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mercoledì, 24 Aprile 2024
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Le scuole trapanesi ai tempi del coronavirus, tra “classi virtuali” e video-lezioni

La didattica online per garantire la continuità. Ecco come si stanno organizzando alcune scuole della provincia trapanese: tra classi virtuali, video-lezioni e materiale sui...

Rinviata la Giornata della Memoria e dell’Impegno prevista il 21 marzo a Palermo

Per motivi di sicurezza sanitaria e per i rischi causati dalla presenza del Coronavirus sul territorio nazionale Luigi Ciotti e Leoluca Orlando hanno deciso...

Alcamo, la storia di Antonio che non si è arreso alla dislessia. “La mia...

Antonio a breve conseguirà la sua seconda laurea all’Università degli Studi di Palermo, ma fino a qualche anno fa per lui era impensabile. “È...

La preghiera è un dialogo con Dio. La testimonianza di Claudia Koll ad Alcamo.

Un dibattito sempre al centro di ciò che è Fede, questo è quello che ha sempre interessato il linguaggio che possa mettere direttamente in...

La favola di Chris Obehi, dal “barcone” a Casa Sanremo cantando in dialetto siciliano

Il cantautore nigeriano che canta e incanta in dialetto siciliano ha ritirato il premio “Musica contro le mafie” a Casa Sanremo e a marzo...

Castellammare, la rabbia di papà Luigi: “Aeroporti chiusi e nessuna informazione. Mia figlia bloccata...

Chiara Cravotta si trova in Cina da circa un anno per perfezionare la conoscenza della lingua. Ma non può rientrare a causa del blocco...

Si è spento il sindacalista alcamese Francesco Contento

Si è spento oggi pomeriggio, all'età di 69 anni, Francesco Contento, storico sindacalista della Cgil di Alcamo. Personalità da sempre impegnata sul territorio in...

Racconti migranti/14. La storia di Modibo: “In Libia ci hanno sparato addosso, sono vivo...

Dal sudore nei campi di patate e pomodori in Mali, alle carceri libiche. La vita in fuga di Modibo che a Tripoli ha rischiato...

Il piccolo Giuseppe di Matteo, vittima due volte

veva solo 13 anni Giuseppe Di Matteo, quando venne assassinato barbaramente dalla mafia, era l’11 gennaio del 1996. Venti quattro anni fa venne ucciso dalla mafia un bambino, che guardava al futuro e ad una vita normale, anche se figlio di un affiliato alla mafia, Santino Di Matteo, poi collaboratore di Giustizia. Proprio per la scelta del padre fu ucciso da sicari della mafia corleonese, che abbandonata la regola del passato, cioé quella di non toccare i bambini, furono spietati. Giuseppe, una vittima due volte, perché figlio di mafioso e perché incontrò la brutalità di altri mafiosi. E’ importante ricordare tutta la storia, per far memoria e per sottolineare che la mafia uccide il presente, quindi non permette di creare un futuro.

Quelle trame tra destra eversiva e la mafia

Scenari che si ripropongono sempre di più scavando attorno ai delitti politici di Mattarella e Reina ma che erano emersi anche a proposito della...
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