Carmelo Miceli (PD): “Aeroporti non si facciano la guerra, ma arrivino ad un sistema di gestione comune”

ALCAMO. Abbiamo incontrato Carmelo Miceli candidato del PD nel collegio plurinominale di Palermo, Marsala e Bagheria per porgli alcune domande in riferimento alla sua candidatura.

Come nasce la sua candidatura?

“A conclusione di un percorso, che ha più radici in una tradizione storica di partito, sono stato segretario provinciale del Partito Democratico Palermo per 4 anni e mezzo e credo che anche nel rispetto di una tradizione storica, il partito, come faceva spesso in passato, ha deciso di dare la possibilità ad un suo dirigente di potere avere l’accesso al Parlamento e di poter esprimere le sue capacità nell’interesse del territorio che rappresenta”.

Se eletto quale sarà il settore nel quale si spenderà?

“La prima cosa da fare è un assunzione di responsabilità da parte della politica siciliana, i siciliani intanto dovrebbero fare i siciliani, provare a fare quadrato dinanzi alle esigenze dei siciliani e cominciare ad affrontare una serie di questioni che vanno dall’agricoltura allo sviluppo imprenditoriale commerciale; quindi è una battaglia per le zone economiche speciali, anche per poter riuscire a creare un sistema che consenta di compensare il fenomeno dell’insularità e quindi tutelare in questo modo, e per via indiretta, anche infrastrutture importanti come quelle portuali e aeroportuali. Una battaglia che provi a mettere a sistema tutto questo, facendo, per esempio, degli aeroporti di Birgi e di Palermo un unico grande Hub, con un’unica compagnia di gestione, abbattendo i costi di gestione e migliorando la capacità di aggressione del mercato in un’ottica d’insieme che smetta e dismetta la guerra tra poveri”.

A proposito di aeroporti, è notizia di questi giorni che Rynair ha lasciato Birgi.

“Sulla questione Ryanair credo che non bisogna puntare il dito contro Ryanair, piuttosto che contro Alitalia, sono società che guardano al proprio fatturato e alle proprie esigenze. Io so solo un dato, che se si punta al rapporto con un’unica compagnia e lo si fa con il coomarketig e aiuti di Stato, l’aeroporto finisce poi per subire le condizioni dettate dall’unico partner, ne è un esempio classico il fatto che Rynair paga salato l’atterraggio su Palermo perché Palermo ha la possibilità di avere più compagnie a cui offrire dei servizi. Su Birgi fanno sempre il bello e il cattivo tempo. Credo che sia proprio questa la scommessa, un sistema di gestione comune, ma non solo tra Palermo e Birgi, ma anche Comiso e Catania possono essere messi in rete, e fare in modo che questi aeroporti non si facciano la guerra, ma arrivino ad un sistema di gestione insieme, ad avere una visione ed una gestione tale da aggredire insieme il mercato. Tra gli aeroporti inserirei la questione economica speciale, perché se noi inserissimo, soprattutto tra gli aeroporti di Birgi e Palermo, una grande area di sistema di fiscalità di vantaggio avremo uno sviluppo enorme. Non è una questione di volume di passeggeri, è una questione di indotto che si può sviluppare intorno agli aeroporti”.

Un clima politico caratterizzato da forti tensioni, secondo lei quale deve essere il ruolo del suo partito?

“Il mio partito deve farsi catalizzatore, intanto, dell’elettorato moderato e fungere da partito che dia serenità a questa nazione, che oggi si vede divisa e viene divisa da chi tenta di soffiare sul malcontento e tenta di scimmiottare Trump sulle armi. Un clima molto pesante, c’è una deriva di destra xenofoba e fascista che ha invaso il mondo, è accaduto in America, dove non si credeva potesse succedere e stava accadendo in Francia dove c’è stato il rischio di avere la Le Pen presidente e in Germania dopo la decisione del SPD di fare un governo di salute pubblica e quindi di larghe intese, i dati danno il partito nazional popolare come primo partito, questo rischio c’è pure in Italia, che non è avulsa da questo contesto. In Italia il Partito Democratico deve farsi argine specie di un fenomeno che potrebbe avverarsi, cioé un governo 5 Stelle con la Lega di Salvini e Fratelli d’Italia. Per arginare questo è importante che il Partito Democratico sia prima forza di governo, sia il primo gruppo parlamentare e attraverso questo ottenga un mandato da parte del Presidente della Repubblica e riesca, se possibile, a creare un governo nell’interesse della nazione, perché quando si parla di un Governo di salute pubblica io credo che l’Italia non possa permettersi di ritornare al voto, l’Italia ha bisogno di non pregiudicare quanto di buono è stato fatto, perché è sotto gli occhi di tutti e comunque l’Italia non è più quella dello spred a 570, non è più l’Italia che aveva la credibilità di un capo di stato che faceva le corna dietro la nuca degli altri capi di Stato, l’Italia che veniva derisa per le feste che si fanno nelle case del Presidente del Consiglio

Oggi l’Italia ha una credibilità internazionale, grazie a Renzi che viene ricevuto nell’ultima cena di gala fatta dal Presidente degli Stati Uniti e grazie a Gentiloni che è stato messo plasticamente in mezzo tra le figure di Macron e la Merkel, come a dire abbiamo necessità di serenità, l’Europa intera ha necessità di stabilità e di continuità”.

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