“Io il mafioso sempre ho voluto fare”. Sequestrate le armi della mafia alcamese (VIDEO)

ALCAMO. Sequestrato dagli uomini della DIA e della Polizia di Stato “l’arsenale” di Giuseppe Di Giovanni, arrestato martedì scorso durante l’operazione antimafia “Freezer”. Operazione che ha permesso di riportare in carcere il boss alcamese Ignazio Melodia, 61 anni, soprannominato “u dutturi” in quanto medico chirurgo ancora iscritto all’albo. Melodia, dopo la scarcerazione nel 2012, è tornato a ricoprire un ruolo primario nella famiglia mafiosa di Alcamo, ritenuto infatti dagli inquirenti il reggente del mandamento mafioso di Alcamo.

Nel corso delle attività di perquisizione è stato rinvenuto e sequestrato, all’interno di due abitazioni nella disponibilità di Giuseppe Di Giovanni, ufficialmente camionista incensurato, un considerevole quantitativo di sostanza stupefacente (hashish e marijuana), nonché numerose armi da taglio, illegalmente detenute. In particolare sono stati rinvenuti: 14 panetti di hashish per un totale di 7 Kg; 2 sacchi di plastica per un peso complessivo lordo di 6 Kg di marijuana e un bilancino di precisione.

Oltre alla droga è stato sequestrato anche un piccolo “arsenale”: 39 armi da taglio di varie misure (lunghe e corte), tra cui alcune con apertura a scatto; 49 cartucce cal. 38; 1 machete; 1 sciabola tipo katana; 2 tirapugni; 1 cartucciera con 11 cartucce calibro 16; 1 fucile di precisione ad aria compressa; 2 mazze da baseball.

Lo stesso Di Giovanni si vantava di aver minacciato un uomo puntandogli una pistola in faccia, chiedendo allo stesso anche voti per la compagna Alida Maria Lauria, candidata alle scorse elezioni Amministrative con la lista “Insieme si può”. Gesto che aveva intimorito l’uomo fino a farlo piangere: Minchia la febbre gli è venuta a quello […].“Minchia aggiannà, aggiannà totale, ora va piangendo. […] e poi gli dico se mi porti 20 voti!ah?”. Così raccontò alla compagna che, proprio in merito alla sua candidatura, affermò senza mezzi termini:

LAURIA: “Amore sono candidata …”

DI GIOVANNI: “e allora possiamo cominciare a raccogliere i voti?”

LAURIA: “…si…in qualsiasi modo…amò a come e ghiè (in qualsiasi modo ndr)…”

DI GIOVANNI: “devono portare tutti i voti perché li affuco (li strangolo, ndr)”.

Di Giovanni, indagato per il reato di associazione per delinquere di tipo mafioso, è risultato essersi posto in modo continuativo e stabile a disposizione della famiglia mafiosa di Alcamo e del suo reggente Ignazio Melodia, del quale era autista e uomo di fiducia, partecipando ad incontri nel corso dei quali venivano indicate le strategie della famiglia mafiosa e compiuto atti delittuosi nell’interesse della stessa famiglia, nonché programmati atti volti ad impedire il libero esercizio del voto e a procurare ad altri consensi elettorali in occasione dell’elezione del Sindaco di Alcamo. Ancora una volta quel maledetto binomio: mafia e politica.

Nel corso di una conversazione intercettata è lo stesso Giuseppe Di Giovanni ad attribuirsi il ruolo di mafioso “…io..io..ave che ho fatto la scelta di fare il mafioso, io “ave” che ho fatto la scelta di fare il mafioso..assai…tutti volevano fare il presidente, chi voleva fare il presidente, io il mafioso sempre ho voluto fare”.