, il Prof. Gaetano Porcasi, pittore antimafia, docente che promuove nei suoi percorsi didattici cultura, legalità ed impegno civile, dopo aver accennato alla sua collaborazione con il Prof. Vitale, ha parlato della pittura antimafia che nasce in un contesto sociale pesante e scaturisce da un profondo senso di denuncia. La classe dirigente è costituita da gente che si disinteressa del futuro delle nuove generazioni e per la quale è comodo guidare un popolo di ignoranti. E’ necessario sollecitare una forte coscienza civile per poter avviare un cambiamento significativo; inoltre bisogna anche fare attenzione all’Antimafia di facciata. I giovani siciliani devono rimanere in Sicilia, per difendere e valorizzare la loro terra.
Ha concluso la conferenza il Presidente di MODi, il Prof. Antonino Vallone, il quale ha ringraziato gli intervenuti ed ha elogiato l’importanza della cultura che rappresenta l’arma più forte contro qualsiasi forma di prepotenza.
Un incontro coinvolgente che ha toccato la nostra identità di siciliani, fieri delle nostre radici e di coloro che hanno dato la loro vita per la giustizia, la legalità e la libertà. “A cu apparteni?” Siamo figli di una terra ricca, con un passato ed un presente difficili, siamo figli di un’isola che merita di essere difesa con il coraggio del cambiamento.