Nostalgia canaglia (torna nella fogna)

“Dice ch’era un bell’uomo e veniva, veniva dal mareee, parlava un’altra lingua però, sapeva amareee”, cantava il mitico Lucio Dalla, che sfortunatamente non ci darà più altre parole da intonare. A chi si riferiva con il “bell’uomo”? Ma sicuramente a lui, quell’uomo dallo sguardo fiero e dalla mandibola volitiva che con una sola occhiata faceva innamorare le donne, Amilcare Andrea che pensieroso ingrugnava le labbra come una starletta in posa, l’uomo che avrebbe potuto trasformare il parlamento in un “bivacco di manipoli”, ma non lo fece per “alto senso dello Stato”, dopo l’assassinio di Matteotti.

Eppure ancora oggi si dice che “fece anche cose buone”, tipo bonificare la Maremma o sviluppare la rete ferroviaria. Con la colonizzazione delle campagne non ebbe fortuna, come testimoniano gli innumerevoli borghi da tempo abbandonati nelle campagne siciliane e meridionali (nella zona di Trapani, Borgo Livio Bassi, Borgo Fazio, Borgo Binuara, Borgo Bruca, Borgo Badia). Certo, in vent’anni di tempo, non sono poi così tante le cose positive che si ricordino. Forse i politici di oggi, la cui durata al governo è paragonabile a quella del Primo Maresciallo dell’Impero, non possono vantare neanche tali imprese, se in vent’anni di buono di loro si ricorda la patente a punti e … qual era l’altra cosa? Eppure c’era, mi ricordo… forse la depenalizzazione del falso in bilancio. No, quella era buona solo per pochi, pochissimi falsificatori di bilanci. Va bè, mi sovverrà prima della fine dell’articolo.

Poi altra gente, insospettabile (o sospettabile?), sostiene che “prima che degenerasse”, il fascismo “aveva una dimensione nazionale di comunità attinta a piene mani dal socialismo”. Cioè, l’analisi storica ci dice che il socialismo credeva (e crede) fermamente nel valore della comunità e il buon Benito, che dal socialismo proveniva, all’inizio proclamò di seguirne l’esempio. Prima di cominciare a prendere a sprangate tutti quelli che nella comunità italiana non la pensavano come lui. Fascisti moderni di Casapound e Forzanuova (incredibilmente tollerati in Italia, malgrado l’espresso divieto costituzionale di apologia del fascismo) sono perfettamente d’accordo, come dimostrano le manifestazioni di solidarietà dichiarate da questi gruppi per la neoparlamentare m5s revisionista.

Credeva fermamente nella famiglia, Mandibola Ferox, tanto è vero che non lasciò mai la moglie, pur preferendole spesso la compagnia di altre donne, ultima delle quali la signorina Claretta Petacci, sfortunatamente trovata in compagnia del Dux, mentre costui coraggiosamente tentava di attraversare le Alpi vestito da sottufficiale tedesco. In effetti più coerentemente dei politici odierni che proclamano a gran voce l’importanza della famiglia ma sono separati o divorziati e in più hanno “la duplice fortuna (e forse il merito) di non aver mai dovuto remunerare una signorina o una signora per avere rapporti intimi”, ma al contempo ammettono di essere “sempre stato in grado di dare una risposta positiva a chi mi si rivolgesse chiedendomi un aiuto”, magari proprio una di quelle stesse signorine (Dichiarazioni significative di S. Berlusconi del 04/03/2013 http://tg.la7.it/pol/news-70699).

Insomma non abbiamo mai fatto i conti con il nostro passato, con la dittatura che ci ha portato al disastro della guerra, preferendo sempre sorvolare, con la scusa che si trattasse di una dittatura “all’italiana”, all’acqua di rose, nella quale nessuno fu davvero trattato male (andatelo a raccontare agli avversari politici uccisi, ai deportati mandati al confino, agli ebrei tradotti in Germania e Polonia, a chi senza tessera del partito fu licenziato dal lavoro). Sì, forse i nazisti tedeschi furono ancora più feroci, se possibile, ma in Germania il nome di Hitler obbliga immediatamente qualsiasi nostro interlocutore tedesco ad assumere un’aria triste e a scusarsi mortificato, anche se sappiamo benissimo che lui a quel tempo non era ancora nato.

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