Lombardo al banco degli imputati.

Immaginate di essere in un’aula di tribunale e, come nel più classico dei telefilm di genere giuridico, verngono riproposti indizi, prove e testimoniane da analizzare; mentre i magistrati, attenti,  formano un proprio giudizio al riguardo, basandosi solo su di essi. I cittadini, fuori dall’aula e nella loro  scorrevole quotidianità, confidano nella giustizia. Peccato che questa volta non ci troviamo in una ennesima puntata di  “Law & Order” o di “Close to Home”, ma nella realtà. Questa volta al banco degli imputati siederà Raffaele Lombardo  il quale, ovviamente, cercherà di dimostrare la sua estarneità ai fatti.  E proprio per dimostrare all’opinione pubblica di non temere il giudizio e di confidare nella giustizia, pare che la strategia processuale scelta  dal Presidente regionale non sembri escludere affatto il chiedere il processo con rito immediato. Questa scelta porterebbe il Presidente ad essere giudicato da un organo collegiale e non monocratico, come quello del giudice per le indagini preliminari. Sul piano strettamente politico, inoltre, saltare il rinvio a giudizio gli permetterebbe di ottenere la permanenza del Partito Democratico nell’alleanza di governo. Per alcuni esponenti di spicco del PD il rinvio a giudizio è un confine inviolabile da non superare. Adesso si attende solo la firma del Procuratore capo facente funzione, Patanè, e aspettare, con ansia, la prossima puntata. Augurandosi che questa volta, come invece accadde nella Pro Caelio di Cicerone, la parola non sia più forte della verità.
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