Il bravo timoniere per il Pd nella burrasca

E’ il segretario del Pd di Palermo. Crocetta grida contro i dem che hanno abbandonato la lotta alla mafia, ma in campo c’è Carmelo Miceli che Cosa nostra l’ha affrontata direttamente, sconfiggendola nelle aule dei Tribunali

Gli spunti per parlare delle prossime elezioni politiche sono tanti solo a guardare la nostra provincia. Ma vogliamo partire da quello che sta accadendo a Palermo, dove preso dal suo solito furore l’ex presidente della Regione Crocetta non le ha mandate a dire al segretario del Pd Matteo Renzi. Crocetta non ha avuto la promessa candidatura blindata alle Politiche, e nemmeno quelli più vicini a lui, Lumia, Antoci, sono stati presi in considerazione. Crocetta ha così ripreso il suo vigor antimafia, sbiadito però da una esperienza di Governo deludente, e ha accusato il Pd di non voler combattere la mafia. A parte il caso Messina, sul versante tra Palermo e Trapani ci pare che le cose siano ben altre. Numero due nel listino plurinominale per la Camera dei Deputati è il segretario provinciale del Pd di Palermo, Carmelo Miceli, che da avvocato la sua faccia opposta a quella dei mafiosi l’ha più volte messa. Non ha mai cercato la ribalta, e però il suo nome e cognome è stampato agli atti di diverse sentenze contro Cosa nostra. E contro quella mafia che ha spesso dimostrato bene di ricordarsi al momento opportuno dei suoi avversari. Difficile quindi dar ragione a Crocetta. Noi all’ex presidente che amava i palcoscenici preferiamo l’avvocato Miceli che ai palchi anche da segretario del Pd palermitano ha continuato a preferire le aule giudiziarie e sopratutto quando c’era da rappresentare le parti civili, quelle che spesso, anche da soggetti alla Crocetta vengono lasciate da sole. Carmelo Miceli è stato parte civile nel processo per il delitto di Mauro Rostagno, giovanissimo si è gettato contro i lupi del foro e contro i mafiosi, muovendosi in certe circostanze quasi fosse un pubblico ministero andando a trovare le prove contro i due imputati conclamati mafiosi, i boss Vincenzo Virga e Vito Mazzara. Ha condotto poi l’intero Pd siciliano a costituirsi parte civile contro i Messina Denaro dinanzi al Tribunale di Marsala dando sostegno al consigliere comunale di Castelvetrano Pasquale Calamia punito con l’incendio della sua casa per essersi pubblicamente augurato la cattura del latitante Matteo Messina Denaro. Ha fatto riaprire il processo per il delitto, risalente al 1981, del medico palermitano Sebastiano Bosio, un professionista che Cosa nostra voleva avere dalla sua parte ma non riuscendoci per questo lo uccise. Processo che ha visto condannato Nino Madonia che in primo grado era stato assolto. Così per ricordare due o tre cose del lavoro del giovanissimo avvocato Miceli che con i cavalli di razza della politica ha sempre avuto poca dimestichezza e frequentazione, preferendo la gente semplice e quella che contro la mafia come lui ci mette la faccia. Senza avere per forza i riflettori puntati addosso. Ma le sue arringhe sono lì a dimostrare il suo valore, anche quando in certi processi si è ritrovato ad affrontare avvocati che non nascondevano di essere consigliori della peggior mafia. L’avvocato Carmelo Miceli è una delle persone serie in campo in queste elezioni e lo diciamo senza che nessuno si irriti. E’ poi nel Pd uno che della realtà trapanese conosce forse molte più cose degli stessi trapanesi. In un Pd nella burrasca potrebbe essere il bravo timoniere.

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Rino Giacalone
Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.