Una commissione per Emanuela

Caso Orlandi: il senatore trapanese Santangelo (5 Stelle) promotore di una iniziativa parlamentare

di Giacomo Galeazzi – La Stampa

 I lavori dovrebbero avere una durata di nove mesi, con un budget di 50mila euro a carico del bilancio interno del Senato e della Camera. Una commissione bicamerale d’inchiesta per far luce sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. Domani il Movimento 5 Stelle presenta la sua proposta in Parlamento con l’obiettivo di «scoprire chi ha nascosto la verità». Una commissione da attivare «nell’ambito delle strutture del Parlamento e con il relativo personale».

 Sono passati 34 anni dalla scomparsa della cittadina vaticana, figlia di un commesso della Casa pontificia, ma ad oggi non esiste una verità né sostanziale, né processuale che accerti cosa sia realmente successo quel 22 giugno del 1983 e chi siano i responsabili della scomparsa della ragazza. Domani alle 15 in “Sala Nassirya”, al Senato della Repubblica, il Movimento 5 Stelle presenta la sua proposta in Parlamento per scoprire i motivi che sino a oggi hanno impedito di arrivare alla verità. Partecipano il senatore del Movimento 5 Stelle, Maurizio Vincenzo Santangelo, il fratello di Emanuela, Pietro Orlandi, Annamaria Bernardini De Pace e Laura Sgrò, gli avvocati che rappresentano la famiglia da quando ha presentato l’istanza in Vaticano per aver accesso alla documentazione interna relativa al caso.

Dopo tre decenni di ipotesi su intrighi vaticani, trame dei servizi e crimini della banda della Magliana, ora è il Movimento 5 Stelle, malgrado la legislatura ormai agli sgoccioli, a chiedere una commissione bicamerale d’inchiesta. Venti deputati e venti senatori, dotati degli stessi poteri della magistratura, per accertare le circostanze che hanno portato una ragazzina 15enne a sparire nel nulla, senza che le inchieste siano riuscite ad accertare le responsabilità. «È un’iniziativa del senatore Santangelo che ha studiato a fondo la vicenda e per noi familiari questo disegno di legge rappresenta una novità positiva- dichiara Pietro Orlandi a Vatican Insider – Presentare e far votare un ddl è un segnale importante, dimostra che qualcosa si muove in Parlamento di fronte alla comparsa di una ragazza sul suolo italiano e dopo le numerose incongruenze delle indagini della magistratura».

Scomparsa nel giugno del 1983, attorno a Emanuela Orlandi il mistero non si è mai dissolto. La commissione può richiedere al ministro degli Esteri di promuovere «opportune iniziative diplomatiche presso gli organi competenti dello Stato della Città del Vaticano, in particolare la Segreteria di Stato, al fine di acquisire informazioni, documenti e testimonianze, qualora siano ritenuti utili a una ricostruzione della vicenda, incluse le modalità dell’attività investigativa delle autorità italiane e vaticane». «Ci aspettiamo che venga attivata la commissione, così come sul sequestro e l’uccisione di Aldo Moro – prosegue Pietro Orlandi – L’organismo potrà lavorare come la magistratura e oltre per il caso Moro il Parlamento lo ha già fatto per i misteri attorno alla morte del banchiere Roberto Calvi. Lo consideriamo un segnale positivo perché così si affronta il problema dello stato di omertà da parte del Vaticano che per 34 anni le autorità italiane hanno passivamente accettato. Questo disegno di legge è la prova che esiste ancora un senso di giustizia. E nessuno potrà mai negarci il diritto alla verità e alla giustizia».

Poche le chance che la commissione veda la luce, visti i pochi mesi che restano prima del rinnovo delle Camere, ma resta il segno di una tangibile attenzione per la vicenda che continua a scuotere l’opinione pubblica. Il punto di partenza della pista parlamentare è la parola fine alla ricerca della verità giudiziaria sancita dalla sesta sezione penale della Corte di Cassazione nel luglio dell’anno scorso, che ha respinto il ricorso della famiglia Orlandi alla richiesta di chiusura dell’inchiesta da parte del gip. «La nostra aspettativa è che il ddl venga presentato e votato: non riguarda solo il Movimento 5 Stelle ma tutti – puntualizza a Vatican Insider l’avvocato Laura Sgrò – Bisogna fare qualcosa e non si può perdere ulteriore tempo, non si può aspettare la prossima legislatura».

Oggetto di indagine della commissione parlamentare, per il senatore pentastellato, è verificare se la verità su questa sparizione «non sia stata deliberatamente celata, al fine di proteggere personalità di vario livello e ambito».

L’organo dovrebbe individuare le responsabilità di chi doveva o poteva pervenire almeno a una verità processuale. «Tale necessità di giustizia – si legge nella relazione al ddl – non è solo della famiglia Orlandi e dell’Associazione Penelope, interessata direttamente a come certe indagini vengano svolte, ma di tutta la comunità che deve pretendere delle risposte dallo Stato vaticano deputato a proteggere i suoi cittadini, soprattutto quando vi siano forti elementi, come in questo caso, per dedurre che si voglia occultare la verità».

fonte la stampa.it

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