La mia cara Sicilia

Il nostro territorio è dapprima scelto e poi apprezzato da innumerevoli turisti e visitatori che, anno dopo anno, rinnovano il loro amore e la loro voglia di spendere le proprie ferie in Sicilia, facendoci capire quanto possa essere apprezzabile quello che per noi è probabilmente la norma.

Ma proprio perchè abbiamo un occhio troppo abituato a ciò che ci circonda, spesso non riusciamo a percepire appieno le brutture di quello che abbiamo attorno. Invece tutto ciò intacca profondamente l’immagine che si porta dietro chi visita la nostra terra e a darcene un esempio è la testimonianza di due ragazze di 12 e 13 anni che con un racconto carico d’amore ma al contempo critico ci raccontano di una Sicilia piena di bellezze e di contraddizioni, probabilmente molto meglio di come avremmo potuto fare noi che la viviamo quotidianamente.

LA MIA CARA SICILIA

“Nella mia vita, come credo nella vita di ogni altra persona, ci sono vari problemi, alcuni anche irrimediabili, come mia sorella. Ma a questo ormai mi ci sono abituata.

C’è invece un problema che è come se fosse un tarlo nella mia testa: continua a rodermi di rabbia, e questo problema è la Sicilia.

In Sicilia ci vengo ogni anno, ho una casetta immersa nel verde della campagna che domina il Golfo di Castellammare. Ogni anno quest’isola mi riesce sempre a stupire attraverso colori, sapori, odori, una cosa incredibile e credo anche unica.

La Sicilia è come un puzzle di pezzetti di paradiso…

Il suo mare ha dei colori da cartolina ed è ricco di sorprese. Ogni volta che mi ci tuffo è come se questa distesa d’acqua salata mi abbracciasse tra le sue onde, accogliendomi gentilmente.

Le ordinate file delle vigne sembrano appena state pettinate, dando alle colline e alle pianure un’acconciatura che stupisce ogni passante.

I monti che si intagliano aguzzi nel cielo limpido sono punterellati da buffe palme nane e cespugli verde scuro. I loro boschi sono invasi dall’odore di eucalipto che li rende più freschi e sono sorvolati da maestosi falchi.

I fantastici tramonti danno colori mozzafiato al cielo: verde chiaro vicino al mare fino ad arrivare all’arancione scuro sopra alle montagne.

Le pecore passeggiano serenamente per le vie di campagna, lasciandosi dietro un odore di stalla e fieno che io adoro.

I paesini sono un insieme di odori stuzzicanti: quello del pesce fresco, del pane appena sfornato, della frutta appena colta che riposa nelle cassette di legno.

I cibi tipici sono veramente una delizia: arancini, sfincione, pane cunzatu, cannoli, cassate, cassatelle… E non parliamo della frutta, che appena la assaggi ti sembra di mordere un pezzetto di Sole zuccherato.

E infine c’è la storia, raccontata dai numerosi templi greci, dalle maestose chiese normanne e dalla cultura di città come Palermo, Trapani, Catania e molte altre.

Ecco perchè la Sicilia è il mio paradiso (che fortunatamente riesco a raggiungere anche senza morire). Ma allora voi vi chiederete: perchè la Sicilia è un problema che mi affligge se è così magnifica come vi ho descritto?

Perchè in Sicilia c’è qualcosa che la rovina e quel qualcosa è il non amore e il non rispetto di alcune persone che la abitano.

Queste persone pensano soltanto a tenere pulito il cortile della loro casa e quando devo andare a buttare l’immondizia vanno in campagna, abbassano il finestrino e buttano il loro sacco, non rendendosi conto che, inquinando i campi coltivati, un giorno potrebbero mangiare i loro stessi rifiuti. Pensano solo al presente e non si rendono conto che ogni danno che fanno oggi, andrà a rovinare il loro domani.

Io con la mia famiglia cerco di pulire un po’ le strade piene di sacchi di monnezza, ma quello che si deve cambiare è la mentalità di alcuni siciliani. L’unica speranza siamo noi giovani.”

Giulia e Marta

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