Una latitanza dorata

L’ex deputato Matacena da quattro anni a Dubai
di Davide Mattiello*
Quattro anni fa cominciava la latitanza di Amedeo Matacena a Dubai. Quattro anni vergognosi: Presidente Gentiloni, bisogna risolvere questa situazione ingiusta e grottesca. Condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa a causa della sua alleanza con la ‘ndrangheta reggina, scampato grazie alla prescrizione ad una probabile ulteriore condanna per corruzione in atti giudiziari, imputato insieme al già Ministro dell’Interno Scajola e a Chiara Rizzo nel processo Breakfast, oggetto di recenti sequestri di prevenzione, sverna serenamente in barba alla giustizia italiana, come quell’altro suo sodale, Vincenzo Speziali jr, che invece dovrebbe stare ancora a Beirut. Negli Emirati Arabi, lo sappiamo, sta in pessima compagnia, perché sono parecchi i latitanti italiani ricercati dalla legge che soggiornano in quella “zona franca” tanto preziosa per gli scambi commerciali bilaterali, gli Emirati restano il primo importatore al Mondo di armamenti italiani, quanto impermeabile alla cooperazione giudiziaria. E francamente la questione della “pena di morte” non regge più, tanto più scoprendo che la annunciata, dal Ministro degli Esteri Alfano, Commissione diplomatica bilaterale non si è mai riunita. Non starò a ricapitolare gli ormai innumerevoli atti parlamentari di sindacato e di indirizzo che sono stati prodotti in questi anni, mi limito, Presidente, ad attirare la sua attenzione su un dato che emerge dalla recentissima Ordinanza di Custodia Cautelare “‘ndrangheta stragista” ottenuta dalla DDA di Reggio Calabria, che sta meritoriamente lavorando su quel passato tragico, che in verità non vuole proprio passare, che sta tra il 1989 e il 1994. In particolare la DDA reggina sta esplorando la infame alleanza tra le principali organizzazioni mafiose e altre organizzazioni, nella realizzazione di quella strategia terrorista che ben ricordiamo volta a piegare la volontà dello Stato. Ebbene a pagina 312 si riporta, probabilmente per la ennesima volta, un passaggio delle dichiarazioni del collaboratore Pasquale Nucera, legato alla cosca Iamonte di Reggio Calabria, Melito Porto Salvo per la precisione, nel quale viene descritta una delle riunioni più importanti per il consolidamento di questa maledetta strategia, una riunione svoltasi al santuario della Madonna di Polsi il 28 Settembre del 1991, presenti rappresentanti delle mafie e anche di altre organizzazioni. Si discusse della necessità di azzerare la classe politica italiana che non dava più affidamento, si previdero prossimi sovvertimenti, si evocò il “partito degli uomini” come nuova forza politica prossima ventura. Si tenga presente che nemmeno due mesi prima era stato ammazzato il giudice Scopelliti, a suggello di queste scellerate alleanze. Tra i presenti, ad intrattenersi con Antonino Mammoliti, il giovane Matacena. Suvvia: la credibilità delle Istituzioni passa anche dalla interruzione di latitanze tanto velenose.
*deputato nazionale Pd, presidente fondazione BenvenutiinItalia.it
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