Soccorsi sospetti

Rappresentanti di una Ong iscritti nel registro degli indagati a Trapani

E’ straniera la Ong sulla quale i magistrati della Procura di Trapani indagano almeno dall’autunno scorso. Se il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, ammette che la sua è una ipotesi di indagine sul malaffare compiuto da qualche Ong, a Trapani l’indagine c’è da tempo, almeno dall’autunno scorso, e già con iscrizioni nel registro degli indagati: l’ipotesi di reato è “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”. E’ straniera quindi la Ong sotto inchiesta a Trapani e pare non essere la Ong maltese, la Moas, della quale tanto si è sentito dire in questi giorni anche da parte del procuratore di Catania Zuccaro e da autorità della nostra Capitaneria, per due strane circostanze: la prima che i migranti salvati sono stati sempre portati verso le coste italiane, anche quando i salvataggi avvenivano a poca distanza dalle acque territoriali maltesi, e poi per la stranezza che le navi di questa Ong, Phonenix e Topaz, navigano battendo rispettivamente bandiera del Belize e delle Isole Marshall. E’ un’altra perciò la Ong che farebbe affari con i trafficanti libici di esseri umani, è da ricercarsi tra quelle che hanno sede operativa in nord Europa, ma con le navi sempre pronte nel Mediterraneo, in navigazione costante in un’area di mare a toccare col limite delle acque territoriali della Libia. I poliziotti della Squadra Mobile di Trapani che si occupano di queste indagini andando a cercare, attraverso la lettura dei dati all’interno di telefoni satellitari sequestrati ad alcuni scafisti, eventuali contatti che potessero fare risalire ad altre organizzazioni criminali operanti sulla terraferma, avrebbero invece trovato il malaffare in mare. I satellitari hanno tradito non una ma diverse comunicazioni tra scafisti e questa nave, appartenente ad una Ong che di recente nel Mediterraneo ha fatto diversi salvataggi. Poco trapela dalla Procura di Trapani e dalla Squadra Mobile, bocche cucite e tanti no comment alle domande poste. L’indagine, che è coordinata dal procuratore aggiunto Ambrogio Cartosio e affidata al gruppo inquirente, diretto dal pm Andrea Tarondo, da tempo istituito in Procura a Trapani e che si occupa di immigrazione e gestione dell’accoglienza dei clandestini, grazie alla meticolosità di un paio di investigatori della sezione immigrazione della Squadra Mobile trapanese, ha permesso di accertare come sistematici sono stati i soccorsi in mare da parte della Ong finita sotto inchiesta. Tante coincidenze: soccorsi compiuti quasi sempre nella stessa zona di mare, al limite delle acque territoriali libiche, a poche miglia dai porti di Sabrata e Zuara, salvataggi avvenutisenza aver ricevuto un Sos e neppure una richiesta di intervento da parte delle autorità italiane. Rilevanti ed interessanti poi i racconti di alcuni scafisti ma anche quelli fatti da alcuni migranti: uno di questi ha raccontato di essere stato costretto a fare lo scafista, ha raccontato così di aver visto arrivare la nave dei soccorsi poco dopo l’allontanamento dell’uomo che sino ad allora aveva condotto l’imbarcazione. Ma bisogna dar conto di altro. E cioè che al solito dinanzi alla complessità delle indagini, lo sforzo investigativo che la Polizia può mettere in campo è quello di un paio di investigatori, quattro per l’esattezza quanti ne conta la sezione immigrazione della Squadra Mobile di Trapani. Dinanzi all’odierno clamore non c’è solo da correggere le norme anche nell’ambito della collaborazione internazionale che per adesso danno poco potere in mano ai magistrati italiani, ma c’è anche da rafforzare gli organici investigativi in campo. Intanto dopo le ultime audizioni di ieri, la commissione difesa del Senato ha deciso di convocare i magistrati trapanesi.«Inviteremo in audizione anche il procuratore di Trapani e torneremo a sollecitare anche la partecipazione delle Ong che non ci hanno ancora risposto e ci auguriamo abbiano un comportamento rispettoso verso l’Italia». Lo ha detto, infatti, il presidente della commissione Difesa del Senato, Nicola Latorre, al termine dell’audizione dei responsabili del Moas, la Ong maltese: «Il Moas – ha riferito Latorre – ci ha assicurato di operare categoricamente in rapporto con la nostra Guardia costiera. Su questo punto ci sono posizioni articolate. C’è chi sostiene che alcune ong intervengano in seguito a chiamate dalla Libia. Puntiamo ad acquisire elementi per mettere ordine in una situazione disordinata e giovedì prossimo completeremo i lavori e consegneremo le conclusioni su questo tema». «Alla luce delle notizie sull’inchiesta penale aperta dalla Procura di Trapani nei confronti di una Ong per il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, oggi abbiamo chiesto e ottenuto che i magistrati titolari dell’inchiesta, il procuratore aggiunto Ambrogio Cartosio e il sostituto Andrea Tarondo, vengano in audizione in Commissione Difesa al Senato». Lo affermano i senatori M5S Vincenzo Maurizio Santangelo e Bruno Marton. «Da settimane – spiegano – il M5S viene attaccato semplicemente per aver chiesto di far luce su alcune Ong e sulla loro azione di fronte alle coste libiche, ora questa inchiesta ci dà ragione sulle nostre legittime sollecitazioni».

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Rino Giacalone
Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.