Tradizioni e consumi di Capodanno

Più il Capodanno si avvicina più la vendita di cotechino, zampone e lenticchie aumenta. Le tradizioni fanno da padrone in questo periodo dell’anno e rendono le nostre cucine piccoli laboratori culinari in cui è possibile trovare qualsiasi tipo di prelibatezza.
Secondo una stima della Coldiretti verranno fatti sparire dalle tavole quasi cinque milioni di chili tra cotechini e zamponi che rappresentano circa il 95 % del totale della produzione nazionale. Anche il consumo di lenticchie “porta fortuna” ha una stima di tutto rispetto: ben un milione di chili verrà consumato durante il cenone di Capodanno dagli italiani.
Tutte le tradizioni trovano le loro radici lontano nel tempo. Per esempio l’usanza di mangiare lenticchie a mezzanotte deriverebbe da un antico rito pagano secondo cui mangiare lenticchie l’ultimo dell’anno porterebbe soldi e ricchezza. In più era tradizione regalare dei portamonete colmi di lenticchie come auspicio per i guadagni.
Per quanto riguarda zampone e cotechino, che si differenziano soltanto per il loro involucro (cotenna della zampa per il primo, budello, naturale o artificile, per il secondo), vedono la loro nascita addirittura nel 1511, quando, durante l’assedio di Mirandola da parte delle truppe di papa Giulio II, per non sprecare la carne dei pochi suini rimasti, un cuoco ebbe l’idea di tritare tutta la carne e miscelarla con molte spezie, per poi conservarla nella pelle delle zampe anteriori dei maiali e cuocerla al momento opportuno.
Le tradizioni dell’ultimo dell’anno non si limitano soltanto all’aspetto culinario ma si legano anche ad una serie di altre consuetudini.
Una di queste è quella di indossare intimo rosso a Capodanno, che sia il reggiseno, uno slip o un paio di boxer. Si tratta di un’usanza diffusa in tutto il Mondo che risale all’antichità: si dice che gli antichi romani per esorcizzare la paura indossavano sempre qualcosa di rosso, simbolo del sangue e della guerra. Oggi l’usanza è diventata segno di fortuna e benessere per l’anno nuovo.
Come non ricordare i botti di Capodanno che rimbombano per le vie della città a partire dai giorni che precedono il 31 dicembre e che sono simbolo di gioia e felicità.
Un’usanza che invece è stata un pò abbandonata nel territorio trapanese è quella di gettare dal balcone tutto ciò che di vecchio ed inutilizzato c’è in casa, per buttarsi le cose brutte dell’anno passato dietro le spalle, in attesa delle cose migliori che si spera verranno con l’anno nuovo.
CONDIVIDI
Commenti Facebook
Articolo precedente“IN UNA NOTTE DI NOTE” – Appuntamento con la musica
Articolo successivoMassima allerta per la notte di Capodanno
Eva Calvaruso
Eva Calvaruso, classe 1984, vive ad Alcamo, spirito da ventenne e laurea in Economia. Animo hippie e fan sfegatata di Guccini. Curiosità, passione e una continua ricerca della verità l’hanno spinta a diventare una giornalista.