“Un atomo di verità”: Damilano racconta Moro

PERUGIA. Cala il sipario anche sulla seconda giornata di incontri al festival del giornalismo. Altra passerella di ospiti illustri, da Friedman a Greco, passando per Lucio Caracciolo, l’ex mezzobusto del Tg1 Tiziana Ferrario e il guru dell’informatica Aranzulla.

A conclusione di un giovedì uggioso, Alqamah ha seguito l’attesissimo incontro con Marco Damilano, direttore dell’Espresso, che ha presentato “Un atomo di verità. Aldo Moro e la fine della politica in Italia”, già grande successo editoriale a qualche settimana dall’uscita. È il racconto, scandito dalle immagini e i video più iconici, del politico più influente della DC tra i ’60 e i ’70. Più volte presidente del Consiglio, poco più che trentenne alla Costituente, ha collezionato incarichi istituzionali e rappresentato il potere. Ma, come dice Damilano, è rimasto nella nostra memoria per la sua fine: il lasso di tempo che passa tra via Fani e via Caetani, il 16 marzo e il 9 maggio 1978. Moro aveva intuito l’aria di cambiamento nella società italiana e pensava fosse necessario, con la flessibilità e l’intelligenza che aveva garantito alla DC 30 anni di governo, aprire ai comunisti. Un decennio prima della caduta del muro di Berlino. Il politico da sempre considerato emblema dell’immobilismo, della lentezza della politica, accusato di accelerare i tempi: pochi, sia nel suo schieramento che in quello rosso, avevano sottoscritto quella intuizione, apertura a una nuova fase del paese. Le foto di Moro con grandi personalità del suo tempo arricchiscono un racconto intenso: Pasolini e la fine tragica che li accomuna; Kissinger e lo scontro del 1974 che portò il professor Moro a un passo dall’addio alla politica; Piersanti Mattarella, fratello dell’attuale presidente della Repubblica, esponente della DC siciliana e martire della mafia; la foto con i suoi studenti, a cui non fece mai mancare il suo apporto, nonostante l’importanza dei suoi incarichi istituzionali. “Il 1978 è l’anno di mezzo tra il ’68 delle contestazioni e l’89 di Berlino. Da quel momento comincerà l’agonia per la politica dei partiti: morirà Berlinguer, si spegnerà la seconda repubblica e con essa la Democrazia Cristiana” evidenzia Damilano. In chiusura, un frammento toccante del film “Buongiorno, notte”: Moro, in sogno, immagina di lasciare il covo delle Brigate Rosse per una passeggiata; poi, le immagini storiche del suo funerale, celebrato alla presenza di tutte le personalità politiche più rilevanti. E una frase dello statista pugliese: “Datemi un milione di voti e toglietemi un atomo di verità e sarò perdente”. Lezione per la politica contemporanea.

CONDIVIDI
Commenti Facebook
Articolo precedentePiano di riqualificazione e riconversione industriale di Gela
Articolo successivoSequestro in casa Riina