Memoria storica e responsabilità collettiva per il futuro della nostra terra

ALCAMO – A seguito del progetto “Adotta una vittima di mafia” portato avanti dall’Istituto Comprensivo “Nino Navarra” in collaborazione con il presidio locale dell’Associazione “Libera”, alcuni ragazzi hanno prodotto come elaborato finale due articoli di giornale sull’esperienza vissuta. Oggi, in linea con la significativa giornata commemorativa, pubblichiamo il primo pezzo realizzato dai ragazzi.

Sono passati ormai venticinque anni dalle stragi del ’92 e io studentessa che oggi frequento la scuola sono parte di una generazione che porta, per così dire, nel corredo genetico l’eredità di quella memoria: delle stragi ho sentito parlare e ho fatto dei due grandi giudici palermitani i simboli coraggiosi della lotta alla mafia.

Sono il germoglio di quei giovani ventenni, vissuti proprio negli anni 90, i miei genitori, che hanno provato l’orrore di quella violenza e provato grande indignazione.

Non c’è il rischio che si perda un pezzo importante di memoria storica recente del nostro paese, la cui coscienza è basilare per essere cittadini attivi e responsabili.

Ma io, che vivo una quotidianità inquinata dalla cultura mafiosa, dalla convenienza “a farsi i fatti propri”, dall’ammirazione nei confronti di chi delinque e ottiene prestigio, potere, denaro e l’impunità e soprattutto dall’indifferenza o tolleranza per la complicità tra potere e mafia, ho un sogno…dare una svolta alle nostre vite in questa terra duramente ferita dalla presenza mafiosa, presenza che uccide persone, distrugge le speranze e cancella la possibilità di un futuro.

Non voglio assumere un atteggiamento di distacco o rassegnazione o consenso passivo. E allora mi chiedo che cosa può rendere meno forti le organizzazioni criminali: “essere gruppo”. Insieme si propongono e si trasmettono comportamenti più coraggiosi, insieme si riesce a dare maggiore solidità e persistenza alle proprie azioni. Insieme si fanno progetti, ci si propone e ci si espone, insieme si diventa parte attiva della lotta contro la cultura mafiosa.

Un senso di responsabilità collettiva diventa il punto di partenza per la speranza di un cambiamento.”

ALESSANDRA ROCCA

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