Maxi sequestro a due imprenditori di Alcamo e Trapani

TRAPANI. La Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Trapani, sulla base di un provvedimento emesso dalle Autorità Giudiziarie di Trapani e Marsala hanno sequestrato dei beni per un valore di circa due milioni e 500 mila euro a due imprenditori di Alcamo e Trapani, ai quali è stata attribuita un evasione fiscale pari al valore dei beni posti sotto sequestro, accertata poi dal riscontro delle indagini condotte.

Più precisamente all’imprenditore alcamese, è stata contestata l’omessa presentazione delle dichiarazioni annuali 2008 relativa sia all’imposta sul reddito delle società, per oltre 314 mila euro, sia all’I.V.A. per oltre 162 mila euro. Alla luce dei fatti, l’Autorità Giudiziaria ha dunque potuto disporre il sequestro preventivo finalizzato alla confisca di 5 diverse abitazioni, due attività commerciali, un ufficio, un’autorimessa e sei appezzamenti di terreno.

Nel secondo caso invece, i fatti sarebbero risalenti al periodo 2006/2009, in cui l’imprenditore trapanese operava con successo nel Nord-Italia con una cooperativa nel settore della logistica per le imprese. Il 30 dicembre 2009 la cooperativa và in liquidazione. La sede viene trasferita da Paderno Dugnano (Mi) a Trapani e viene stranamente nominato liquidatore un marocchino nullatenente.

Le Fiamme Gialle sono state tuttavia in grado di ricostruire le manovre poco chiare messe in atto, quali l’irreperibilità del liquidatore extracomunitario e l’occultamento dei documenti fiscali, di calcolare un’evasione di IVA pari ad oltre 1,5 milioni di euro, un omesso versamento di ritenute operate per ulteriori 500 mila euro, nonché l’appropriazione indebita, anche in concorso con altre quattro persone, di 3 milioni di euro distratti dalla cooperativa.

Sulla base del quadro investigativo emerso, la Procura della Repubblica di Marsala ha potuto individuare elementi inequivocabili sullo stile di vita agiato dell’imprenditore. L’Autorità Giudiziaria ha dunque potuto emettere una misura cautelare reale per oltre 2 milioni di euro, che anche in questo caso ha consentito il sequestro preventivo per equivalente di quote societarie delle imprese riconducibili all’imprenditore, di tre autovetture, nonché delle disponibilità finanziarie dell’imprenditore.

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