Intervista all’Avv. Leonardo Salato, componente alcamese del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Trapani.

Qual’è il significato della convocazione in via straodinaria ed aperta del consiglio comunale di Alcamo? L’Associazione Avvocati di Alcamo ha, più volte negli ultimi anni, espresso grave preoccupazione ed ha sollecitato il Sindaco, il Presidente del Tribunale di Trapani, l’amministrazione comunale, tutti i rappresentanti politici del territorio e, non ultimo, il Ministro della Giustizia, ad assumere, ciascuno secondo le proprie competenze, ogni iniziativa utile a garantire il potenziamento della locale struttura giudiziaria e, conseguentemente, a rendere più efficiente e forte la presenza dello Stato nel nostro territorio.

Considerato il rischio reale di una prossima soppressione degli uffici giudiziari alcamesi, il consiglio comunale si è riunito in sede
straordinaria ed aperta per approvare la mozione proposta dall’associazopne degli avvocati di Alcamo che riguarda la problematica dell’emergenza giustizia nel nostro territorio.

Quali sono i rischi e i problemi per il nostro territorio che derivano dalla soppressione degli uffici giudiziari di Alcamo?
La prospettata riorganizzazione delle circoscrizioni giudiziarie contrariamente alla perseguita finalità di realizzare risparmi di
spesa e incremento di efficienza, non appare né efficiente né conveniente. Ed infatti non si tiene conto né dei costi né dei disagi che
deriverebbero dallo spostamento degli uffici giudiziari soppressi presso le sedi di circondario. Queste ultime sarebbero, con tutta
probabilità, costrette a reperire nuovi locali per sopperire alle esigenze conseguenti all’aumento del personale, dei carichi di lavoro
e della relativa documentazione, nonché dell’utenza; verrebbero di fatto introdotte, ai danni dei cittadini, delle vere e proprie tasse occulte.Con particolare riferimento alla situazione del nostro territorio, il trasferimento degli uffici giudiziari a Trapani comporterebbe, innanzitutto, delle ripercussioni nella organizzazione e nel costo dei servizi delle forze dell’ordine e della polizia municipale, i cui componenti riescono oggi a conciliare i propri impegni di servizio con le necessarie presenze sia avanti il Tribunale sia avanti il Giudice di Pace proprio perché la sede giudiziaria è localizzata nella medesima città in cui prestano servizio. Il rischio di spostare i processi a Trapani, costringerebbe costoro a dedicare intere mattinate in dispendiose, in termini di tempo e di danaro, trasferte presso il Tribunale e l’Ufficio del Giudice di Pacedel capoluogo, distraendoli più del dovuto dagli altri servizi di istituto che sono chiamati ad adempiere. Per non tacere poi dei costi, non solo economici, di trasferta che sarebbero chiamati a sostenere i cittadini del territorio, chiamati a svolgere il dovere pubblico della testimonianza. Né si può ignorare il rischio di un inevitabile aumento complessivodei costi della giustizia, causati dagli oneri di trasferta chefinirebbero per ricadere a carico dei cittadini di Alcamo,Castellammare del Golfo e Calatafimi-Segesta. Il rischio di soppressione contrasta a tutta evidenza, e come già detto, con il parametro previsto dalla legge delega laddove è fatto espresso riferimento al “tasso d’impatto della criminalità organizzata”, che, purtroppo, nel nostro territorio affonda radicilontane e difficili da estirpare; la soppressione degli uffici giudiziari di Alcamo comporterebbe inoltre la definitiva perdita di posti di lavoro. Il personale amministrativo degli ufficigiudiziari verrebbe infatti trasferito in altre sedi dislocate fuori città. Ciò causerebbe inevitabilmente un impoverimento del tessutosociale con danni di non irrilevante gravità, in una situazione di già grave crisi economica ed occupazionale;si ha, pertanto, la sensazione di una sostanziale schizofrenia del Governo che da un lato chiede ai  suoi cittadini di contribuire sempre di più al buon funzionamento dello Stato, attraverso sacrifici e rinunce, mentre dall’altro lato sembra volersi allontanare da costoro ridimensionando o addirittura smantellando progressivamente tutti i presidi un tempo statali presenti sul territorio: dagli Ospedali alle Scuole, dalle Forze dell’Ordine agli Uffici Giudiziari, in un territorio che, al contrario, ha un’impellente necessità di vedere affermata la costante ed effettiva presenza dello Stato

Quale può essere il ruolo dei Comuni per scongiurare la chiusura degli uffici giudiziari?
la norma prevede la possibilità per i Comuni di mantenere gli Uffici del Giudice di Pace, facendosi loro carico dei costi di gestione.
Alla luce della disponibilità, in tal senso, dimostrata dai Sindaci dei Comuni di Alcamo, Castellammare del Golfo e Calatafimi-Segesta,
con la mozione rpoposta dall’associazione avvocati di Alcamo il consiglio comunale ha deliberato di farsi carico, in ogni caso e fin  d’ora, nell’esercizio dei propri poteri di indirizzo politico e di bilancio, dei costi che l’Amministrazione comunale ha già  pubblicamente dichiarato di impegnarsi a sostenere per mantenere e, oltre tutto, potenziare l’Ufficio del Giudice di Pace di Alcamo, con l’auspicio del consorzio con i Comuni di Castellammare del Golfo e Calatafimi-Segesta. Il consiglio comunale si è altresì impegnato ad intervenire, con ogni suo mezzo, ivi inclusa l’intercessione presso i propri rappresentanti politici nazionali, affinché nell’iter legislativo in corso, inerente la riorganizzazione degli uffici giudiziari, possa essere garantito l’effettivo rispetto di tutti i criteri dettati dal Parlamento, nel suo potere di delega, al Governo per scongiurare il rischio di chiusura degli Uffici giudiziari della Città di Alcamo.

Quali sono le motivazioni dello sciopero degli avvocati fissato il 23 24 febbraio 2012?
Come cita pure il comunicato dell’Ordine: per contrastare le imminenti decisioni che il Governo sta assumendo sulla disciplina della professione forense, nel più ampio ambito dei provvedimenti cd. “di liberalizzazione” nel corso dell’Assemblea nazionale degli avvocati italiani indetta dall’Organismo Unitario dell’Avvocatura, si è deliberato di procedere ad una serie articolata ed organica di forme di protesta. Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Trapani, condividendo tutte le motivazioni dell’astensione riportate nella predetta delibera O.U.A., nella seduta del 7 febbraio 2012, ha  dichiarato l’adesione alla proclamata astensione fissat per il 23 e 24 febbraio 2012. Ciò che viene richiesto al Governo è, tra l’altro, la ridistribuzione territoriale degli attuali uffici a livello distrettuale o regionale, un piano nazionale sulla geografia giudiziaria diretto a mantenere quelle sedi giudiziarie che risultino necessarie, effettuando un’analisi approfondita dell’effettiva domanda di giustizia,dell’utenza, della cittadinanza, dell’incidenza  della criminalità organizzata nel tessuto sociale, del PIL a livello locale.

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