“Il delitto Mattarella” in sala dal 19 marzo. Un tributo al Presidente “dalle carte in regola”

Il film diretto da Aurelio Grimaldi, girato in gran parte a Castellammare del Golfo nel marzo scorso, sarà un vero e proprio tributo alla memoria di Piersanti Mattarella. Un cast di attori siciliani per il Presidente “dalle carte in regola”. GUARDA LE IMMAGINI ESCLUSIVE DAL SET

Foto: Cine1 Italia

“Il delitto Mattarella”, diretto da Aurelio Grimaldi e distribuito da Cine1 Italia, co-prodotto da Cine 1 Italia e Arancia Cinema e in qualità d’investitore esterno dalla società Edilizia Acrobatica SpA, con il supporto della Sicilia Film Commission e Sensi Contemporanei, sarà nelle sale italiane dal prossimo 19 marzo.

Un cast siciliano

Il cast è composto da attori siciliani: Antonio Alverario, Claudio Castrogiovanni, Nicasio Catanese, David Coco, Vincenzo Crivello, Francesco Di Leva, Donatella Finocchiaro, Lollo Franco, Sergio Friscia, Ivan Giambirtone, Leo Gullotta, Guia Jelo, Francesco La Mantia, Vittorio Magazzù, Tuccio Musumeci, Tony Sperandeo, Andrea Tidona. Un vero e proprio tributo alla memoria di Piersanti Mattarella da parte degli attori siciliani coinvolti nel progetto che si avvale, a sua volta, di una troupe interamente siciliana. Aurelio Grimaldi da anni raccoglie materiali sul caso-Mattarella. “Piersanti Mattarella” – sottolinea Aurelio Grimaldi – “è una figura ingiustamente dimenticata. A Roma e Milano non esiste nemmeno una via a lui dedicata. La discrezione della impeccabile famiglia e del fratello Presidente della Repubblica sono senza pari”.

Foto di Luca Guastella

Le riprese in Sicilia

Il film girato tra marzo e aprile del 2019 in Sicilia, nello specifico a Palermo, Castellammare del Golfo, Balata di Baida, Corleone, Tusa e Castel di Tusa.

A Castellammare coinvolti anche molti attori e comparse locali che per circa una settimana hanno trasformato la città in un set cinematografico. Mattarella è stato interpretato dall’attore David Coco, l’attrice Donatella Finocchiaro invece ha interpretato la moglie Irma Chiazzese, l’attore Francesco La Mantia invece il fratello Sergio, attuale Presidente della Repubblica.

Palermo, 6 gennaio 1980

Il Presidente della Regione Sicilia Piersanti Mattarella fu ucciso a Palermo, nella centralissima Via Libertà, il 6 gennaio 1980. La vedova Irma Chiazzese, presente nel momento dell’omicidio, riconosce nel killer del marito il terrorista di destra Valerio Fioravanti. Secondo il Giudice Istruttore, Giovanni Falcone, Mattarella fu ucciso da neofascisti per uno scambio di “servizi” tra Cosa Nostra, Banda della Magliana (che trattava col capomafia Pippo Calò il riciclaggio dei soldi mafiosi) e i NAR di Fioravanti, interessati a far evadere, con l’aiuto della mafia, il leader Concutelli, provvisoriamente rinchiuso nel carcere Ucciardone di Palermo. Ma la prova certa della colpevolezza dei terroristi neri però non fu mai raggiunta. Si tratta di uno dei tanti buchi neri del nostro Paese.

Nel 1995 vennero condannati all’ergastolo solo i mandanti dell’omicidio Mattarella: i boss mafiosi Totò Riina, Michele Greco, Bernardo Brusca, Bernardo Provenzano, Giuseppe Calò, Francesco Madonia e Nenè Geraci. Durante il processo, la moglie di Mattarella, testimone oculare del delitto, dichiarò inoltre di riconoscere l’esecutore materiale dell’omicidio nella persona di Giuseppe Valerio Fioravanti. Fioravanti verrà assolto poiché la testimonianza della signora Mattarella e le altre testimonianze contro di lui (quella del fratello Cristiano Fioravanti e del criminale comune pluriomicida Angelo Izzo non furono ritenute abbastanza attendibili. Gli esecutori materiali, quindi, non sono mai stati individuati. Molti pentiti negli anni hanno parlato del delitto, ma ad oggi la verità appare ancora lontana. Sul delitto due anni fa è stata aperta una nuova indagine.

La rivoluzione politica di Mattarella

Prima di entrare in politica fu assistente ordinario di diritto privato e civile all’Università degli Studi di Palermo. Eletto Presidente della Regione Siciliana il 9 febbraio 1978 con 77 voti su 100, il risultato più alto della storia dell’Assemblea, guidò una coalizione di centro-sinistra con l’appoggio esterno del Partito Comunista Italiano. Aveva avviato in Sicilia, quindi, una giunta bianco-rossa con l’appoggio del PCI, in anticipo sul governo di “Solidarietà Nazionale” di Aldo Moro con Enrico Berlinguer. La sua idea politica era quella di una Sicilia “dalle carte in regola”.

Foto: Letizia Battaglia

I principali avversari politici di Mattarella, come emerso in diverse occasioni, furono i suoi stessi compagni di partito: Lima, Ciancimino, Gioia e Nicoletti. Su di loro indagherà Giovanni Falcone, ma non vennero trovate prove di una loro diretta responsabilità nell’omicidio. Mattarella, quindi, si era messo contro un “sistema di potere politico-mafioso” ormai consolidato e rappresentava una “minaccia” per il futuro del partito nazionale.

Eletto all’Assemblea regionale siciliana per tre legislature. Dal 1971 al 1974 e dal 1976 al 1978 fu assessore regionale alla Presidenza. E Presidente della Regione dal 1978 al 6 gennaio 1980. Oltre ad un’opera di modernizzazione dell’amministrazione regionale, aveva intrapreso un impegno forte contro la mafia, con tantissimi interventi pubblici e atti concreti da Parlamentare e poi da Presidente. Voleva colpire gli interessi mafiosi e evitare le infiltrazioni nell’Amministrazione regionale e nel comune di Palermo. Di lui si ricordano molte leggi importanti per la Sicilia, tra queste quella urbanistica (per fermare la speculazione edilizia) e quella che rivoluziona il mondo degli appalti pubblici per arginare le infiltrazioni mafiose.

Pietro Grasso in diverse occasioni ha affermato che “con la sua uccisione si infranse il sogno di molti siciliani onesti che volevano il cambiamento. Ma si infranse anche il sogno di una svolta nazionale nella politica dopo Aldo Moro.”

40 anni dopo

Lo scorso 6 gennaio, nel 40esimo anniversario dell’uccisione di Piersanti Mattarella, le autorità civili e militari hanno ricordato il Presidente in viale libertà, luogo dell’uccisione, e successivamente all’Ars con una seduta solenne alla presenza del fratello Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica. 

Anche a Castellammare del Golfo, sua città di origine, un partecipato momento di ricordo con una messa in chiesa Madre e un corteo al cimitero con la deposizione di corona di fiori sulla sua tomba. Sempre nella città di Castellammare, l’Amministrazione Comunale ha organizzato una serie di iniziative, principalmente rivolte alle scuole, che si concluderanno nel giorno del compleanno di Piersanti, il 24 maggio 2020.

A lui sarà intitolata inoltre l’aula consiliare di Palazzo Crociferi di Castellammare del Golfo, come deciso all’unanimità dal consiglio comunale il mese scorso. A Palermo invece l’amministrazione comunale ha intitolato a Piersanti Mattarella il giardino inglese di via Libertà. A lui sarà intitolata anche la nuova biblioteca dell’Ars.

Sinossi del film

6 gennaio 1980. Il Presidente della Regione Siciliana Piersanti Mattarella si sta recando a Messa con la sua famiglia. Un giovane si avvicina al finestrino dell’auto e spara a sangue freddo a Piersanti e lo uccide. Pur nel disorientamento del momento con una serie di depistaggi verso il terrorismo di sinistra, il delitto apparve anomalo per le sue modalità. Il giovane Sostituto Procuratore di turno, quel giorno dell’Epifania, sarà Pietro Grasso, futuro Procuratore Antimafia e Presidente del Senato. Le indagini saranno proseguite dal Giudice Istruttore Giovanni Falcone, che scoverà pericolose relazioni tra Mafia, Politica, Nar e neofascisti, banda della Magliana, Gladio e Servizi Segreti.

Il film ricostruisce il clima politico che ha preceduto l’omicidio: protetto a Roma dal Segretario della DC e dal Presidente della Repubblica Pertini, Mattarella è totalmente avversato dai capicorrente siciliani del suo partito. Mattarella non disturbava solo gli equilibri in essere nella DC ma entrava a gamba tesa sugli affari e gli accordi tra politica e mafia, la quale, per l’omicidio Mattarella, si allea con l’estrema destra romana neofascista in cambio dell’evasione dal carcere Ucciardone del leader Concutelli. Ma l’omicidio Mattarella è anche la storia di una famiglia, di esseri umani, di valori e ideali perseguiti con sincero spirito di servizio e afflato solidale: aspetti che nel film hanno un ruolo centrale. Aurelio Grimaldi ripercorre quei tragici giorni con occhio attento e sensibile.

“Il delitto Mattarella”, le immagini esclusive dal set di Castellammare del Golfo. FOTO

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Emanuel Butticè
Emanuel Butticè. Castellammarese classe 1991, giornalista pubblicista. Laureato in Scienze della Comunicazione per i Media e le Istituzioni all’Università degli Studi di Palermo con una tesi sul rapporto tra “mafia e Chiesa”. Ama viaggiare ma resta aggrappato alla Sicilia con le unghie e con i denti perché convinto che sia più coraggioso restare.