Almirante, la piazza che divide

Una piazza che divide un’intera città. A Castellammare, tra raccolta firme annunciata e dibattiti pubblici, resta un vuoto politico lungo sei anni

A Castellammare del Golfo c’è una tema che da settimane sta animando il dibattito politico cittadino, tra pro e contro. Tra sinistra e destra. Tra giovani e meno giovani. Sui social somiglia tanto allo scontro tra tifoserie avversarie dopo un derby. Ma nei Palazzi della politica il tema è diventato centrale. Tutti si sono accorti che in città esiste una piazza intitolata a Giorgio Almirante, padre fondatore della Destra e politico di primo piano nell’Italia del dopo guerra. Un personaggio sicuramente discusso per le sue idee e il suo ruolo politico, su tutti quello di Segretario di redazione della rivista diretta da Telesio Interlandi “La difesa della razza”, che pubblicava articoli riguardanti idee e tesi, infondate, a sostegno della difesa della razza ariana, a cui gli italiani sarebbero appartenuti. Da quello che leggiamo nella lettera di motivazioni allegata alla richiesta di intitolazione della Piazza nel 2013, si apprende che “quasi cinquant’anni dopo, Almirante avrebbe ammesso di essere stato razzista e antisemita in buona fede e per motivi politici (come molti giornalisti italiani poi passati all’antifascismo); la collaborazione alla “Difesa della razza” fu, di tutta la sua vita, l’unica esperienza che sconfessò, completamente, pur conservando un ottimo ricordo di Interlandi“.

Oggi, il dibattito è tornato in auge dopo un “attacco di guerriglia odonomastica” del collettivo “Fare Ala”, che ha criticato duramente l’intitolazione della piazza a Castellammare, come in altre città siciliane. Da quando “Fare Ala” a marzo ha messo accanto al nome di Almirante la scritta “segretario di redazione della rivista la difesa della razza. 1938-1942″ e “Capo di Gabinetto del Ministero della Cultura Popolare della Repubblica di Salò”, tutto è cambiato. Scritte poi rimosse con polemica. Fino ad agosto quando sono rispuntate altre scritte affianco a quella che ricorda il padre della Destra italiana a Castellammare, frasi più dure che richiamano al passato di Almirante: “Fascista, repubblichino e fucilatore di partigiani.” Da lì lo scontro politico che ha raggiunto anche gli scranni più alti della politica nazionale. Ad intervenire l’On. Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia che sul suo profilo social scrisse: “Ancora atti vandalici dei soliti imbecilli contro il padre della Destra italiana Giorgio Almirante, questa volta a Castellammare del Golfo. Ma si mettano l’animo in pace: non riusciranno mai a scalfire il ricordo di questo grandissimo patriota.” Dopo l’appello della Meloni, la rimozione delle scritte voluta del Vice Sindaco Cruciata e la risposta del Collettivo “Fare Ala” con l’esposizione della sagoma di Almirante davanti Palazzo Crociferi e la rivendicazione apparsa su Facebook: “Apparso fantasma di Giorgio Almirante ieri notte a Castellammare del Golfo! Lo spettro di Almirante, disturbato dai precedenti interventi di guerriglia odonomastica, ha smesso di riposare in pace. Ha lasciato la piazza a lui dedicata e ha cominciato a vagare per la città, facendo una piccola sosta per salutare i suoi amici nel palazzo del municipio”.

Ma facciamo qualche passo indietro. La proposta di intitolazione della piazza a Giorgio Almirante, fu presentata il 5 febbraio 2013 dal partito “La Destra” – sezione Martino Di Benedetto di Castellammare  del Golfo – durante l’amministrazione guidata dal Sindaco Marzio Bresciani. Alla commissione toponomastica, di cui faceva parte anche Nicolò Coppola, poi diventato Sindaco nel giugno dello stesso anno, venne allegata anche una lunga lettera di motivazione in cui si ripercorreva la carriera politica di Almirante, dagli anni del fascismo fino alla sua morte nel 1988. Dalle accuse della Procura della Repubblica di Milano nel 1972, che chiese alla Camera l’autorizzazione a procedere contro il segretario nazionale del MSI per il reato di ricostituzione del disciolto Partito fascista (indagine poi mai portata a termine) fino al “passaggio di consegne” al suo “delfino” Gianfranco Fini. Una lunga carriera da protagonista della politica italiana per oltre cinquant’anni. Così, la Commissione Toponomastica, diede il via libera per l’intitolazione della piazza portando avanti l’iter nelle sedi preposte.

Come avevamo documentato nel 2013, la piazza venne intitolata “senza troppo clamore”, senza una solenne cerimonia, senza un annuncio ufficiale. Dal nulla spuntò la scritta con vernice bianca sul muro. Qualcosa di insolito per un’intitolazione ufficiale, unica nel suo genere. In tutti gli altri casi, nelle piazze o nelle vie, le targhe sono in marmo e scritte in modo univoco come per le altre. Tutto in “sordina”, come se fosse qualcosa “da nascondere”. In realtà l’iter ha passato tutte le tappe previste dalla legge, senza che nessuno opponesse un diniego o dubbio di qualsivoglia genere, ideologico o morale. Resta il fatto che a Castellammare nessuno nel 2013 prese posizione, nessuno protestò, nessuno fece partire una raccolta firme. Così come in tante altre città italiane. Oggi, dopo 6 anni dall’intitolazione, iniziano a venir fuori i primi oppositori.

Intanto sono cambiati i tempi e le amministrazioni. Oggi a guidare la città c’è il Sindaco Nicola Rizzo, che in una nota, dopo la sagoma di Almirante esposta davanti al Palazzo Crociferi, si è reso disponibile a una “revisione generale delle denominazioni”, senza prendere posizione chiara sull’argomento. Rizzo, con un passato nel centrosinistra, oggi guida un’Amministrazione che vede insieme sinistra e destra, una coalizione svuotata dai partiti tradizionali e dai simboli, ma con persone che portano bandiere di entrambi gli schieramenti. In giunta, per esempio, sono presenti ben due esponenti del Movimento regionale “Diventerà Bellissima” che fa capo al Presidente della Regione Nello Musumeci, oltre a qualche esponente di “Forza Italia” presente in maggioranza e qualcuno del Partito Democratico. All’opposizione invece troviamo il Consigliere Giovanni D’Aguanno, tra i promotori della piazza a Giorgio Almirante nel 2013 (fu proprio lui a presentare la richiesta alla Commissione Toponomastica in qualità di portavoce de “La Destra”), con un passato in “Diventerà Bellissima” e oggi transitato in “Fratelli D’Italia”.

Detto questo, appare chiara la “mancata presa di posizione” del  Sindaco Rizzo, che democraticamente ha messo le mani avanti per non urtare gli alleati di centro-sinistra e di centro-destra presenti in consiglio comunale, però si è detto disponibile a rivedere la toponomastica mettendo, quindi, anche in discussione la piazza Almirante. Ma resta forte la presa di posizione di un’esponente della sua giunta, il Vice Sindaco Giuseppe Cruciata che pubblicamente ha annunciato di aver fatto rimuovere le scritte perché ritenute ingiuriose. “Ho dato disposizioni affinché venisse cancellatala poiché oltre ad essere ingiuriosa nei confronti di un grande statista italiano, nei luoghi pubblici è consentito apporre scritte, denominazioni ed interventi di street art, solo se autorizzati. Questo a titolo di amministratore comunale. Almirante –ha dichiarato il Vice Sindaco Cruciata – fu un esempio di passione ideale e politica intesa come “fiammeggiante” testimonianza di servizio e rispetto dell’altro a prescindere dalle appartenenze che in molti sembrano, volutamente, voler dimenticare”. Una presa di posizione chiara, quella di Cruciata, che stride con quella del Primo cittadino Rizzo che sulla vicenda ha deciso di fare l’arbitro, restando con il cuore a sinistra (dichiarando di essere pronto a rivedere la toponomastica), ma con i piedi a destra (dichiarando di non condividere altri tipi di azioni eclatanti e poco rispettose delle istituzioni se non il dibattito democratico, e ancora affermando che la mia amministrazione non si pone mai contro qualcuno o qualcosa, nello specifico contro una denominazione che riporta il nome di un politico italiano). Posizioni legittime di un Sindaco che ha scelto di stare nel mezzo, d’altronde la piazza l’ha ereditata delle precedenti Amministrazioni.

Intanto “contro” la piazza si sono schierati molti movimenti civili locali e l’Associazione Nazionale Partigiani Italiani. Alcuni cittadini hanno già annunciato nei prossimi giorni una raccolta firme per chiedere la rimozione dell’intitolazione della Piazza allo storico segretario del MSI.

In difesa della Piazza, oltre al Vice Sindaco Cruciata, ovviamente anche il neo fondato circolo locale di Fratelli D’Italia, presieduto da Laura Ancona, che definisce gli “attacchi di guerriglia odonomastica” “una stucchevole provocazione dei centri sociali”. Intanto dal collettivo artistico “Fare Ala” spiegano che presto ci sarà un incontro pubblico per discutere con la cittadinanza. “Il collettivo Fare Ala – si legge sulla pagina Facebook – risponde alla proposta del Sindaco di Castellammare del Golfo, che si è detto disponibile ad aprire una revisione generale e concertata della toponomastica, preparando un primo incontro pubblico per riflettere sull’argomento con cittadini, associazioni, artisti, attivisti, e pensatori a partire dal caso di Piazza Almirante”. Al collettivo sicuramente va il merito di aver riportato il dibattito politico ed etico al centro, dopo sei anni di silenzi della politica locale (Amministratori di centro-sinistra e movimenti di opposizione) e della società civile, un periodo in cui la piazza non ha dato fastidio a nessuno. Eppure era lì. Oggi i tempi sono forse maturi per riportare il dibattito democratico nelle sedi opportune, quelle istituzionali, uscendo dai palcoscenici virtuali dei social network.

Resta una sola certezza in questa vicenda: Un’eventuale rimozione dell’intitolazione spetterebbe soltanto al Prefetto di Trapani. Infatti la commissione toponomastica, presieduta dal Sindaco Rizzo, è un organo consultivo, composta dai consiglieri comunali Antonino Mistretta (per la minoranza) e Giovanni Portuesi (per la maggioranza), storici, giornalisti ed esperti locali. Dalla commissione toponomastica, insomma, potrebbe arrivare soltanto un parere, niente di più. L’ultima parola spetta sempre al Sindaco Rizzo e alla sua giunta (di cui fa parte, ricordiamo, il Vice Cruciata e da poco il collega di movimento Vincenzo Abate) che dovranno, eventualmente, presentare un’istanza al Prefetto (che nel 2013 diede l’ok per l’intitolazione), a cui spetta quindi l’ultima parola sulla denominazione di strade e la variazione del nome di quelle già esistenti, nonché l’apposizione di targhe e monumenti commemorativi, secondo il RDL n. 1158 del 10 maggio 1923 e la legge n. 1188 del 23 giugno 1927.

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Emanuel Butticè
Emanuel Butticè. Castellammarese classe 1991, giornalista pubblicista. Laureato in Scienze della Comunicazione per i Media e le Istituzioni all’Università degli Studi di Palermo con una tesi sul rapporto tra “mafia e Chiesa”. Ama viaggiare ma resta aggrappato alla Sicilia con le unghie e con i denti perché convinto che sia più coraggioso restare.