Il congresso dell’Udc per sciogliere il nodo Adamo-Turano

Di sicuro, vecchi e nuovi neodemocristiani non sono scaramantici. Il loro primo congresso provinciale, dopo la svolta di Pierferdinando Casini lo terranno a Trapani, o meglio ad Erice, nella sala conferenze della Baia dei Mulini, il 17 dicembre. La nuova Udc dovrà uscire dalla logica della mediazione continua ed eleggere un nuovo gruppo dirigente. Finora il partito è stato gestito dalla coordinatrice provinciale Giulia Adamo e dal presidente Gianni Pompeo. I due si sono sempre confrontati con il presidente della Provincia Mimmo Turano. Da qui, consultazione dopo consultazione, un partito imballato, che prende poche decisioni e spesso divergenti. L’onorevole Adamo è disponibile a fare un passo indietro. Gli impegni parlamentari come capogruppo all’Ars dell’Udc e la sua volontà, sempre più forte, di candidarsi a sindaco di Marsala, hanno messo a dura prova la resistenza fisica dell’ex presidente della Provincia. Un passo indietro che verrebbe ricompensato con la designazione del suo successore. In soldoni, l’Adamo si fa da parte se il prossimo coordinatore provinciale sarà espressione della sua componente. Se qualcuno non è d’accordo dovrà vedersela direttamente con lei, perché in tal caso tornerebbe in campo rivendicando la carica di coordinatrice. Il partito, a Roma come a Palermo, vuole un congresso unitario. L’Udc trapanese sarà nelle condizioni di soddisfare questa richiesta? E’ un partito che vive quotidianamente sull’orlo di una crisi di nervi. E’ assemblato male perché al suo interno ci sono linee politiche diverse. L’Adamo ritiene d’interpretare la svolta di Casini e punta all’alleanza con il Partito Democratico. Vuole che il Terzo Polo definisca, al più presto, l’alleanza con il Pd. L’onorevole è decisa a rompere con il Pdl e non perde una sola occasione per ribadire che il suo partito è alternativo ai berlusconiani. Ma nell’Udc trapanese c’è anche chi la pensa diversamente. Lo dice poco a parole, ma lo conferma con i fatti. E’ il caso del presidente Turano. L’asse con il Pdl è concreto e visibile. Non ha mai detto una parola sull’eventuale alleanza con il Pd. E’ invece sempre pronto a valorizzare il lavoro svolto dalla sua amministrazione che si poggia su un accordo di ferro con il Pdl. L’alleanza con il senatore berlusconiano Antonio D’Alì è fuori discussione. Non è mai entrata in crisi. Se Turano deve scegliere tra rompere con D’Alì o con l’Adamo non ci penserà soltanto un minuto ad allontanarsi dalla seconda. Di conseguenza, il congresso potrà essere soltanto fintamente unitario. L’Adamo punta ad avere la maggioranza all’interno del partito. Ma se piazza al vertice dell’Udc un suo fedelissmo “oltranzista”, fautore di un’accelerazione nell’incontro con il Pd deve anche mettere in conto che il partito potrebbe dividersi in due. Se invece punta su un “moderato” della sua componente ci saranno più margini di mediazione, anche se l’ambiguità politica rimarrà tale e quale. Tra l’Adamo e Turano c’è il sindaco di Castelvetrano. Pompeo non ha tuttavia la possibilità di contare sulle truppe camellate come i primi due. I numeri del tesseramento diranno che ruolo può avere. Ha finora ondeggiato, in qualche caso schierandosi con l’Adamo ed in qualche altro seguendo le mosse di Turano. Il futuro dell’Udc trapanese non è legato soltanto alle questioni interne. L’evoluzione delle dinamiche politiche nazionali e regionali potrebbe stravolgere gli attuali equilibri a favore dell’una o dell’altra componente.

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