Coronavirus, volontari distribuiscono beni di prima necessità a migranti che vivono in un ex cementificio: “Nessuno deve rimanere indietro”

Un campo migranti di lavoratori stagionali in perenne emergenza sanitaria. Al tempo del coronavirus l’assistenza per quei “ragazzi invisibili” che vivono in precarie condizioni igienico-sanitarie è ancora più necessaria. Ma preoccupa l’ombra di un sgombero senza un’alternativa abitativa. GUARDA LE FOTO

CASTELVETRANO. La macchina della solidarietà non si ferma nonostante l’emergenza coronavirus. Anzi, continua ancora con più forza. “Questi ragazzi vivono in una situazione di degrado e l’emergenza rischia di aggravare maggiormente la loro condizione”. Ad affermarlo è Salvatore Inguì, volontario di Libera che da anni, insieme ad altri, si prende cura di queste situazioni ai limiti della vivibilità. “Si tratta di lavoratori stagionali che vivono in questo campo da circa cinque anni, alcuni ormai stabilmente. Prima vivevano nel territorio di Campobello di Mazara, adesso si sono spostati di 500 metri nel territorio di Castelvetrano”.

Questi ragazzi, quasi tutti provenienti dal Senegal e dal Gambia, da qualche tempo si sono trasferiti dal campo di Campobello in un ex cementificio nel territorio di Castelvetrano. Da anni le associazioni del territorio si occupano di portare loro assistenza e beni di prima necessità, soprattutto nel periodo in cui il campo si popola maggiormente, durante la raccolta delle olive. “Molti ragazzi hanno trovato lavoro nelle campagne e sono rimasti qui stabilmente. Il campo – spiega Salvatore Inguì ad Alqamah.it – oggi accoglie circa cinquanta ragazzi.”

Senza servizi igienici, senza un’adeguata assistenza, senza un tetto vero e nel pieno dell’emergenza coronavirus. Questo campo rischia di diventare una vera e proprio bomba sanitaria. Per questo motivo in questi giorni è stata intensificata l’assistenza da parte delle associazioni di volontariato. “Noi vogliamo continuare a mantenere acceso un faro su questa comunità, affinché si riesca a trovare una soluzione definitiva e dignitosa per questi ragazzi che ormai sono parte integrante del territorio. Molti di loro a causa dell’emergenza hanno perso anche il lavoro, in più hanno un ordine di sgombero che pende sulle loro teste”. Infatti nei giorni scorsi il Sindaco di Castelvetrano Enzo Alfano ha emanato un’ordinanza di sgombero, poi sospesa, per l’ex cementificio. Intanto i presidi di Libera di Castelvetrano e di Marsala insieme alle associazioni Amici del Terzo Mondo, Archè Onlus, la Libera Orchestra Popolare e in collaborazione con la Croce Rossa Italiana hanno portato assistenza e distribuito beni di prima necessità.

Uno sgombero soltanto rimandato

Lo sgombero ordinato dal Sindaco Enzo Alfano, dopo i dubbi sollevati dal locale presidio di Libera, è stato sospeso, cioè rimandato al termine dell’emergenza sanitaria per il Covid-19. Intanto dal Presidio di Libera hanno lanciato un grido d’allarme.

“Da diverso tempo Istituzioni Pubbliche, organizzazioni sindacali, Terzo settore e volontariato hanno affrontato il problema di fornire adeguata sistemazione a queste persone che venute sui nostri territori in occasione del periodo della raccolta delle olive poi vi sono rimasti, potendo contare su lavori stagionali nelle campagne circostanti. Senza alloggio adeguato – spiega Filippo Cirabisi di Libera Castelvetrano in una nota –  questi uomini, provenienti dall’Africa ma da diversi anni oramai stanziatisi sul territorio italiano, hanno sempre vissuto in condizioni molto al di sotto della vivibilità umana. Negli anni scorsi avevano creato una baraccopoli nei pressi del quartiere Erbe Bianche di Campobello di Mazara; successivamente ospitati presso un bene confiscato alla mafia nei pressi dello stesso quartiere (l’oleificio Fontane d’Oro); poi ancora, dopo accorati appelli, anche da parte del Sindaco e del Prefetto affinché i datori di lavoro si preoccupassero anche di fornire dignitoso ed adeguato alloggio (con poche adesioni da parte dei proprietari terrieri) i lavoratori hanno occupato la fabbrica dismessa di calcestruzzi “Cascio”. Uomini che affrontano quotidianamente disagi notevoli, quali l’assenza di acqua corrente, di energia elettrica e quindi di acqua calda, di servizi igienici. Lavoratori ai limiti della schiavitù, sfruttati, malpagati e tenuti ai margini sociali, senza alcuna tutela sociale e sanitaria. L’azione di sgombero, pertanto, non può che essere vista con favore dai tanti che hanno a cuore la dignità ed i diritti fondamentali dell’essere umano”.

Quello che preoccupa i volontari di Libera, però,  è la mancanza di una soluzione alternativa al campo nell’ex cementificio. Infatti un eventuale sgombero, senza una valida alternativa, rischierebbe di buttare questi ragazzi in mezzo alla strada, tra l’altro in piena emergenza sanitaria per il Coronavirus.

“L’azione di sgombero è certamente l’operazione più immediata da applicare con successo, ma aver messo in strada 40 persone consentirà loro condizioni di vita migliori? E relativamente a tutte le disposizioni della Presidenza del Consiglio – sottolineano i volontari di Libera Castelvetrano – che prevedono (e pretendono) il rispetto delle ordinanze di rimanere quanto più possibile nelle proprie abitazioni, uno sgombero senza soluzioni alternative non ottiene proprio di aumentare il rischio che il virus possa essere maggiormente veicolato? E ciò non certo perché queste persone sono straniere ma solo per il semplice fatto di non avere una abitazione alternativa e non potersi avvalere di condizioni igieniche adeguate”.

“Restituire dignità a questi lavoratori”

“Noi chiediamo di restituire dignità e rispetto dei diritti alle persone che lavorano nel nostro territorio non più soltanto per la raccolta delle olive, ma anche durante il resto dell’anno. Abbiamo chiesto al Comune – spiegano dal Presidio di Libera – di evitare che il vagabondaggio sul territorio nazionale cui sarebbero costretti costoro possa ulteriormente acuire il rischio di diffusione del virus che al momento costituisce il problema prioritario non solo in Italia ma nel mondo e che per limitarne la diffusione non vi è altro mezzo che limitare la circolazione umana, se non strettamente necessaria”.

“Sono ragazzi con cui negli anni abbiamo anche stretto un rapporto di amicizia.- ha sottolineato Salvatore Inguì ad Alqamah.it – Continuano a vivere in condizioni di totale abbandono, senza assistenza, senza acqua, senza energia elettrica e in questo periodo è ancora più importante far sentire a loro la nostra vicinanza.”

“Continuiamo a mantenere alta l’attenzione sui tanti invisibili che vivono sotto i nostri occhi. In questo momento più che mai è necessario preoccuparsi di chi vive situazioni di precarietà e di fragilità. Ognuno come può, ognuno per ciò che può. Consapevoli – sottolinea Inguì ad Alqamah.it – comunque che qui non c’è solo un problema di cibo, qui c’è un problema di sfruttamento, di mancanza di riconoscimento della dignità, di mancanza di riconoscimento dei diritti fondamentali dell’uomo. C’è una economia che si basa sullo sfruttamento della manodopera di persone costrette a subire ingiustizie ed angherie. Il vero problema è trovare per loro una abitazione dignitosa, che abbia acqua, energia elettrica, servizi igienici ed un tetto.

“Nessuno deve rimanere indietro”

Nella giornata di venerdì i volontari delle associazioni Amici del Terzo Mondo, Archè Onlus, la Libera Orchestra Popolare, i Presidi di Libera Castelverano e Marsala, in collaborazione con la locale sezione della Croce Rossa Italiana, hanno portato assistenza e distribuito beni di prima necessità: generi alimentari come pasta, latte, conserve e prodotti a lunga scadenza oltre a detersivi e gel igienizzanti. Questi beni sono stati acquistati mediante una colletta organizza tra gli stessi volontari. “Non è la prima volta che portiamo assistenza a questi ragazzi, ma in questo periodo è ancora più importante essere presenti perché nessuno deve rimanere indietro o sentirsi abbandonato.”

I ragazzi, in fila, rispettando le distanze di sicurezza imposte dalle nuove direttive per arginare la diffusione del coronavirus, hanno ritirato i beni di prima necessità ringraziando i volontari per l’affetto e il sostegno. “Ci hanno ringraziato, ma soprattutto hanno detto che in questi giorni stanno pregando anche per noi e per l’Italia intera. Si tratta di ragazzi molto sensibili, gentili e rispettosi. Stanno vivendo come noi questa emergenza ed è giusto che non vengano lasciati isolati in un campo che rischia di diventare una bomba sanitaria in caso di contagio di uno di loro.” I volontari di Libera inoltre si sono sincerati delle loro condizioni di salute. Fortunatamente nessuno presenta problemi di salute o sintomi influenzali.

Quartiere Sappusi, Marsala. Foto Alqamah

Di attività del genere le associazioni ne fanno tante sul territorio, soprattutto nei quartieri periferici delle città.  Attualmente sono impegnati in un progetto di assistenza alle famiglie insieme al Comune di Marsala. A Sappusi, il quartiere popolare a due passi dalle meravigliose Saline della Laguna, i volontari gestiscono un centro sociale e durante l’anno portano avanti attività di inclusione e di assistenza alle famiglie in difficoltà. Anche in questi giorni di emergenza sanitaria stano aiutando alcune famiglie con disagio economico a superare questo momento difficile.

È l’Italia del Terzo Settore che non si ferma. È l’Italia che nonostante l’emergenza sanitaria senza precedenti non arresta la sua azione di solidarietà sul territorio a favore di chi ha più bisogno. È l’Italia che oltre ai beni di prima necessità, distribuisce speranza e sorrisi.