“Siamo tutti TeleJato”. Manifestazione contro la chiusura della rete televisiva a Partinico.

PARTINICO – La legge finanziaria appena approvata ha suscitato molti scossoni nella nostra Italia. Tagli che hanno creato allarme e sdegno politico, come quello riguardante l’abolizione di alcune delle province (e citare solo quest’esempio è quasi una provocazione).
Ma una delle conseguenze di questa legge è passata inosservata: “non vedo, non sento, non parlo”. Attraverso gli articoli 8, 9 e 10 vengono abolite, di fatto, tutte le piccole reti televisive comunitarie che, con l’avvento della tecnologia del digitale terrestre, non riusciranno a coprire le somme che saranno dovute al ministero dello sviluppo economico per l’acquisto del diritto di trasmettere sulle loro frequenze d’onda.
Stranamente le tre reti Rai, Sky e La7 non dovranno versare alcun contributo. E così, almeno 250 reti locali fra cui TeleJato, l’ormai famosa televisione del partinicense Pino Maniaci, si trovano in gravi difficoltà. Ma TeleJato non si arrende. Da dodici anni in prima linea nella lotta alla mafia (è di pochi giorni fa l’ultima provocazione subìta, la scritta apparsa su alcuni muri “W la Mafia, Telejato sei lo schifo della terra”), affronta questa nuova sfida con il vigore e l’aiuto di numerose associazioni, che si sono unite ad una piccola rappresentanza della popolazione di Partinico lo scorso sabato, 24 Settembre per una manifestazione che ha percorso tutta la città. Libera, Addiopizzo, Associazione Rita Atria, Radio Aut, Redazione Casablanca, camera del lavoro di Corleone, Cgil Palermo, Castellolibero, Cooperativa Placido Rizzotto, Cooperativa Lavoro e non solo, associazione Nicodemo, osservatorio Sviluppo e Legalità, Movimento dei Forconi, associazione Peppino Impastato, Anpi, Cittadini invisibili? No grazie, Sel e Rifondazione Palermo hanno aderito al corteo ed insieme hanno dato vita al movimento “Siamo tutti TeleJato”, che è stato anche lo slogan della giornata. TeleJato diventa così la voce di tutte le piccole emittenti nazionali che non si rassegnano a questa decisione, e Pino Maniaci dichiara di voler proseguire la protesta scrivendo al Presidente della Repubblica e a tutti i partiti politici.
«Continuo a combattere. – racconta Maniaci – Pensate che dopo 12 anni di lotta alla mafia mi lasci intimidire dallo spin off, consegnando me e la mia famiglia nelle mani della mafia? Ricordiamoci che loro non dimenticano e non vedono l’ora che Telejato venga chiusa».
“Siamo tutti TeleJato” sta anche organizzando una serie di ulteriori iniziative. Un segno che continua a far sperare, perché il fenomeno mafioso si è sempre nutrito del silenzio dell’omertà, e combattere questo silenzio non solo è un diritto, ma un dovere di ogni singolo cittadino.

Gabriele Volpetto
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