Il Diario di Elena

“Lunedì, la scuola. Mattinata scornettata di malaugurio del lunedì. Nello spiazzale-lager della scuola branchi di bipedi si liberano dallo zaino-carico lanciandolo a terra come animali da soma in sosta. Occhi a palla, ciuffi moicani storti, monosillabi biascicati per saluto. Raggiungo i raga per un po’ di carica, c’è un’intera giornata da ingollare. Ma non mi caga nessuno. Le Alternative, Stefi e Patti, stanno tampinando Sandrina la Secchiona per il suo quaderno di Fisica, scopiazzeranno alla menopeggio i simboli senza capirne una sega; il Ghiro è sdraiato sugli zaini con gli occhiali scuri scimmiottando Toni, il Figo della 5C, parcheggiato poco più avanti; quando mi vede si rialza e si atteggia, ma io mi concentro su Giada e le sue novità incredibili. Comincia una storia “vera, assicurata, raccontata da Melania in persona alla Ciarla”, Carla detta la Ciarla, la compagna più pettegola del creato. Le contesto che nessuno parlerebbe di una cosa di cui le importa appena all’Amplificatore scolastico per eccellenza. “Non ci avevo pensato” non fa in tempo a dire, che il Pachiderma si abbatte sul mucchio degli zaini, nel posto lasciato libero dal Ghiro. La mossa però non passa inosservata, c’è un risveglio generale di proteste, nessuno vuole lo zaino a sottiletta. In due o tre lo fanno rialzare, mentre ci accorgiamo che i novellini di prima e seconda sono spariti, già entrati, deve essere suonato l’inizio del primo round. Le prime due ore della prof. Sottuttoìo passano senza troppi feriti, la lasciamo parlare sonnambuli, ormai annuiamo a tempo. L’importante è non contraddirla mai: non sopporta chi osa mettersi in mostra o addirittura sbandiera idee originali. Delle sue furie ne sa qualcosa il Pleistocene, che ora rimane sorcionascosto sotto il banco. Noi, bimbebuone, le pappagalliamo appresso, basta ripetere l’ultima frase per aggiudicarsi un sette o un otto. Gracchio di campana. Ricreiamoci pure. L’atrio interno del lager è piccolo, il quartodoradaria lo prendono solo alcuni, gli altri vagano errabondi per le fallaci vie dei corridoi, se non peggio quelle devianti dei bagni maschiofemmine. All’angolo retto cieco del corridoio principale per poco non ci scontriamo, Fede, Giada e io, con i due 5C, Toni il Figo e il suo degno compare Ciro Zilla. Giada quasi mi sviene addosso, io invece gli mastico contro uno “State attenti, bestioni!” che dovrebbe affermare il mio carattere e la mia personalità. Peccato che loro non se ne accorgano quasi e continuino ridanciani per la loro meta, qualunque sia. “Hai visto che occhi belli, che ragazzi grandi?” ci tiene a sottolineare Giada. Effettivamente devo ammettere che il ciuffato Toni non è affatto male, non è un caso se tra noi è soprannominato il Figo. Raggiungiamo le Alternative nei bagnifemmine, dove si sfumacchia e si spettegola in zona antibagno, sedute tra la bassa pilariempisecchi e un difettoso banco di cui ci siamo da tempo appropriate. L’apparizione di Sandrina la Secchiona linguaviperizza le mie amiche che mezzannoiate con un paio di parolacce la imbizzarrossiscono. Solo un diversivo prima del secondo round mattutino. Durante l’ora di Fisica della Petunia (nomignolo di origini misteriose, forse un incrocio ignorante tra “paturnia” e “petulante” che comunque le stanno tutteddue), Giada si ricorda improvvisamente di quello che è successo a Melania, di come ha conosciuto via Fb un ragazzo più grande, del loro primo appuntamento e che quello oggi all’uscita la viene a prendere… Veniamo naturalmente beccate dalla Petunia che vuole sapere da me di quale teorema stia apologizzando. Non posso risponderle che è colpa delle stronzate che Giadinaparlaparla mi rifila fitte nell’orecchio destro. Alla lavagna. Figura di cacca, naturalmente, e ammonizione verbale di Petunia “se dovesse accadere di nuovo convocherò i tuoi genitori”, mi indicizza inanellata. Torno a posto smorzando con uno sguardo killer gli entusiasmi a manalzata del Pleistocene che vuole rispondere, leccaculo. Mi toccherà presentarmi volontaria la prossima volta, per rientrare nelle grazie della prof. Che a quel punto, non contenta, chiama la Stefi a dimostrare l’esercizio per casa. Quaderninmano, lei trascrive alla lavagna quello che ha copiato da Sandrina, ma evidentemente ha saltato qualche passaggio, che non è in grado di spiegare: 4 per lei. Finalmente c’è l’ultima ora e la Porro, la prof di Disegno, zigomoneomunita. L’ora passa a ripassare a china i disegni e i chiaroscuri, in tranquillità. All’uscita Giada m’indica trionfante Melania che esce dal suo gruppo e raggiunge un ragazzo che la aspetta appoggiato a una macchina rossa. Aveva proprio ragione la Ciarla, ma come fa a sapere sempre tutto?!?”

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