“Cemento del Golfo”, imprenditore coraggioso depone in tribunale

TRAPANI. Si è svolta questa mattina a Trapani l’udienza del processo scaturito dall’operazione “Cemento del Golfo” che vede alla sbarra il vertice di Cosa nostra castellammarese Mariano Saracino che, pur non possedendo alcun impianto di calcestruzzo, riusciva a controllarne il mercato.

Oggi era chiamato a testimoniare l’unico imprenditore indicato come parte lesa costituitosi parte civile Vincenzo Parisi. La  sua testimonianza è stata chiara e precisa e non c’è stato spazio per le domande, più o meno insidiose, dei difensori.

“L’imprenditore, – spiega Nicola Clemenza di LiberoFUTURO- che abbiamo assistito sin dalla fase della denuncia, ha raccontato quanto avvenuto anni prima quando in un cantiere di Castellammare del Golfo gli fu sottratta una fornitura di cemento e lui, senza esitazioni, contattò “LiberoFUTURO” e denunciò.

Ora vedremo come prosegue il processo ma per la mafia castellammarese si prevedere un futuro fosco. Tra confische, arresti, indagini continue e denunce da qualche anno non c’è più pace per il boss Saracino ed i suoi accoliti”.

“Adesso, – dice Nicola Clemenza – attendiamo la conclusione del processo e lanciamo un appello affinché chi ha subito le imposizioni denunci. Se a denunciare e testimoniare come ha fatto il nostro imprenditore saranno in tanti Castellammare del Golfo sarà più libera e per gli imprenditori onesti ci sarà più spazio.”

Sentito anche un altro imprenditore, Antonino Caleca, che ha in parte ritrattato le dichiarazioni rilasciate precedentemente in merito alle vicende legate alle presunte “impostazioni” di cemento.

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