L’acqua è la vita. Il problema dell’acqua di Alcamo. PARTE PRIMA – Introduzione storico popolare.

Riceviamo e pubblichiamo – Di Antonino Messana

Per la sopravvivenza dell’uomo non è soltanto l’acqua necessaria, certamente il Sole occupa il primo posto assieme all’aria. Tuttavia solo gli scienziati astronomi si occupano del Sole e lo osservano tutti i giorni. Ci hanno pure avvisato che fra tre milioni di anni la stella Sole diventerà una stella “NANA”. Ciò determinerà la fine del nostro pianeta terra. Per buona fortuna nessuno di noi si dà pensieri per il Sole. Esso sorge e tramonta puntuale tutti i santi giorni senza creare problemi all’umanità. Così è stato e così sempre sarà fino a quando non si oscurerà. Da qui parte l’idea della salvezza dell’uomo. Gli astronomi già da molti lustri studiano gli altri pianeti con la precisa intenzione di trovare altra abitazione per l’uomo terrestre. Una particolare attenzione è stata rivolta al pianeta Marte ricercando affannosamente l’acqua come primo elemento di adattamento dell’habitat umano. Finalmente questi portentosi scienziati hanno scoperto buoni indizi che dimostrano la presenza di acqua nel pianeta Marte. Adesso cercano affannosamente la fonte. Ecco uno stralcio pubblicato dal sito Focus.

Gli strumenti di Mro non hanno osservato direttamente acqua corrente ma hanno rilevato la presenza dei sali che si depositano normalmente nel terreno quando vi scorre sopra dell’acqua salmastra (le strisce nere lunghe 100 metri circa che si vedono in questa immagine). Le striature sono stagionali: si formano a fine primavera, si ingrandiscono in estate e svaniscono in autunno.| NASA / JPL / UNIVERSITY OF ARIZONA

            Concludo affermando che l’uomo senza l’acqua non sopravvive, pur avendo (per assurdo)  sole, aria e cibo.  Ecco perché “l’acqua è la vita dell’uomo”.

            Con queste semplici parole che giudizio dare ad un Governo od ad un Ente pubblico locale che non fornisce l’acqua alla cittadinanza? Lascio la risposta a chi mi leggerà.  Per altro verso la Regione siciliana con la costruzione delle dighe ha risolto il problema della siccità per l’agricoltura ma non per i bisogni umani.

            Alcamo soffre la penuria d’acqua da secoli. Al tramonto del secolo XIX la nostra città ha goduto un lungo periodo di benessere economico per la coltivazione del grano destinato all’esportazione. In quel periodo andavano in pubblicazione dei giornali cittadini: il primo  “La Sveglia”, in seguito sostituito dal giornale “La Patria”, custoditi dalla Biblioteca comunale di Alcamo. Per una puntuale documentazione storica della secolare sofferenza di acqua di Alcamo ho riprodotto alcuni articoli del suddetto giornale “La Patria” dell’anno 1898. Qui sotto propongo lo stralcio originale, pubblicato il 20 gennaio 1898 dal titolo il “IL PROBLEMA DELL’ACQUA”. Con meraviglia leggiamo che già allora esisteva un progetto approvato dal Genio Civile per sfruttare le risorse idriche del Vallone Grande (ponte Finocchio) e di contrada Polizzi . Non c’è cenno per la vena d’acqua che va alla Fontana in contrada Miracoli. Forse già allora quella vena era già sfruttata. Con meraviglia leggiamo pure che la spesa ammontava a lire trecentomila. Ma il cronista ammetteva anche una spesa di tre milioni,  cifra abbastanza riguardevole per quell’epoca. Infine, questa potrebbe essere una prova che esistono nel nostro territorio le risorse idriche che nessun governo centrale o locale ha mia sfruttato. Ultimo fatto da evidenziare che all’epoca la popolazione alcamese era di 50.000 abitanti, grossomodo come oggi.

Per maggiori informazioni  “La Patria” ha  pubblicato numerosi altri articoli riguardanti la penuria e l’urgente necessità di acqua per questa nostra Alcamo.

 

            L’acqua che sostiene il nostro corpo e la vegetazione non ci arriva con la medesima spontaneità e naturalezza del Sole. Essa va ricercata, incanalata, immagazzinata, depurata, distribuita e consumata. Quindi, l’uomo semplicemente deve fare fatica per averla. E nonostante il mondo sia sommerso dall’acqua, essa è pure scarsa ed ha pure un prezzo salato.

             Ad Alcamo nei secoli passati le fonti di approvvigionamento  erano le acque che scorrevano in contrada Miracoli. In quei luoghi mentre le donne lavavano i panni, avvennero i miracoli.

            La mappa del catasto Borbonico del 1875 di Alcamo qui sotto riportata, è magistrale per farci conoscere la penuria d’acqua nella abitazioni e l’abbondanza nelle contrade. Essa non solo ci indica la “Fontana ed il Lavatoio pubblico”, ma ci da una chiara idea  delle abbondantissime acque sotterranei che scendevano dalla montagna verso la “Fontana”. Al confine della Piazza Ciullo e Piazza Mercato c’era una vena acquifera. Infatti, attraversando il tratto di strada al confine della Piazza Mercato o scendendo le scale  si sentiva costantemente un rumore di acqua. Durante le piogge abbondanti l’acqua straripava e si versava lungo la Via e raggiungeva la “Fontana” e credo si dirigeva verso Alcamo Marina contrada Canalotto.  Infatti quella strada percorsa a valanghe dalle acque è stata denominata appunto Via del Lavinaio che dalla Piazza Mercato scende in linea leggermente obliqua verso destra per raggiungere e superare la “Fontana”. Ripeto il fenomeno era impressionante durante le piogge perfino io ho un vago ricordo.

            Ecco la pianta catastale del 1875: Ho cerchiato la Fontana ed il Lavatoio pubblico. Con puntini neri ho evidenziato: la Via del Lavinaio, la Piazza Mercato e la Piazza Ciullo.

Oggi qualcuno sostiene che in quella discesa c’è tanta acqua da quasi soddisfare le necessità dell’intero paese.

            Ricordo che nei miei anni verdi cosparsi per il paese c’erano le fontanelle, cioè il “cannolo”. In particolare ricordo quello vicino il “Sanatorio” in Piazza Cappuccini oggi Piazza Padre Pio. Infine, altra testimonianza della penuria d’acqua nelle case  é  la foto della vecchietta che si approvvigiona  di un secchio d’acqua al cannolo pubblico. La foto è stata scattata negli anni 1950 a Castellammare  e firmata Di Liberti.

             Resta chiarito che da secoli nessun Governo centrale o locale ha risolto il problema dell’acqua. Oggi si presenta aggravato rispetto ad un ventennio passato. L’acqua nei scorsi mesi estivi è mancata prima per circa un mese, poi è stata erogata dopo giorni 10, poi otto, poi sei e in periodi buoni in quattro giorni. Adesso, dalla fine dello scorso anno e nel corso di alcune settimane del nuovo anno l’acqua è arrivata nelle case ogni sei-otto giorni.

Concludendo il territorio di Alcamo è pieno di risorse idriche non sfruttate. Nel secolare giornale alcamese “La Patria” è stato scritto che il Comune aveva un progetto approvato dal Genio Civile per raccogliere e utilizzare le acque del Vallone Grande e di Polizzi che ritengo che si aggiungessero alle acque della “Fontana” in contrada Miracoli che potevano soddisfare le esigenze della cittadinanza, ma il progetto è rimasto impolverato. Da allora non mi risultano progetti di sfruttamento di acque territoriali. Oggi tuttavia il consumo è per dir poco decuplicato. L’acqua ci arriva da fonti lontani come Cannizzaro ed addirittura dalla provincia di Agrigento. Per eventuali nuovi progetti di sfruttamento delle acque del territorio o del vicino mare, si dice che la spesa è alta, ma i tre milioni del 1898 come hanno scritto nel giornale “era all’epoca una cifra esponenziale. A mio giudizio occorre elaborare un progetto e spezzettare la spesa in cinque o dieci anni. Ma nessuno si preoccupa di scrivere in bilancio  soldi destinati a investimenti per l’acqua come sinonimo di vita, cioè spesa prioritaria a qualsiasi altro genere di  spesa.

 Non stò scrivendo per dare una colpa all’amministrazione 5 stelle, me ne guarderei bene, ma per dare uno sguardo al passato e per commentare, con una prossima puntata, i provvedimenti amministrativi vigenti: come il Regolamento ed il contratto di somministrazione dell’acqua.

ANTONINO MESSANA

La seconda parte verrà pubblicata giovedì 8 febbraio 2018.

APPENDICE

BIBLIOGRAFIA

Biblioteca Comunale di Alcamo

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