“I bambini hanno perso il diritto alle cure del pediatra per 5 giorni a settimana”, continua la “rivolta” a Calatafimi

Continuano le richieste per il terzo pediatra, due città si contendono 2 medici già “saturi” di bambini

CALATAFIMI. Continua la “rivolta” dei genitori di Calatafimi Segesta e di Castellammare del Golfo sul caso del terzo pediatra. Una situazione difficile che da mesi provoca notevoli disagi ai genitori delle due diverse città. Dopo la petizione dei mesi scorsi a Calatafimi, e quella delle scorse settimane a Castellammare del Golfo, non si è ancora arrivati a una soluzione definitiva. Intanto i due medici convenzionati restano “contesi” tra le due città.

A Calatafimi i disagi sono già iniziati la scorsa estate in seguito alla improvvisa e prematura dell’unico medico “in convenzione” presente nella città, il Dott. Leonardo Vanella. Il medico prestava assistenza a 750 piccoli pazienti di età compresa tra 0 e 14 anni, garantendo un presidio costante per le famiglie che, specie nei casi di urgenza o di improvvisi malesseri dei loro figli, trovavano in lui un riferimento sicuro ed immediato.

Successivamente a tale evento, l’ASP territoriale ha cercato di porre rimedio, ma solo parzialmente, ad una situazione che aveva causato disorientamento ed ansia nei genitori dei bambini assistiti dal Dott. Vanella. Da parte del Distretto di Alcamo, anche dietro insistenza del Sindaco di Calatafimi Segesta Dottor Vito Sciortino, si è pervenuti ad una soluzione che prevede la presenza del dott. Giacalone e della dott.ssa Parisi (che operano contemporaneamente su Castellammare del Golfo) per soli tre giorni la settimana (lunedì, mercoledì e giovedì) e per poche ore, assolutamente insufficienti a garantire piena  assistenza all’utenza del luogo. “I genitori, – afferma Rosario Vivona – dovendo scegliere il pediatra di riferimento, hanno orientato le loro preferenze verso i predetti dottori Giacalone e Parisi, determinando la saturazione dei rispettivi “portafogli pazienti”, creando una situazione di criticità e compromettendo la garanzia per la salute dei bambini; affermazione che scaturisce sia per l’esperienza avuta in questi lunghi mesi, sia perché riteniamo che questo tipo di organizzazione non sia aderente alla normativa vigente. Oggi – sottolinea uno dei genitori – a Calatafimi Segesta i bambini hanno infatti perso il diritto, in qualsiasi caso, di ricevere una visita medica domiciliare, hanno perso il diritto di poter usufruire delle cure di un pediatra per 5 giorni settimanali con cadenza alternata antimeridiana e pomeridiana. Una situazione estrema che in questi mesi ha fatto “scappare” dai pediatri verso i medici di famiglia, quest’ultima dinamica permessa per legge esclusivamente per i bambini della fascia 7/14 anni. Ciò impedisce, adesso, l’esercizio della libertà di scelta da parte delle famiglie dei piccoli pazienti le quali, oltre ad essere costretti a dover attendere anche diversi giorni per una visita,  spesso devono ricorrere a studi professionali privati con l’intuibile aggravio di costi sanitari e con i rischi connessi al trasporto dei bambini fuori dalla propria abitazione in caso di patologie per le quali è sconsigliato il contatto con l’ambiente esterno”.

Questa situazione di evidente disaggio ha portato i genitori di Calatafimi Segesta ad avviare una fase di discussione con l’ASP territoriale, con una petizione che ha visto quasi 500 firmatari, mettendo in evidenza le criticità del servizio offerto, nello stesso tempo le famiglie calatafimesi hanno trovato una saggia disponibilità al dialogo nei dirigenti dell’azienda sanitaria, oggi il comitato spontaneo che mira a tutelare la salute dei propri bambini è convinto di arrivare ad una soluzione trovando nell’ente preposto una condivisione di intenti, mettendo sempre come unica ed assoluta priorità la garanzia di un servizio di primo ordine per come sancito dalla legge, principio che non potrà mai essere barattato per il vantaggio di nessun medico o per i meccanismi burocratici di nessun ente.

Anche a Castellammare alcuni genitori si sono uniti in un comitato spontaneo e hanno raccolto le firme necessarioe per sollevare il problema agli Enti preposti, ma ad oggi ancora attendono una risposta ufficiale dall’ASP di Trapani.

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Emanuel Butticè
Emanuel Butticè. Castellammarese classe 1991, giornalista pubblicista. Laureato in Scienze della Comunicazione per i Media e le Istituzioni all’Università degli Studi di Palermo con una tesi sul rapporto tra “mafia e Chiesa”. Ama viaggiare ma resta aggrappato alla Sicilia con le unghie e con i denti perché convinto che sia più coraggioso restare.