Chi si allea col Pd?

L’onda lunga dello tsunami milanese raggiunge anche le sponde della Sicilia. Perso il primo round, Berlusconi intona il nessun dorma, anche se, il test politico sul “gradimento” del capo del governo e annessa corte di ministri, appare abbastanza lampante. Ma dalle cifre emerge chiaramente una propensione alla frammentazione sia del centrodestra che del centrosinistra. sua atipica situazione politica.
“Berlusconi è crollato in Italia dopo essere crollato in Sicilia. Si avvia una svolta nel Paese, possibile dando vita a un’alleanza costituente tra tutti i partiti alternativi ai berlusconiani”, commenta il segretario del Pd siciliano Giuseppe Lupo, ed in seguito suggerisce a Fini e Casini: “Il terzo polo ai ballottaggi scelga i candidati del centrosinistra se non vuole essere coinvolto dal tracollo del centrodestra. Noi dobbiamo lavorare per un centrosinistra unito capace di allargare l’alleanza al centro”.
Non dimenticando il peso che il terzo polo ha in Sicilia più che in altre località, “Considerati quelli che sono i risultati del terzo polo, penso che la Sicilia sotto questo punto di vista dovrebbe dare un segnale fortissimo, considerato che abbiamo come governatore un esponente importante del Nuovo polo. Oggi e più di prima il presidente Lombardo deve adoperarsi per rafforzare questo schieramento”, osserva il capogruppo di Fli all’Ars, Livio Marrocco.
Adesso i finiani si trovano ad un bivio e privi di tom tom. Urso e Ronchi si sono pronunciati per il sostegno al centrodestra, ma sono stati subito additati come suicidi da D’Alia. Intanto ieri Granata si è espresso favorevolmente ad un patto col Pd, mentre D’Alia conclude con la sua chiave di lettura degli eventi: “Credo che il voto di Milano abbia chiuso una fase della politica italiana. Prima Berlusconi se ne rende conto facendo un passo indietro, meglio è per il Paese”.
Ma fra tanti doloranti sconfitti, qualcuno beccato a gioire c’è: ”Il risultato di Forza del Sud in Campania e Calabria è per me motivo di grande emozione – dice Miccichè -. Siamo, numeri alla mano, il secondo partito della coalizione di centrodestra”. “E’ necessario che i partiti abbiano modo di incontrarsi per lavorare sui programmi e suoi progetti. Altrimenti non si crea una squadra”, osserva Cimino (vice di Miccichè). Non ci rimane che aspettare e vedere.
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