Ambiente e Ecomafie un seminario a Trapani per la Giornata della Memoria di “Libera”

TRAPANI – 21 marzo, Giornata della Memoria e dell’impegno in Ricordo delle Vittime innocenti delle mafie, una data che dovrebbe davvero entrare nella mente di tutti noi sia per il significato simbolico che essa rappresenta, sia perchè durante questa giornata riusciamo a capire in maniera concreta quanto possa essere incisiva la collaborazione tra più persone volta al raggiungimento di risultato comune, riuscendo addirittura a portare più di mezzo milione di italiani nelle piazze.

E Trapani martedì scorso è stata una di queste piazze che, con i suoi 12mila partecipanti alla marcia organizzata da Libera, ha urlato fortemente il proprio no alla mafia e a tutti gli atteggiamenti mafiosi, con la presenza di moltissimi familiari di vittime innocenti che con la sola presenza fisica si fanno testimoni di quante sofferenze porta con sé la mafia.

Nell’ambito degli eventi organizzati durante la giornata anche un incontro per trattare di Ambiente ed Ecomafie. Presenti al seminario, moderato dal gioralista Rino GiacaloneAnna Giordano, direttrice della Riserva Naturale Orientata Saline di Trapani e Paceco, Andrea Tarondo, Sostituto Procuratore di Trapani e Vittorio Teresi, Sostituto Procuratore della Repubblica.

Il dibattito ha preso il via con delle belle quanto significative e talvolta toccanti immagini commentate dalla direttrice Anna Giordano, la quale ha sottolineato quanto la Sicilia sia terra di grande varietà faunistica e geologica e di quanto sia un’importantissima tappa nell’itinerario migratorio di una ricca varietà di specie ornitologiche. Fascia, quest’ultima, spesso vittima di costruzioni come le pale eoliche (spesso frutto di investimenti illeciti) o disturbati da luci e suoni troppo forti. Durante l’intervento della direttrice anche innumerevoli esempi di condizioni di pericolo e di disfacimento ambientale dovuti al realizzarsi di forti interessi illeciti, come l’elevato rischio di dissesto idrogeologico, la cementificazione selvaggia, l’interramento pericoloso delle fiumare, il disboscamento dei versanti (come le alluvioni e frane che si sono verificate nel messinese), l’urbanizzazione irrazionale, l’abusivismo edilizio, la costruzione di parchi eolici irragionevoli e la grave poca cura in genere per l’habitat mediterraneo.

A seguire Andrea Tarondo, che ha fondamentalmente riportato la propria esperienza ricordando alcuni casi e alcune situazioni (come quella del porto di Trapani o del traffico dei rifiuti) che spesso partono da un danno ambientale ma di fatto sono strettamente connesse, anche perché prodotte, da un comportamento mafioso.

Vittorio Teresi ha ribadito invece quanto la poca attenzione rivolta all’ambiente sia soprattutto frutto di ignoranza sia della comunità che delle amministrazioni. Chi ne approfitta sono le mafie che trovano terreno fertile per la strumentalizzazione per mero lucro. Traffico rifiuti, cementificazione selvaggia e abusivismo edilizio sono solo alcuni dei mezzi che le organizzazioni criminali spesso utilizzano per i propri i interessi.

Diversi poi gli interventi dalla platea, come quello di un esponente della CGIL sullo sviluppo del territorio in armonia con l’ambiente, creare lavoro dai beni confiscati e fondi europei o quello di Gisella Mammo Zagarella, una delle principali organizzatrici del 21 Marzo a Trapani e referente del presidio Libera trapanese, nonché ingegnere ambientale per la Calcestruzzi Ericina (azienda confiscata alle mafie nel 2000). Mammo Zagarella ha parlato dell’importanza del corretto smaltimento dei materiali inerti e dell’inquinamento delle falde acquifere dovuto alla poca applicazione delle norme a tutela dell’ambiente da parte delle imprese del territorio.

Teresi a occlusione dei lavori ha affermato “Giovanni (Falcone) diceva che la mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine, ma non ci illudiamo che questo sia un fenomeno che un giorno finirà per autoconsunzione, finirà se ci impegneremo a farlo finire. Da quella frase ci sono stati dei veri segnali che fanno auspicare ad un vero cambiamento come per esempio la nascita di associazioni come Libera e Addio pizzo.”

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