Fare Ambiente su impianto di Gallitello: “non risulta rilevabile l’impatto che avrebbe sull’aspetto sanitario e sul rilascio delle acque utilizzate nel terreno”

Caso impianto di Gallitello, sulla questione si pronuncia anche Fare Ambiente mediante nota stampa a firma del Presidente, Anna Lisa Guggino. Riceviamo e pubblichiamo: “Premesso che l’obiettivo principale deve essere quello di incrementare sempre di più la raccolta differenziata al fine di ridurre i rifiuti non riciclabili che possono avere diverse destinazioni, sarebbe preferibile che gli impianti destinati allo smaltimento della quota residuale di rifiuti non riciclabili fosse gestita dalla Pubblica Amministrazione, l’Associazione FareAmbiente in merito alla realizzazione dell’ impianto relativo al trattamento dei rifiuti solidi urbani in c/da Gallitello in territorio di Calatafimi-Segesta ritiene che non si possa in maniera preconcetta essere contrari, tuttavia gli impianti destinati sia alla produzione di biogas che di energia da incenerimento devono essere attenzionati in maniera particolare stante le refluenze che la loro realizzazione e la loro gestione possono avere sull’ambiente e soprattutto sulla salute dei cittadini.
Da una lettura del progetto appare evidente che sono previsti più cicli produttivi che vanno dalla produzione di biogas alla produzione di energia prodotta dall’incenerimento della parte secca dei rifiuti (in pratica si tratta quest’ultimo di un inceneritore).
I dati tecnici e l’utilizzazione delle tecnologie previste nel progetto sembrano essere ottimali, se non fosse che, a nostro avviso, non risulta rilevabile l’impatto che l’impianto avrebbe sull’aspetto sanitario delle emissioni dei fumi in atmosfera e sul rilascio delle acque utilizzate nel terreno.
Oggi esiste una buona letteratura scientifica sugli effetti sanitari della combustione dei rifiuti, per cui è opportuno studiare in maniera rigorosa l’impatto sulle popolazioni che vivono vicino a questi impianti.
A questo scopo è necessario che il progetto venga assoggettato non solo adAIA ma anche a VIIAS (Valutazione integrata di Impatto Ambientale e Sanitario) per la quale oltretutto l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) nel 2016 ha definito le linee guida per la sua redazione.

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