‘Ala al-’Aswani: ” Se non fossi egiziano”

“Se non fossi egiziano” è l’ultimo dei romanzi pubblicati da ‘Ala al-‘Aswani, lo scrittore egiziano che ha già ottenuto un grande successo nel mondo arabo e nel resto del mondo con i suoi primi due romanzi, Palazzo Yacoubian e Chicago. Al-‘Aswani è, come molti altri scrittori ed intellettuali del mondo arabo, la dimostrazione vivente di un mondo che noi occidentali ci siamo ostinati ad ignorare, e di cui solo oggi, a causa dei caccia che ci volano sulla testa, ci accorgiamo. Lo scrittore è membro fondatore del movimento di opposizione “Kifaya” (basta), movimento che da anni chiedeva le dimissioni del governo Mubarak ed elezioni libere organizzando cortei e manifestazioni che hanno portato, dal 2004 ad oggi, numerosi suoi membri all’arresto da parte delle autorità egiziane. Il romanzo racchiude in sè sedici brevi racconti e il primo romanzo scritto da al-‘Aswani ma mai pubblicato fino ad oggi, come racconta lui stessso nella prefazione, a causa della censura di un burocrate perchè reo di trasmettere un messaggio anti-egiziano. Il racconto, molto più lungo rispetto agli altri, è intitolato “I quaderni di ‘Issam ‘Abd al-‘Ati” ed è scritto sotto forma di diario. Il protagonista ‘Issam è un giovane ragazzo egiziano, che annota su dei quaderni considerazioni e pensieri vari ripercorrendo alcuni momenti della sua vita. “Se non fossi egiziano, egiziano vorrei essere”, ‘Issam prende spunto da questa frase del nazionalista egiziano Mustafa Kamil, strumentalizzata e abusata dalla classe politica egiziana, per dare sfogo ai suoi pensieri circa la corruzione, la grettezza e l’inettitudine del popolo egiziano. I suoi ricordi tracciano un percorso lento e crescente verso la solitudine e l’isolamento di un ragazzo che, se da un lato sembra possedere la grande capacità di guardare la realtà che lo circonda senza sconti di sorta, cogliendola nei suoi aspetti più duri, dall’altro non riesce però ad adeguarcisi e trova l’unica via d’uscita nella solitudine e nell’isolamento che diverrà man mano sempre più crescente. Delle restanti sedici storie sono protagonisti personaggi appartenenti a diversi contesti sociali, culturali ed economici che mostrano un Egitto in cui i sogni e le speranze non trovano spazio, in cui il talendo e le idee sono destinati a soccombere, un Egitto di servi e padroni in cui l’unica legge che conta è quella del denaro e della corruzione.

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