L’Ars degli impresentabili

Il dopo voto segnato dall’arresto dell’Udc Cateno De Luca. A Trapani venne a sostenere la candidata Inferrera. Eletta anche la Caronia (Forza Italia) indagata in “Mare Monstrum”.

A un giorno appena dall’elezione all’Assemblea regionale siciliana, il neo deputato dell’Udc Cateno De Luca, messinese, è finito agli arresti domiciliari per associazione a delinquere finalizzata all’evasione fiscale. In particolare, gli 007 della Guardia di Finanza avrebbero accertato una evasione di 1.750.000 euro. Questa mattina peraltro il rieletto deputato De Luca doveva presentarsi davanti ai giudici per un procedimento penale che lo aveva visto finire indagato nel 2011. Così ieri De Luca scriveva sul suo profilo Facebook: BUONGIORNO ! cercherò di ringraziare tutti voi uno ad uno per il risultato che abbiamo raggiunto. Per ora non sto rispondendo a nessuno sia al telefono che per messaggio perché sono concentrato con i miei legali in quanto Giovedì 9 novembre prossimo ho l’ultima udienza dell’ultimo processo che riguarda il mio calvario giudiziario che dura dal 27 giugno 2011 con 14 procedimenti penali già chiusi a mio favore. VI CHIEDO SCUSA ! VI PROMETTO CHE NELLE PROSSIME SETTIMANE PASSERÒ A RINGRAZIARE IN TUTTI I LUOGHI E LE PIAZZE DOVE SONO VENUTO PER CERCARE IL VOSTRO CONSENSO ! ANCORA GRAZIE A TUTTI E SE POTETE PREGATE PER ME …Forse le preghiere non ci sono state, forse non sono state numerose, tant’è che questa mattina l’on. Cateno De Luca è stato svegliato dai militari andati ad arrestarlo. E su Facebook è tornato a scrivere: SAPEVO GIÀ CHE MI AVREBBERO ARRESTATO…Perché già certi ambienti mi avevano avvertito ! Ed oggi più di ieri vi dico che anche questo procedimento finirà come gli altri quattordici: archiviati o con sentenza di assoluzione …Nei prossimi giorni saprete il perché non vogliono che io faccia il sindaco di Messina. Ringrazio i militari che stamattina alle ore 7:25 hanno suonato alla mia porta per arrestarmi in quanto sono stati un esempio di professionalità, gentilezza e riservatezza. IO LI ASPETTAVO DA QUALCHE GIORNO …IO STO BENE ! Ora sono agli arresti domiciliari a Fiumedinisi e penso solo a preservare mia moglie, i miei figli, la mia famiglia dall’ulteriore calvario giudiziario che li attende. Vi saluto offrendovi virtualmente il caffè del galeotto ! De Luca fondatore di un movimento civico “Sicilia Vera”, nel corso della campagna elettorale, lui, candidato nell’Udc in provincia di Messina, eletto con oltre 5 mila preferenze, ha sostenuto il neo eletto presidente Musumeci, che sicuramente lo ha potuto conoscere solo oggi dalla lettura dei giornali on line che hanno dato notizia dell’arresto, era già indicato tra gli impresentabili proprio per le vicende giudiziarie che lo avevano coinvolto. A Trapani Cateno De Luca aveva fatto anche la sua apparizione per sostenere la candidata Udc Ivana Inferrera. E parlando d’impresentabili, De Luca partecipando a Messina a una convention di “Sicilia Vera-Udc”, presente il noto avvocato ed ex deputato Carlo Taormina, proprio sul tema degli impresentabili aveva così chiosato: “I veri impresentabili sono i politici che si trovano sia nel Centrodestra che nel Centrosinistra e che in queste anni hanno favorito le lobby e il sistema clientelare della Sicilia e non hanno fatto niente di buono per la Regione…oltre ai condannati non dovrebbe partecipare alle competizioni elettorali anche chi non ha ottenuto buoni risultati per la propria comunità “. Personaggio istrionico tempo addietro non esitò a presentarsi nella sala stampa dell’Ars in mutande e avvolto nella bandiera della Regione Sicilia per protestare contro la sua esclusione dalla commissione Bilancio. Nel 2006 stessa cosa aveva fatto presentandosi quasi del tutto svestito nell’aula del Consiglio provinciale di Messina allora per protestare contro l’acqua che mancava nelle isole Eolie. Nel 2006 divenne deputato candidandosi nell’Mpa di Raffaele Lombardo, poi fonda nel 2007l’associazione politico-culturale Sicilia Vera, e incrocia l’allora vice presidente della Regione, il trapanese Bartolo Pellegrino , che schierandosi in quella fase con De Luca gli attribuì titolarità a condurre una “battaglia autenticamente sicilianista per l’azione di risanamento economica della Regione siciliana”. Nel 2008 tornò all’Ars con l’Mpa per poi passare con il Grande Sud di Gianfranco Miccichè. Il primo arresto lo subì nel 2011, con lui in manette finì anche suo fratello, per il cosiddetto «sacco di Fiumedinisi», paese messinese dove era sindaco. Processo in corso, c’è una richiesta di condanna a 5 anni. Nel maggio 2012 fu eletto sindaco di Santa Teresa Riva (Messina) e a luglio si dimise dall’Ars «per iniziare la mia rivoluzione in Sicilia» così spiegò. E passò a fondare il movimento «Rivoluzione siciliana» con cui si candidò alla presidenza della Regione nel 2012: prese l’1,2% dei voti. L’arresto di oggi è successivo alla condanna inflittagli dalla Corte dei conti, deve pagare 13 mila euro per le «spese pazze» dei gruppi all’Ars. A conti fatti sono ben otto, compreso Cateno De Luca, i cosidetti impresentabili eletti all’Ars. E se non eletti sono stati il trapanese Francesco Salone, indagato per truffa sui rimborsi presi quando era consigliere comunale a Trapani, e per il quale in piena campagna elettorale la madre, primario ospedaliero si è spesa con tanto di lettera mandata a pazienti e assistiti, Antonello Rizza,  sindaco di Priolo raggiunto da una misura cautelare all’inizio della campagna elettorale, che aveva il record di 22 capi d’imputazione, e che di fronte alla sconfitta ha attaccato i giudici: «Ho perso perché sono stato esiliato (aveva l’obbligo di non risiedere a Priolo)», e Riccardo Pellegrino che è stato sentito vantarsi dell’amicizia con il figlio di un boss del quartiere catanese di San Cristoforo, sono stati eletti Pippo Gennuso, imputato per truffa aggravata, Elvira Amata, abuso d’ufficio, Giusy Savarino che un padre condannato per tentato abuso d’ufficio. E l’ormai star della politica nazionale, Luigi Genovese, 21 anni e mister 17.359 preferenze, figlio del deputato ex Pd ora Forza Italia Francantonio, condannato in primo grado a 11 anni di carcere per la formazione professionale d’oro. Poi ci sono Giovanni Cafei, sotto inchiesta per turbata d’asta, Giuseppe Arancio indagato per abuso, falso e truffa, eletti dal centrosinistra. Ed è stata eletta in Forza Italia anche Marianna Caronia, uno dei nomi pesanti nell’indagine sulla cosidetta “tangentopoli del mare”, l’operazione cosiddetta “Mare Monstrum”,  condotta dai Carabinieri di Trapani e che ha visto coinvolti l’ex sindaco ed ex deputato trapanese Mimmo Fazio e l’armatore della Liberty Lines Ettore Morace, con avvisi di garanzia arrivati a Palermo, al presidente Rosario Crocetta, quanto a Roma, all’ex sottosegretario Simona Vicari.  Per la Caronia il pm di Palermo aveva chiesto l’arresto, ma il gip non ritenne gravi gli indizi contro di lei. Marianna Caroniaè sotto inchiesta per avere agito insieme a Giuseppe Montalto, allora segretario dell’assessore alle Infrastrutture Giovanni Pistorio, nella qualità di capo della segreteria dell’assessore alla Famiglia, per ostacolare una nomina, quella di Giuseppe Prestigiacomo, a consulente della commissione Trasporti dell’Ars, perché sgradito a Ettore Morace. In cambio, secondo l’ipotesi dell’accusa, Caronia avrebbe ottenuto l’accoglimento da parte di Morace di “tutte le richieste economiche” avanzate a titolo di buonuscita per l’intervenuta cessazione del rapporto di impiego con la società Siremar, della quale la Caronia era dipendente. Caronia avrebbe beneficiato di una buona uscita a condizioni favorevoli, ottenendo 50mila euro più altri 50mila dati da Morace dietro la presentazione di una fattura.

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Rino Giacalone
Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.