La mensa della Caritas di Alcamo, da 25 anni un pasto caldo per chi ne ha bisogno: “Qui accogliamo tutti”

A pochi passi dall’affollata Piazza Ciullo, ogni sera, un palazzone accoglie chi è rimasto indietro …  

ALCAMO. Storie che s’intrecciano nella cruda realtà di molte città italiane. Sono le storie di chi è rimasto solo o non ha più nulla. Di chi ha perso anche la speranza. Per ritrovarsi tutti sotto lo stesso tetto, con un pasto caldo.

Queste sono le storie di chi ogni sera raggiunge la mensa della Caritas di Alcamo in pieno centro storico, a pochi passi da Piazza Ciullo, dal Palazzo di città, nel salotto buono dei palazzi in stile Liberty. Anche quello che ospita la mensa è molto antico e spazioso. Era di proprietà di Mons. Papa, parroco che dopo la morte lo donò per finalità sociali alla sua Chiesa. Oggi è centro di un’accoglienza senza barriere, senza discriminazioni. Un palazzone molto luminoso con ambienti spartani. Dal grosso portone in legno si aprono le scale che portano al primo piano: Tavoli, sedie e tovaglie semplici, balconi spaziosi per godersi il sole caldo dell’estate alcamese. Ambienti familiari che accolgono senza tener conto della carta di identità.

Qui, ogni sera da 25 anni, s’intrecciano quelle storie che spesso sembrano lontane chilometri, apparentemente circoscritte soltanto alle grandi città. Le lunghe file fuori dalla mensa della Caritas pensavamo potessero esistere solo in tv, invece, esistono anche qui, nella ricca Alcamo, la città del vino, dove c’è una povertà sommersa che stenta a venir fuori. Una società spesso dimenticata, invisibile, che urla nel silenzio della notte. Ogni sera, chi fatica a mangiare, trova ristoro nel cuore della città grazie alla Chiesa cattolica e al lavoro dei volontari che si spendono quotidianamente. Attraverso questo servizio, infatti, vengono offerti pasti caldi ai più poveri, senzatetto, migranti e cittadini con gravi difficoltà economiche. È la Alcamo solidale, quella che dà un po’ di speranza a chi pensava di averla persa. “Qui ogni due mesi, a turno, si alternano e lavorano i volontari e le volontarie delle varie parrocchie della città. Per noi è importante che si sappia: ogni sera qui chi ha bisogno troverà sempre un pasto caldo. Non abbiamo mai chiuso le porte a nessuno, giovani, meno giovani, migranti, alcamesi, non facciamo discriminazioni. Siamo una grande famiglia” – sono le parole di Antonino Randes, per tutti Nino. Un signore gentile e allegro che da anni gestisce la mensa. È lui che ci accoglie di buon mattino. Ogni giorno si preoccupa che tutto sia a posto, in ordine. Raccoglie i prodotti dai vari supermercati e commercianti della città che volontariamente donano qualcosa. Recentemente, grazie ad una convenzione tra la Conad Sicilia, la Caritas e il Lions Club di Alcamo ha ricevuto una prima significativa fornitura di generi alimentari: “A novembre abbiamo ricevuto una pedana piena di legumi, pasta, pelati e prodotti alimentari di vario genere che non potevano più essere venduti per diversi motivi. Una fornitura per noi molto importante. Per questo voglio ringraziare la Conad Sicilia e il Lions Club di Alcamo” – sottolinea Randes ad Alqamah.it.

Ogni sera, i volontari riempiono i piatti con la minestra, la zuppa, il riso, poi il secondo, la frutta e se capita anche il dolce. In silenzio si consuma il pasto, in un angolo della piccola sala servita dai volontari delle parrocchie. Ogni giorno il loro unico pensiero è sempre lo stesso: la preparazione di un menù che possa mettere tutti d’accordo. E per farlo si inizia intorno alle 18 nella piccola cucina: “Per accontentare tutti, musulmani e non, quasi sempre prepariamo secondi a base di pesce, frittate, insalate, e tanti legumi” – aggiunge Randes.

Ma qui, come dicevamo, ci sono storie che meritano di essere raccontate. Dal buio della solitudine la mensa della Caritas è stata una luce per molti. “In questi anni ne abbiamo visti passare davvero tanti, tutti con storie diverse. Molti ancora provano vergogna e preferiscono non mangiare pur di non farsi vedere qua. Ma voglio sottolinearlo, le nostre porte sono sempre aperte. Anche per le feste, passiamo con loro natale, pasqua e capodanno”.

Sono circa una quarantina le persone che giornalmente si servono della mensa, molti sono stranieri, alcuni di passaggio, altri stabili. Ma in passato sono state anche di più. In questo periodo sono circa una decina gli alcamesi, in larga parte anziani che hanno perso tutto o che sono rimasti soli. C’è chi percepisce una pensione da fame, sufficiente per pagare le bollette. E spesso neanche quelle. Sono storie difficili, che s’intrecciano tra le viuzze della città culla della lingua italiana di Ciullo d’Alcamo.