Rubati e poi ritrovati gli strumenti della Libera Orchestra Popolare di Sappusi: “Un gesto che colpisce tutto il quartiere”

Forzata la porta d’ingresso del centro sociale di Sappusi e rubati da ignoti alcuni strumenti musicali: “Danneggiato l’intero quartiere”

MARSALA. Strano episodio verificatosi nei giorni scorsi al Centro Sociale di Sappusi. Ignoti hanno forzato la porta d’ingresso e rubato alcuni strumenti musicali usati dalla Libera Orchestra Popolare. Il centro sorge in un quartiere difficile e offre spazi per creare comunità. È un vero e proprio aggregatore sociale tra i giovani e i meno giovani del quartiere. Un esempio di coesione sociale ormai consolidato. Doposcuola, giochi per i più piccoli, teatro, attività per i minori dell’area penale, presente anche una palestra e poi le lezioni di musica per chiunque voglia improvvisarsi musicista. Ed è proprio da quest’ultima attività che è nata la Libera Orchestra Popolare, formata da giovani migranti ospiti del centri di accoglienza e da giovani del posto. Una realtà che in poco tempo ha visto la partecipazione di oltre cinquanta elementi, poi ridotti a causa del “Decreto Salvini”.

Lo strano furto, avvenuto nelle ore serali nei giorni scorsi, ha colpito proprio la Libera Orchestra e l’intero quartiere. “Ad indignarsi per primi sono stati gli stessi ragazzi del quartiere che frequentano il centro. Oltre al danno economico c’è il danno arrecato all’intero comunità” – ha affermato ad Alqamah.it Salvatore Inguì, referente di Libera Trapani e animatore dell’Orchestra.

Ad accorgersi della porta forzata e del furto sono stati alcuni membri dell’associazione “Marsala N’Fest” che utilizzano l’auditorium per le prove. Ad essere stati portati via alcuni tamburi, pezzi di batteria e delle casse acustiche. Quasi tutta la refurtiva è stata successivamente individuata da alcuni membri dell’associazione Archè nei pressi della chiesa di Sappusi, coperti da alcuni cartoni. Probabilmente l’autore, o gli autori, del furto stavano facendo la spola tra il centro sociale e il posto in cui sono stati trovati alcuni strumenti, ma probabilmente interrotti nella loro azione criminale dall’arrivo di alcuni volontari del centro. Immediata la denuncia ai Carabinieri della stazione di Marsala che indagano. Intanto, una volta diffusa la notizia, è partita un’incredibile gara di solidarietà da parte di associazioni e presidi di Libera che da diverse città italiane stanno già inviando nuovi strumenti per la Libera Orchestra Popolare che certamente non interromperà la sa attività di integrazione. “In poche ore – sottolinea Salvatore Inguì – abbiamo ricevuto tantissimi messaggi di solidarietà e tanti spontaneamente hanno avviato collette e a breve manderanno nuovi strumenti, da Torino alla Valle Camonica, da Bologna a Roma, un catena di solidarietà che ci ha fatto emozione”.

Ma c’è anche una piccola coincidenza che merita di essere evidenziata. La scorsa settimana lo stesso Salvatore Inguì ha subito un furto simile dalla sua abitazione privata di Marsala. Approfittando della sua assenza ignoti si sono introdotti in casa portando via diversi strumenti musicali, tra cui quattro chitarre elettriche usate dai ragazzi del centro, oltre al televisore. Anche se tra i due fatti Salvatore Inguì non vede nessun filo conduttore, resta una curiosa coincidenza. Ma dal furto  al centro di Sappusi, resta l’amarezza di un intero quartiere che lo vede come un punto di riferimento e di riscatto. L’intera comunità si è stretta intorno alle associazioni e hanno dimostrato vicinanza e solidarietà per un gesto commesso contro tutti loro, perché il centro è la casa di tutti, uno spazio comune liberamente accessibile da tutti. Secondo chi frequenta il centro di Sappusi si tratta più che altro di uno sfregio commesso da chi non apprezza il gran lavoro di aggregazione e di integrazione portato avanti in questi anni dai volontari.

 “Non abbiamo mai avuto episodi di violenza o episodi simili. Noi – sottolinea Inguì – continueremo il nostro lavoro e le attività. I tantissimi messaggi di affetto ricevuti in questi giorni, oltre alla gara di solidarietà per i nuovi strumenti musicali, ci ripaga e ci farà andare avanti con più determinazione e con la massima serenità”.

CONDIVIDI
Commenti Facebook
Articolo precedenteNon si ferma all’alt dei Carabinieri. Fermato un uomo in possesso di stupefacente
Articolo successivoRacconti migranti/7. La storia di Adama: “Non sono mai andato a scuola, qui ho imparato a leggere e scrivere”
Emanuel Butticè
Emanuel Butticè. Castellammarese classe 1991, giornalista pubblicista. Laureato in Scienze della Comunicazione per i Media e le Istituzioni all’Università degli Studi di Palermo con una tesi sul rapporto tra “mafia e Chiesa”. Ama viaggiare ma resta aggrappato alla Sicilia con le unghie e con i denti perché convinto che sia più coraggioso restare.