Crack! Qualcosa si è rotto…a Favignana…

Lettera aperta di un consigliere comunale

Di Michele Rallo

Il titolo di questa lettera aperta è di difficile digestione, almeno da parte mia. L’ intento è voler portare alla luce un qualcosa di risaputo ma tenuto nell’ombra, voler portare per chi vuole,  riflettere e porsi dei dubbi su come la nostra società in questi ultimi anni si sta avviando ad addivenire una realtà globalizzata, che poco si differenzia con quella di grandi città, portandosi dietro agi e disgrazie . Difatti nessuno parla di droga alle Egadi, nessuno ne parla tranne quando vi è qualche operazione delle forze dell’ordine che arrestano qualche spacciatore. Quasi come se il problema fosse solo di loro e non nostro. Lo sanno in tanti che sull’isola di Favignana ma anche a Marettimo e Levanzo, sia in inverno ma soprattutto nel periodo estivo vi è da ormai parecchi anni un giro vorticoso di droga; non solo droghe dette leggere, ma soprattutto cocaina o eroina da consumare in vari modi. E non mancano anche droghe sintetiche, le MD le anfetamine. Sono cose che apparentemente non ci appartengono, il dramma degli abusi che si porta dietro è cosa che non riguarda la nostra società, la nostra vita, non fanno parte della nostra storia. O forse non fanno parte della narrazione che negli ultimi anni ci siamo dati qui alle Egadi, l’arcipelago delle spiagge più belle d’Italia, concentrandoci giustamente a quel  paradigma di isola bella, con il sole il mare bello, la natura e  sempre felice.  E’ una cosa giustissima questa, ma è altrettanto giusto parlare dei problemi delle nostre isole che non si limitano solo ad altri paradigmi, che come le stagioni vengono discussi con cadenze ben precise, come se fosse un ritmo naturale del nostro modo di essere. Noi abbiamo l’obbligo di fare emergere questa oscurità, parlandone e parlandone ancora, soprattutto in casa ai nostri figlia ai nostri giovani, alle persone che non hanno i mezzi appropriati per affrontare una serata dove ti offrono una droga. Abbiamo l’obbligo di creare una discussione politica, perché parlando delle cose si prende consapevolezza di quello che sta accadendo alla nostra isola, alla nostra società, non demandando sempre e solo i problemi di questo genere alle forze dell’ordine. E già, perché le droghe esisteranno sempre nella nostra società sin quando ci saranno le persone che ne faranno richiesta. Ci sono vari livelli sociali in questa storia, ci sono i consumatori, ci sono quelli potenziali, ci sono gli spacciatori e dietro tutto questo c’è la criminalità. E in questa terra chi si occupa di questi mercati è la mafia.  Abbiamo l’obbligo etico e morale di dire che in parecchi luoghi pubblici delle nostre isole gira droga, e tanta, fiumi di droga. Alle volte alcuni luoghi diventano suo malgrado vere e proprie piazze di spaccio. Tra questi vi possono essere anche dei locali, dove la socializzazione facilita l’avvicinamento di soggetti che vogliono piazzare il loro prodotto di morte. Aggiungo anche, prendendomi tutte le responsabilità di quanto dico, che vi sono casi dove anche i gestori dei locali ne sono consapevoli e complici, perché così facendo la gente arriva a fiumi. Questa è una realtà che tanti preferiscono voltarsi la faccia, ma altrettanti ne hanno piena coscienza, discutendone a casa, con la paura che il proprio figlio non abbia i giusti strumenti per difendersi, per dire di no ad una proposta che ti porta a non sentirti come gli altri, accettato dagli altri. Oggi è arrivato il momento di parlarne, parlarne e continuare a parlarne perché il problema è soprattutto nostro.

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