Un uomo perbene

Lo scrittore Salvo Ognibene col suo nuovo libro dedicato al giudice Alberto Giacomelli, ucciso dalla mafia a Trapani 30 anni addietro

di redazione

Approda in libreria il nuovo libro del giovane scrittore menfitano Salvo Ognibene dal titolo “Un uomo perbene – Vita di Alberto Giacomelli, giudice ucciso dalla mafia”, pubblicato da Edb. La prefazione è a cura del giornalista de La Repubblica Attilio Bolzioni.

Si legge nella descrizione del libro già in vendita nei principali bookstore online: “Nell’estate inquieta del 1988, la mattina del 14 settembre, viene ucciso a Trapani il giudice Alberto Giacomelli, che da più di un anno ha lasciato la toga per andare in pensione. È, a tutti gli effetti, un delitto «senza»: senza clamore, senza assassini (mai trovati), senza movente per lungo tempo, senza lapidi e celebrazioni. Un delitto senza memoria, inghiottito da depistaggi, omertà, ignoranza e, sullo sfondo, l’ombra cupa di Totò Riina. Giacomelli era presidente delle misure di prevenzione del Tribunale, un uomo defilato, silenzioso, sobrio. Uno che dietro il sipario decideva i destini economici di quei «galantuomini» e che aveva messo la firma su un patrimonio che, per volontà e in nome del popolo italiano, non doveva più appartenere alla mafia. Lontana dalle attenzioni dei cronisti e dalle luci degli studi televisivi, la storia di Giacomelli viene ora riconsegnata alla memoria grazie ai ricordi di chi lo ha conosciuto”.

Salvo Ognibene ha studiato giurisprudenza all’Università di Bologna discutendo una tesi sui rapporti tra Chiesa, mafia e religione. Nel 2011 ha fondato il sito di informazione e dibattito Dieci e Venticinque e collabora, tra le altre, con Articolo21. Impegnato nella promozione della legalità e della cultura antimafia, ha contribuito alla formazione di diversi dossier di denuncia sul fenomeno mafioso in Emilia Romagna. Ha pubblicato nel dicembre del 2014 “L’eucaristia mafiosa. La voce dei preti” (Navarra Editore, 2014) e ha realizzato uno spazio di condivisione e approfondimento sui rapporti tra mafia e Chiesa (www.eucaristiamafiosa.it). “Il primo martire di mafia. L’eredità di padre Pino Puglisi” (Edizioni Dehoniane, 2016), scritto insieme a Rosaria Cascio, è il suo secondo libro e Sport e Identità. La lotta alla discriminazione in ambito sportivo (a cura di Antonello De Oto, Bonomo Editore 2016).

“L’idea di scrivere un libro sulla storia del giudice Alberto Giacomelli – spiega l’autore – nasce il 21 marzo 2017, durante un volo partito da Trapani e diretto a Bologna. Proprio a Trapani, nella città del giudice, si era tenuta la XXII Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti della mafia organizzata da Libera. Un’idea che si è lentamente trasformata in necessità, dopo aver studiato gli incartamenti giudiziari e aver incontrato chi aveva conosciuto il giudice ucciso il 14 settembre del 1988 per mano mafiosa. Quello che vi consegno è il racconto della vita di Alberto Giacomelli, più come uomo che come giudice. È la storia di un uomo mite, sempre pronto al dialogo e a prendersi cura delle persone. Un uomo al quale il nostro Paese deve essere profondamente grato”.

Il libro in prima nazionale è stato presentato ieri sera a Trapani al Seminario vescovile, presenti con l’autore il Vescovo Pietro Maria Fragnelli, il procuratore generale di Reggio Calabria  Dino Petralia, e il già presidente di sezione in Cassazione Pietro Maria Sireci. Ad introdurre la presentazione, moderata dalla giornalista Lilli Genco, è stato don Giuseppe Giacomelli, figlio del giudice ucciso da Cosa nostra il 14 settembre del 1988.

fonte comunicalo.it

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