La “soffiata” dell’agente dei servizi segreti

Messina Denaro, una latitanza coperta da insospettabili personaggi

Mentre gli inquirenti “stavano addosso” al boss di Gela Salvatore Rinzivillo per braccare il superlatitante Matteo Messina Denaro, l’agente dell’Aisi Marco Lazzariniavrebbe svelato l’indagine allo stesso Rinzivillo. “Ascolta bene – diceva al telefono lo 007 parlando con l’avvocato romano Giandomenico D’Ambraarrestato nel maxiblitz scattato la scorsa notte – ciò che prevedevamo è stato confermato da Cristiano… ti devi allontanare da zio per un periodo, io già ci ho parlato”. Lo zio sarebbe proprio il bossTotò Rinzivillo, finito in manette anche lui nella maxi operazione contro il clan Rinzivillo scattata tra Italia e Germania. “Allontanarmi radicalmente?” chiedeva al telefono l’avvocato, sospettato di aver ripetutamente collaborato con il clan nei suoi traffici illeciti. “Eh sporadicamente – rispondeva l’agente dei servizi segreti – io già ci ho parlato, già gliel’ho detto che ti avvertivo… non è nulla di particolare, è solo un’attenzione… capito per il noto che stanno cercando giù, si so n’cafoniti”. 
Secondo il procuratore di Caltanissetta Amedeo Bertone e l’aggiunto Lia Sava “il noto che stanno cercando” altro non è che Matteo Messina Denaro. Per diverso tempo gli inquirenti hanno pedinato il boss di Gela convinti che li avrebbe portati dal latitante di Castelvetrano.Totò Rinzivillo, infatti, sarebbe stato in contatto diretto con Francesco Guttadauro, figlio di Giuseppe il cui fratello Filippo è cognato della primula rossa di Cosa Nostra. Inoltre Totò Rinzivillo sarebbe stato compagno di cella di Salvatore Messina Denaro, fratello di Matteo.
Era il 10 marzo del 2016 quando l’agente Lazzarini veniva intercettato dal Gico della Guardia di Finanza mentre spiegava all’avvocato di aver avvisato delle indagini lo stesso boss gelese. Al telefono lo 007 parlava di aver avuto conferma da un certo “Cristiano”, che sarebbe un collega carabiniere, ma all’epoca sul clan Rinzivillo sono stava indagando il Ros quindi resta da capire come l’agente dell’Aisi fosse a conoscenza di informazioni tanto delicate e riservate.

fonte antimafiaduemila.com

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