La pubblica amministrazione diventa Open

Il comma 1 dell’art 68 del codice della pubblica amministrazione in vigore dal 12/08/2012 recita:
Le pubbliche amministrazioni acquisiscono programmi informatici o parti di essi a seguito di una valutazione comparativa di tipo tecnico ed economico tra le seguenti soluzioni disponibili sul mercato:
a) software sviluppato per conto della pubblica amministrazione;
b) riutilizzo di software o parti di esso sviluppati per conto della pubblica amministrazione;
c) software libero o a codice sorgente aperto;
d) software combinazione delle precedenti soluzioni.
Solo quando la valutazione comparativa di tipo tecnico ed economico dimostri l’impossibilita’ di accedere a soluzioni open source o gia’ sviluppate all’interno della pubblica amministrazione ad un prezzo inferiore, e’ consentita l’acquisizione di programmi informatici di tipo proprietario mediante ricorso a licenza d’uso.
La valutazione di cui al presente comma e’ effettuata secondo le modalita’ e i criteri definiti dall’Agenzia per l’Italia Digitale, che, a richiesta di soggetti interessati, esprime altresi’ parere circa il loro rispetto
“.
Quindi l’acquisizione di software proprietario sarà possibile solo quando non presente un corrispettivo software libero.
Sarà difficile giustificare una spesa per una licenza di MS Windows o MS Office quando esistono già soluzioni Open Source altamente affidabili, scalabili e sopratutto compatibili con i file proprietari creati in precedenza.
Esempi ne sono diverse distribuzioni di Linux, con desktop graficamente sempre più simili a Windows, per ridurre l’impatto al cambio di S.O., come anche le suite di Office, come OpenOffice, LibreOffice, etc… anch’essi totalmente gratuite.
Il problema più grande sarà ora quello di “aprire” le menti dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni  spesso restìe al cambiamento, soprattutto nel campo dell’IT, verso una rivoluzione digitale, verso un mondo ancora sconosciuto ai più, ma dalle potenzialità ancora inimmaginabili.
Si prenda in esame ad esempio quanti soldi verranno risparmiati non acquistando più licenze dei software proprietari, cose che molti Paesi già fanno da diversi anni con enormi vantaggi.
Inoltre Linux, anche se non è immune dai virus, ha un livello di sicurezza molto più alto, tale da abbattare anche i costi di manutenzione dei sistemi informatici (il 90% dei virus vengono creati per sistemi MS Windows, sia per la sua enorme diffusione, sia per l’ingente presenza di bug del S.O.).
Quello che spero adesso è che si continui su questa linea e che non si inverta rotta alla prima difficoltà…
“Se vogliamo che tutto resti com’è bisogna che tutto cambi”… speriamo che si cambi davvero.

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