Estorsione dai dipendenti: arrestato candidato M5s

Agrigento: Fabrizio La Gaipa 42 anni, titolare di un albergo-atelier, non è riuscito ad essere eletto all’Ars per 1630 voti. Secondo gli esposti presentati alla Procura di Agrigento, avrebbe dichiarato emolumenti diversi da quelli corrisposti ai dipendenti.

Era risultato essere il primo dei non eletti nella provincia di Agrigento nella lista del Movimento 5 Stelle alle ultime elezioni regionali in Sicilia. Per 1.630 voti non era entrato all’Ars. Se ci fosse riuscito, sarebbe stato il primo degli i deputati regionali grillini. La Squadra mobile di Agrigento ha arrestato Fabrizio La Gaipa, imprenditore di 42 anni. Deve rispondere di estorsione: come riportato su La Sicilia, i pm – l’indagine è condotta dal sostituto Carlo Cinque, coordinato dal procuratore Luigi Patronaggio – avrebbero sul tavolo alcuni riscontri ad almeno sei esposti presentati da alcuni dipendenti dell’hotel “Costazzurra Museum & Spa”, albergo-atelier in città che lui avrebbe gestito. La Gaipa, giornalista pubblicista e autore di libri, raccontano sempre i quotidiani locali, è stato presidente del consorzio turistico “Valle dei Templi”, carica da cui si è poi dimesso per candidarsi col M5S all’Ars. Con oltre quattromila voti il 5 novembre è stato il primo dei non eletti subito dopo Matteo Mangiacavallo (14 mila voti) e Giovanni Di Caro (5.900 voti). Nel collegio provinciale il M5s, con 47.479 preferenze (il 27,34%), è risultato essere la prima lista.
La Gaipa accusato di estorsione, l’indagine
Nel dettaglio, la vicenda giudiziaria che coinvolge Fabrizio La Gaipa riguarderebbe i contratti di lavoro applicati ai suoi lavoratori e la rispondenza fra gli emolumenti dichiarati e quelli effettivamente versati ai suddetti dipendenti. In pratica l’ipotesi è che l’imprenditore si sia fatto restituire parte degli stipendi o abbia ottenute firme su buste maggiorate rispetto ai reali emolumenti e che gli impiegati abbiano accettato per paura di essere licenziati. Da qui deriverebbe l’accusa di estorsione. L’inchiesta va avanti già da tempo e durante questo periodo sarebbero stati sentiti gli stessi dipendenti, oltre ad altri testimoni, acquisita documentazione bancaria e contrattuale nonché altri atti. Il fascicolo sarebbe stato  poi ‘congelato’ durante la campagna elettorale per scelta della procura agrigentina, che adesso però ha deciso di dare una svolta all’indagine formulando i capi d’accusa.
 
Nuovo scandalo all’Ars dopo De Luca e Tamajo
Si tratta del terzo scandalo in ordine di tempo che coinvolge l’Assemblea regionale siciliana, dopo l’arresto il giorno dopo il voto di Cateno De Luca, il deputato dell’Udc eletto a Messina, che si trova ora agli arresti domiciliari per evasione fiscale, e l’iscrizione nel registro degli indagati per il reato di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione elettorale del neoeletto Edy Tamajo. Secondo la Procura di Palermo avrebbe comprato parte dei quasi 14 mila consensi ottenuti pagando 25 euro a voto.
 
fonte fanpage.it
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