Fazio libero, ma non del tutto

Il gip interroga l’ex sindaco di Trapani e revoca i domiciliari. Indagine per corruzione prosegue col solo divieto di dimora a Palermo

L’on. Girolamo Fazio non si trova più ai domiciliari. Arrestato lo scorso 19 maggio per corruzione e traffici di influenze attorno alla gestione dei fondi pubblici per finanziare la compagnia armatrice Liberty Lines (ieri Ustica Lines), è stato sentito per la seconda volta nella giornata dell’1 giugno giugno dal gip di Trapani giudice Brignone, dopo che la scorsa settimana era stato sentito dal gip in origine titolare dell’inchiesta, il giudice Marco Gaeta del Tribunale di Palermo. Tra un interrogatorio e l’altro infatti la competenza sull’indagine è passata dalla procura di Palermo a quella di Trapani. Il gip Brignone del Tribunale di Trapani il 31 maggio scorso ha notificato a Fazio una nuova misura cautelare, su richiesta dei pm Cartosio, Belvisi e Sardoni, sempre di arresti domiciliari, e nella giornata di giovedì scorso ha sentito l’ex sindaco nell’ambito del cosiddetto interrogatorio di garanzia. A meno di 48 ore dall’interrogatorio il gip Brignone ha deciso di accogliere la richiesta del difensore dell’on. Mimmo Fazio, revocando gli arresti domiciliari e applicando la sola misura cautelare del divieto di soggiorno a Palermo. Cosa questa che impedirà a Fazio di tornare ad insediarsi all’Assemblea Regionale dopo la sospensione decretata dal presidente del Consiglio dei Ministri. Dunque per il gip Brignone l’impossibilità di Fazio di tornare a fare il deputato garantisce il procedimento giudiziario da ogni eventuale tentativo di inquinamento delle prove ma anche offre garanzie sotto il profilo della reiterazione del reato. Da quello che si è saputo è stato “pesantemente” negativo il parere reso dalla Procura di Trapani rispetto alla richiesta del difensore dell’on. Fazio. Ma il gip Brignone ha ritenuto praticabile la via della revoca degli arresti domiciliari, sia per l’impossibilità di Fazio a tornare a sedere all’Ars, con l’applicazione del divieto di dimora a Palermo, sia per la decisione dello stesso indagato a non sottrarsi mai dagli interrogatori.Fazio pare abbia riferito su altre vicende anche se non toccate dall’indagine, ma su questa circostanza negli ambienti investigativi circolano dubbi sull’effettiva valenza. Per il gip si tratta di “fatti nuovi” sulle quali “non si può prescindere”. Fazio infatti ha ammesso di avere ricevuto dall’armatore Vittorio Morace una somma ben superiore rispetto a quella contestata, giustificazione definita però ancora una volta il gip “non condivisibile” . Resta così in piedi l’impianto accusatorio, Fazio è vero tra poche ore riprenderà la sua campagna elettorale, è previsto alle 17 il suo ritorno in campo dopo lo stop forzato, con un incontro fissato presso la sede del suo comitato elettorale, in via Virgilio a Trapani, ma le accuse restano tali e quali, contestazioni di reato che non sono cambiate, sono quello messe per iscritto dal gip Gaeta lo scorso 19 maggio, e dal gip Brignone lo scorso 31 maggio. Corruzione e traffico di influenze. L’operazione “Mare Monstrum”, frutto di una importante inchiesta condotta dai Carabinieri di Trapani e Palermo, passata, si ricorda, al vaglio di due Procure, Palermo prima e Trapani dopo, e dunque di due gip, Palermo prima e Trapani dopo, ha fotografato una miscellanea di interessi. Una amicizia quella tra l’on. Fazio e gli armatori Morace, che per i magistrati è diventato un accordo “criminoso” ai danni delle casse pubbliche, si ricorda che i due gip nella condotta di Fazio hanno riconosciuto un comportamento da “mercimonio” ossia l’avere messo al servizio di un privato il proprio ruolo di pubblico amministratore, nel caso di deputato regionale perennemente impegnato a tutelare l’azienda, addirittura, questa ancora l’accusa dei pm, arrivando ad avvicinare giudici amministrativi per “pilotare” l’esito di un ricorso dei Morace dinanzi al Consiglio di giustizia amministrativa. In ultimo poi l’accusa per Fazio di essersi fatto pagare dalla compagnia armatrice i lavori di ristrutturazione delle proprietà sue e della suocera, esistenti all’interno di un antico palazzo a Trapani, in piazza Lucatelli. In totale oltre 100 mila euro, i carabinieri hanno trovato le fatture durante una perquisizione, Morace interrogato ha detto di non ricordarsi di questi 100 mila euro, Fazio ha risposto dicendo che si trattava del pagamento di una “scommessa” tra i due, non era una super tangente o mazzetta. Le dichiarazioni di Fazio sono state parecchio stigmatizzate dal gip Brignone, ritenute per niente credibili o veritiere. Il giudice Brignone però alla fine dopo avere mostrato all’on. Girolamo Fazio il bastone tenuto in una mano, oggi si è presentata tenendo la classica carota nell’altra. Ovviamente comportamento che in campagna elettorale verrà impropriamente presentato ai cittadini come se fosse un ritorno in libertà senza null’altro da dover dichiarare. L’indagine invece continua e c’è, è una indagine che ha evidenziato l’esistenza di un sistema di corruttela preciso con la capacità dei protagonisti, Morace e Fazio in testa, ad arrivare fin dentro le stanze dei Governi di Roma e Palermo. Le pressioni di Morace, sostenute secondo la Procura di Palermo, dall’ex sottosegretario Simona Vicari, videro addirittura il Parlamento nazionale votare e approvare un emendamento alla legge finanziaria per tagliare l’Iva sui costi dei trasporti navali, un bel regalo a Morace, contraccambiato a leggere l’ordinanza del gip Gaeta, con un paio di rolex. Regali, si è difeso così Morace, regali anche le elargizioni all’on. Fazio…regali, regali e ancora regali. Indagine tutta da svilupparsi, ancora siamo lontani dai pronunciamenti giudiziari, ma abbiamo l’impressione che non c’è bisogna di sentenze per dire che intanto etica e moralità politica e pubblica sono già finite schiacciate sotto i piedi, i loro piedi.

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Rino Giacalone
Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.