Continuano le operazioni di restauro del trittico ligneo nella chiesa della Madonna del Rosario: “Emerge parte di storia della città”. FOTO

Dai lavori di restauro del gruppo scultoreo della Madonna del Rosario e dei Santi Domenico e Caterina emergono le prime particolarità. GUARDA LE FOTO

CASTELLAMMARE DEL GOLFO.  Continuano senza sosta le operazioni di restauro del trittico ligneo della piccola chiesetta della Madonna del Rosario di Castellammare del Golfo, nota comunemente come maronna di l’agnuni. A distanza di un mese dall’inizio dei lavori “a cantiere aperto” sono passati circa 150 visitatori che hanno ammirato le bellezze della piccola chiesetta e assistito in diretta ai lavori di restauro in corso sulle tre statue. Ad oggi in prevalenza turisti (tra di loro molti cinesi) e gruppi organizzati che hanno usufruito della visita guidata gratuita dell’Asssociazione “Kernos” e dei due restauratori Giuseppe D’Anna e Roberto Raineri.

Il restauro è stato voluto fortemente dall’associazione “Kernos” ed è stato possibile grazie al contributo di maestranze locali e cittadini che hanno dato il loro appoggio e contributo economico. In merito abbiamo intervistato la presidente dell’Associazione Rosaria Vitale (clicca qui). Nei giorni scorsi anche due artisti castellammaresi, Beninati e Grassa, hanno deciso di donare tre delle loro opere che saranno sorteggiate nei prossimi mesi, l’intero ricavato servirà per contribuire al finanziamento del restauro.

“Abbiamo iniziato con una serie di lavori di consolidamento dei supporti lignei e degli strati pittorici dei tre manufatti. – spiega Roberto Raineri ad Alqamah.it – Poi una disinfestazione preventiva da attacco entomologico, chiudendo in bolle le tre statue. Successivamente abbiamo lavorato sui diversi colori di ogni statua.” I due restauratori hanno così iniziato i “saggi di pulitura” per ogni colore delle tre opere lignee in modo tale da scoprire, strato dopo strato, i colori originari: “Questo ci darà la possibilità di conoscere la datazione delle statue”- spiegano. Ad oggi, infatti, si presume che la statua della madonna sia quella più antica, ovvero della seconda metà del 500 invece San Domenico e Santa Caterina si presume siano successive al 600. Ma per avere una datazione più certa si dovrà attendere ancora un po’. Questo tipo di studio ad oggi rappresentano una novità. “Si tratta di opere mai studiate prima e mai catalogate, per questo motivo i lavori odierni sono ancora più importanti in quanto ci permetteranno di conoscere meglio le tecniche di realizzazione dell’epoca, così da individuare il periodo esatto, conoscere la storia di questa chiesetta e, quindi, anche della città di Castellammare” – sottolinea Giuseppe D’Anna.

Tutte le operazioni condotte fino ad oggi sono state seguire ed autorizzate dalla Soprintendenza dei Beni Culturali di Trapani che segue con attenzione tutte le fasi di restauro. Tra le particolarità emerse fino ad oggi si segnala la differenza tra le due statue dei santi: “San Domenico è stato intagliato da un tronco pieno con elementi assemblati, Santa Caterina invece risulta cava all’interno e con elementi assemblati. Entrambi – sottolineano i due restauratori – sono in legno con aggiunta di dettagli in tela per rendere più realistico l’abbigliamento. Tutte e quattro le statue, inoltre, hanno gli occhi di vetro, dettaglio fino ad oggi mai emerso.”

Ma non è tutto. L’ultima scoperta in ordine cronologico fatta dai due restauratori è la presenza, in maniera sparsa nelle vesti, di tracce di doratura sulla statua della Madonna del Rosario. “Si tratta di poche tracce sparse, sono veramente esigue visto il cattivo stato di conservazione, ma certamente rappresentano una novità” – sottolinea Roberto Raineri. Le statue infatti nel corso degli anni hanno subito diversi interventi e strati di colore, per questo dopo gli interventi di restauro torneranno ai loro colori originari.
“Abbiamo terminato di pulire Santa Caterina, a breve termineremo anche San Domenico e poi passeremo alla Madonna con il Bambino che rappresenta la parte più impegnativa” – aggiunge Roberto Raineri. Restano ancora ignoti gli autori delle tre statue: “Saranno effettuati in futuro altri studi di archivio per cercare di risalire ai realizzatori e all’epoca precisa” – conclude Giuseppe D’Anna.

È possibile accedere al cantiere, a lavori in corso, sempre dal lunedì al venerdì e su prenotazione telefonica chiamando al 328 308 0202 per una visita guidata.

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Emanuel Butticè
Emanuel Butticè. Castellammarese classe 1991, giornalista pubblicista. Laureato in Scienze della Comunicazione per i Media e le Istituzioni all’Università degli Studi di Palermo con una tesi sul rapporto tra “mafia e Chiesa”. Ama viaggiare ma resta aggrappato alla Sicilia con le unghie e con i denti perché convinto che sia più coraggioso restare.