Appello a Grasso, “si candidi”

Da diverse parti della Sicilia giunge al presidente del Senato l’invito a scendere in campo

L’ultimo degli appelli a candidarsi alla presidenza della Regione rivolto al presidente del Senato ed ex magistrato Piero Grasso Preg.mo Dott. Piero Grasso, è arrivato dalla provincia di Trapani. L’avv. Marcello Linares, esponente del Pd trapanese, lo ha messo nero su bianco in una lettera inviata al numero uno di Palazzo Madama. “Oggi – esordisce Linares – rimane poco della speranza che qualche anno addietro spronava i siciliani a credere in una possibile evoluzione dell’isola ispirata alla morale e all’etica mediante una politica naturalmente dedita allo sviluppo, alla crescita e all’affermazione dei valori della legalità sul territorio. E’ preoccupante, al riguardo, quello che è accaduto nel corso di quelle che sarebbero dovute essere le ultime elezioni amministrative a Trapani, città che è ormai simbolo del disastro politico istituzionale di un intero territorio. Eppure è proprio dalla Sicilia che ancora oggi dovrebbe levarsi una metamorfosi culturale tale da far ricredere chi nel Paese – tra cui molti giovani – guarda con diffidenza verso le istituzioni, mostrando ormai poco interesse verso i fondamentali principi democratici del nostro ordinamento”. Per Marcello Linares non c’è dubbio: “E’ proprio dalle rovine della vicenda trapanese che bisogna ricominciare a costruire il futuro. Occorre un significativo rilancio. Occorre cioè proporre un modello e un’idea di politica nuovi, in completa rottura con il passato. Bisogna, quindi, far comprendere, prima di tutto ai partiti, oltre che ai carrieristi della politica, che la stessa è un servizio, un atto di amore verso la gente a cui dobbiamo restituire la dignità di una vita nella nostra terra e rinvigorire l’orgoglio delle nostre istituzioni. Tanti sono, infatti, i giovani in cerca di lavoro e di stabilità che vanno rassicurati e a cui va consegnata la possibilità di investire nel proprio futuro. Tanti sono gli anziani che meritano rispetto e decoro. Sono poi migliaia gli imprenditori in difficoltà che, se ascoltati, potrebbero far ripartire l’economia dell’isola. Ci sono poi tanti stranieri in cerca di un futuro di pace e in cerca di rifugio, che si vanno ad aggiungere ai siciliani indigenti ancora senza una casa”. Ci sono risorse che non possono essere perdute: “I siciliani sono il popolo che ha fatto la storia, la Sicilia è la terra dell’autonomia, che ha dato i natali ad artisti di grande fama, un territorio nel quale perciò è paradossale che ancora oggi non siano contemplate forme semplificate di sostegno ai diversamente abili e non venga riscritto un nuovo welfare innovativo e garantista. E poi, quando sembrava già che l’impegno di ciascuno per la legalità, per il “fresco profumo di libertà che si oppone al compromesso morale” fosse ormai principio di vita innato nelle nuove generazioni, cresciute in Sicilia facendo propri i valori di chi ha combattuto la mafia con il prezzo della propria vita, ecco che quello che viviamo torna ad essere il tempo in cui riaffiorano nelle cronache fatti di crimine sconcertanti e in sfregio ai simboli della lotta alla mafia”. Infine l’invito diretto al presidente Grasso: “Per queste ragioni, per la capacità di bene a cui è giusto credere e per cui è necessario lottare ed impegnarsi, richiediamo a gran voce la Sua disponibilità a candidarsi alla carica di Presidente della Regione Siciliana. Solo in questo modo, potremo auspicare all’unità del mondo politico tutto, in piena sinergia con la società civile, per un vero nuovo rilancio della stagione siciliana. Con la certezza, che all’appello del sottoscritto si unisce idealmente, con accorata speranza, la parte più rappresentativa della società, dei tanti giovani che appartengono al mondo universitario e a quello professionale e dell’impresa”. Marcello Linares non è l’unico ad avere rivolto un appello a Grasso per tentare la corsa a Palazzo d’Orleans: «Siamo consapevoli di chiederle un sacrificio personale non indifferente, ma ci permettiamo di farlo perché conosciamo l’amore che lei nutre per la nostra Terra da sempre e, ancor di più, dal 6 gennaio 1980». A scrivere in questo modo, come riferisce anche il quotidiano La Repubblica, in un articolo a firma di Claudio Reale, è stato un gruppo di intellettuali guidato da Vincenzo Di Fresco, socio fondatore della fondazione Giovanni Falcone, Marco Stassi, presidente dell’Adiconsum di Palermo e Trapani, e Davide Camarrone, giornalista della Tgr Sicilia e scrittore. Tutti questi hanno lanciato un preciso appello: «Quanti sostengono che la “seconda carica dello Stato non può essere tirata per la giacchetta” – si legge nell’appello, rilanciato dall’Ansa – in realtà creano un alibi per coloro che non la vogliono tra i piedi. Del resto fu lo stesso Giovanni Falcone ad affermare che lo Stato deve mettere in campo le proprie risorse migliori. Il prossimo presidente della Regione dovrà riconsegnare la speranza a questa terra bellissima e disgraziata e restituire decoro alle istituzioni pubbliche». Frai firmatari ci sono anche il commercialista Giovanni Giammarva, la scrittrice Mari Albanese, le dirigenti scolastiche Daniela Crimi e Maria Luisa Simanella, il presidente del football club Antimafia Isidoro Farina, il docente universitario Giuseppe Notarstefano, il direttore del teatro Al Massimo Aldo Morgante, la docente di religione Anna Maria Saitta, il presidente del museo dell’Opera dei Pupi di Caltavutura Angelo Sicilia e il penalista Salvo Battaglia. A Piero Grasso l’appello rivolto è pressante: «Abbiamo bisogno di un presidente della Regione che muova per primo, che spinga la palla in avanti, che costruisca le azioni necessarie a rompere il muro di immobilismo e di malaffare che pregiudicano lo sviluppo e il lavoro – si legge nel documento – le chiediamo un atto di amore: chiediamo la sua disponibilità a candidarsi alla carica di presidente della Regione Siciliana. I nostri figli le saranno grati».

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