Alcamo, tra Impero e l’Alternativa che non c’è

“L’Alternativa c’è”, dicono Pid, Pdl e Noi Sud. Sarà pure così, ma sinceramente non si vede. Il centrodestra alcamese è una realtà marginale, quasi virtuale. I suoi rappresentanti non credono a se stessi. Sanno di non essere credibili, ma non possono tirarsi indietro. Alle amministrative di primavera dovranno comunque partecipare. Sanno già che a vincere sarà ancora il centrosinistra, con il senatore Nino Papania a guidare la città. Possono fare qualcosa per impedirlo?

Missione impossibile! Si scagliano contro il sistema, ma sono consapevoli di farne comunque parte. Vent’anni di centrosinistra sono stati garantiti anche dalla loro volontà d’inciucio, salvo qualche rara eccezione. Dov’erano quando il centrosinistra da coalizione si trasformava, a loro dire, in regime cittadino? Alcuni di loro ne facevano parte, altri erano lì in attesa delle briciole, altri sperano ancora di essere chiamati a corte. Un’alternativa reale e concreta si costruisce conuna classe dirigente nuova. Cosa c’è di nuovo in Francesco Paolo Lucchese? Cosa c’è di nuovo in Norino Fratello? Cosa c’è di nuovo in Franco Regina? L’elenco è lungo, ampio ed articolato. Non può essere dimenticato l’ex assessore provinciale Baldassare Lauria. Non sono, non possono essere il nuovo perché sono stati classe dirigente. Non sono, non possono essere il nuovo perché esprimono soltanto una battaglia di retroguardia. Alcamo – come dicono – è ormai un impero ad uso e consumo di pochi? Prendiamola per buona. Una domanda. Dove sono stati in questi anni? Un regime non si abbatte con una dichiarazione al giornale o con una manifestazione pubblica. Il Cine Marconi è confortevole ma la battaglia si fa per strada ed il centrodestra è da anni rinchiuso in casa. Quella di Alcamo è una condizione grave, democraticamente deficitaria. Il centrosinistra è ormai stanco. Sceglie la carta Papania- con ogni probabilità – per evitare la guerra di tutti contro tutti. La candidatura a sindaco del senatore non è un atto di forza ma di assoluta debolezza. Serve il leader per tenere a bada tutti i pretendenti, che sarebbero pronti a “scannarsi”, non riconoscendosi l’uno con l’altro. Ma è pur vero che le leve del potere, il sistema, consentono di andare avanti, magari con poche idee ma confuse, ma con la forza del consenso, costruito anche sul bisogno degli alcamesi. Il centrosinistra sarà anche brutto, sporco e cattivo, ma esiste. E’ lì. Non c’è, invece, il centrodestra. Ha una dirigenza spremuta, in alcuni casi dalle sconfitte, ma soprattutto senza la possibilità di presentarsi come nuova. A perdere è la democrazia. A perdere sarà Alcamo. Sarà una brutta campagna elettorale, con tanti veleni perché di politico non c’è nulla. C’è chi sa già di vincere e sta tessendo la sua tela del potere e c’è anche chi sa già di perdere e magari dopo la campagna elettorale e l’esito del voto un salto nella sede della segreteria del senatore può sempre farlo.

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